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 2023  gennaio 08 Domenica calendario

La ricetta degli economisti contro il caro benzina

Concorrenza tra i distributori di benzina e una politica energetica che investa sulla raffinazione. La ricetta degli economisti contro il caro benzina, accelerato dallo stop agli sconti sulle accise, si poggia su questi due pilastri. Se da un lato tutti sembrano condividere la decisione presa dal governo Meloni, dall’altro si augurano che sia solo un primo passo verso un diverso approccio all’emergenza energetica che tiene sotto scacco il Paese da decenni.
Addirittura, sul fronte delle accise, per il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli, «si doveva agire prima. Le condizioni sono ottimali da tempo e il prezzo del petrolio è in calo. Il vero problema è quello della raffinazione». Un’analisi condivisa dal professor Giulio Sapelli: «Siamo di fronte alla misura meno populista possibile, l’esatto contrario della demagogia. Il governo ha mostrato di avere coraggio. Io mi auguro che si spinga oltre e che questo sia solo il primo passo verso una nuova politica energetica che si occupi della raffinazione, dimenticati dai governi degli ultimi 20 anni». Non si allontana dal seminato neppure Giuseppe Russo, direttore del Centro Einaudi: «La stabilità dei conti pubblici è fondamentale, il governo ha fatto le sue valutazioni considerando il rialzo dei tassi d’interesse e il peso del nostro debito pubblico. E confidando sul fatto che i prezzi dei carburanti potrebbero sgonfiarsi nel giro di qualche mese. Il prezzo del petrolio al barile è sceso sotto i livelli prepandemici, anche i derivanti dovranno allinearsi. Se non accadesse, il governo potrebbe intervenire con una moral suasion sui distributori».
D’altra parte gli economisti non condividono l’allarme lanciato dai consumatori sul prezzo dei carburanti sulla rete autostradale: «Il prezzo medio nazionale e a 1,83 euro per la benzina e a 1,89 euro per il diesel. Certo – spiega Tabarelli – è risalito da minimi di 1,6 euro, ma quando il governo Draghi si mosse, il prezzo era arrivato a 2,2 euro e non c’erano molte alternative». Peraltro mentre il Codacons lamenta i picchi registrati in autostrada e sulle isole, Tabarelli rileva come ci siano diverse pompe con la benzina sotto quota 1,8 euro. Con il maxi investimento contro il caro bollette, però, l’esecutivo si è trovato davanti a un bivio: «Nessuno vuole pagare di più la benzina e le nostre accise sono le più alte d’Europa insieme a Svezia e Finlandia, senza avere lo stesso livello di servizi, ma per fortuna il prezzo del petrolio è in calo. Preoccupano la recessione globale con il rialzo dei tassi d’interesse e la recrudescenza del Covid in Cina, ma resta un problema di fondo enorme: in Europa non c’è capacità di raffinazione. Nessuno investe e l’addio di Exxon è una cattiva notizia. Serve un meccanismo capace di incentivare gli investimenti» aggiunge il presidente di Nomisma Energia che poi ricorda: «I prezzi sono sotto i picchi toccati dieci anni fa».
E proprio per questo Russo sottolinea che «la stabilità dei conti è più importante di tutto, ma per tenere sotto controllo il prezzo dei carburanti, l’intera filiera deve fare un passo indietro. I prezzi dei prodotti derivati sono destinati ad allinearsi alla materia prima, ma serve più concorrenza tra i distributori e abbiamo bisogno di più capacità raffinativa. Altrimenti non saremo in grado di ridurre strutturalmente la nostra dipendenza dall’estero. Dobbiamo investire sulla decarbonizzazione».Un problema che Sapelli conosce bene: «I consumatori lanciano i loro allarmi, ma devono rendersi conto che in Italia non abbiamo più raffinerie e senza quelle non possiamo trasformare il petrolio in carburanti. Dal punto di vista fiscale, le accise sono la migliore delle tasse: la pagano tutti e nessuno, in Italia, rinuncia alla macchina. Ma questo è un campanello d’allarme importante. Investire sulla raffinazione, non solo riduce la nostra dipendenza dall’estero, ma genera occupazione, indotto e garantisce che i margini restino nel nostro Paese. Sono fiducioso nella competenza dei ministri Urso e Giorgetti».