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 2023  gennaio 07 Sabato calendario

Il Calvino innamorato

A cento anni dalla nascita di Italo Calvino Robinson pubblica in esclusiva le lettere inedite inviate tra il 1962 e il 1963 alla futura moglie Si tratta di documenti eccezionali, sia per il contenuto privato, come spiega la figlia Giovanna nel contributo qui accanto, sia perché raccontano lo spirito del tempo e il rapporto del romanziere con la propria opera letteraria E per celebrare l’anno calviniano ogni mese, nelle pagine della cultura di Repubblica, gli appassionati troveranno un suo testo raro È il nostro modo non solo per ricordare uno dei più importanti scrittori italiani ma per farne conoscere gli aspetti meno noti




Torino 9 aprile 62
Chichita, cara, sei la più cara (querida)ragazza che io abbia mai incontrato.
Chichita, amore mio, finalmente una donna con cui sono felice.
Sono stanco della vita che faccio. Il lavoro editoriale, qualcosa che non finisce mai, occuparmi di tanti tanti libri di cui non me ne importa niente, un mare di libri che non si ferma mai, occuparmi di tutti i libri di tutti gli altri, ma non potermi occupare dei libri miei. E la mia vita amorosa è come la vita dell’industria editoriale, occuparmi di donne, donne, donne, un mare di donne che cambiano sempre, che ho bisogno di cambiare sempre, e nessuna sento come la mia donna. Capisci che vita sbagliata faccio io!
Chichita, Chichita, gioia, amore! Ieri sera sono arrivato a Torino insieme a Pierre Stibbe, l’avvocato di Ben Bella, che veniva qui per fare un discorso, e sono rimasto fino a tarda sera a discutere con lui di cose francesi e algerine, e ancora non mi ero staccato da Parigi.
Oggi l’ufficio: che barba!
Mercoledì vado a Milano perché Antonioni e la Monica mi hanno telefonato perché vada a vedere in visione privata il nuovo filml’Eclisse.
Ti ho mandato i miei libri, come si chiama quel libro di Cortázar di cui parlavi con Warren Miller? Quello del tubetto di dentifricio? È un racconto contenuto in un volume, o è il titolo di un volume?
CHE PECCATO CHE NON CAPISCI NÉ LA MIA SCRITTURA NÉ LA MIA LINGUA. TI HO SCRITTO TANTE BELLE COSE.


San Remo lunes 11 nov. [1963]
Querida Chichita — la tua telefonata di sabato la tarda y tu carta recibida esta mañana [di sabato pomeriggio e la tua lettera ricevuta questa mattina, ndr] mi hanno ridato allegria e serenità. E mi piace molto il sogno che mi racconti: quello è il vero punto che ancora è per noi due un problema da decidere; in confronto a quello tutto il resto è già risolto o in via di soluzione.
In questi giorni a San Remo mi sono rimesso a scrivere quel racconto che mi porto in testa da moltissimi anni e che ho cominciato a scrivere solo il giorno del mio 40° compleanno a casa tua. Veniva fuori abbastanza, anche se le mie idee sono abbastanza vaghe, ma ci mancava qualcosa che volevo dargli e che non so bene cos’è: qualcosa come una dimensione cosmica. Per farmi venire questa dimensione cosmica mi sono messo a sfogliare un libretto di divulgazione astronomica, poi a leggere le voci Cosmogony e Cosmology dell’EncyclopediaBritannica. Così mi sono venute delle altre immagini, delle altre idee e allora — messa da parte l’idea di quel racconto — mi sono messo a studiare un altro progetto: una serie di storie comicosmiche, un nuovo genere letterario, “comicosmic” in inglese, “série comicosmique” in francese, che sta tra lecomics di Popeye, Beckett, lascience-fiction, Landolfi, Jules Verne, Borges e Lewis Carroll.
Ma devo ancora provare a vedere come vengono. Se me ne vengono bene quattro o cinque, le darò alCaffèper il numero speciale, invece di quel racconto lungo che chissà quando riuscirei a finire.
Fare ogni settimana 4 giorni di lavoro social-produttivo-industriale e 3 giorni di lavoro individual-progettativo e letture extra-attualità immediata, forse è la formula di vita che dovrei adottare per mantenere una giusta armonia nelle mie funzioni.
Intanto in questi tre giorni non sono stato soltanto a navigare negli spazi intergalattici: due cose mihanno dato una spinta di morale positiva e impegnata: a) il film di Rosi Le mani sulla città che, come sai, è una drammatica inchiesta politica sulle grandi speculazioni edilizie a Napoli, fatta con un rigore stilistico e narrativo e morale tale che per l’eccitazione non sono riuscito a dormire tutta la notte. b) il libro di Wright Mills The Sociological Imaginationche è come il testamento intellettuale e il manifesto di questo straordinario uomo che era uno dei pochi che capivano tutto quello che va capito.
Questo per rispondere alla tua domanda: para qué quiero ser inteligente [perché voglio essere intelligente, ndr]? Ragioni per esserlo ce ne sono più che mai anche se spesso ci pare che non ce ne siano (evidentemente perché siamo “eterodiretti”). Con slancio non eterodiretto ma ineluttabile come il condensarsi di una protonebula ti abbraccio e bacioItalo?


Lunedì 4, ore 24. [Novembre 1963]
preciosa hormiga Titina yo me quedaré sin tomar el té[preziosa formica Titina io rimarrò senza prendere il tè,
ndr]ma anche
soprattutto nany nany nany nany
che io scriverei con un più esatto uso della grafia inglese
nunny nunny nunny nunny comincio ora lalettre ininterrompue [la lettera interrotta, ndr] dicendoti che tornato a casa ti sono stato molto grato di aver lasciato qui il vestito bianco e nero con la cravattina a farfalla che è un vestito che ti simboleggia e rappresenta perfettamente a pesar de que [nonostante, ndr] te l’abbia visto indossare solo due o tre volte, e mi si è manifestata subito una forte passione feticistica cosicché adesso j’y irai coucher avec [andrò a dormire con, ndr] e potrò così dormire anche stanotte tra le tue braccia a pesar de quesia un vestito senza maniche, il che mi fa pensare alle tuespalle e braccia nude e mi fa venir desiderio di morderle perché se non te l’avevo mai detto te lo dico adesso: esse (spalle e braccia) mi piacciono.
La signora Ada mi ha fatto da mangiare con eso que quedaba de todo [gli avanzi, ndr]. Poi telefonando a mia madre ho saputo che mio fratello era a Torino per poche ore con la famiglia e sono andato a trovarlo. Poi, tramite la signora Ada, si sono fatti vivi gli Einaudi, tornati da Dogliani (dove Venerdì erano riusciti a trascinare las dos escritoras locas [le due scrittrici pazze, ndr] che hanno passato una giornata finalmente serena en el campo [in campagna, ndr]).
Poi è scappato un pappagallo dallo zoo e ha traversato il Po e sono venuti i guardiani a cercarlo nel giardino degli Einaudi ma non l’hanno trovato. Poi gli Einaudi volevano andare al cinema e io naturalmente cosa ho proposto? Il disprezzo! E così li ho portati a vedere Il disprezzo e poi per poco non mi linciavano perché è un film veramente
infeliz,Godard che si mette a imitare Antonioni e fa pena, con la differenza sugli altri film di questo genere che abbiamo visto (Robbe-Grillet, Resnais) che qui c’èuna storia molto chiara e piena di significato (più chiara e significativa che nel romanzo, cioè il romanzo di Moravia rivela il meglio di se stesso come soggetto cinematografico) ma il Godard non la sa raccontare. In più c’è il fatto pietoso di vedere il vecchio Fritz Lang che recita nella parte di Fritz Lang. Agli E. era piaciuto molto invece Lawrence d’Arabia. Ho rivelato a Renata che L eramarica [femminuccia, ndr] e ci è rimasta molto male mentre invece Giulio ha finto d’averlo capito e di non averlo detto per non turbare Renata nella sua innocenza. Il tutto sullo sfondo della crisi di R.S. giunta al suo punto culminante giovedì e risolta col suo licenziamento; e dell’aver finalmente chiarito la situaz. di Elio (ci vorrà più di sei mesi prima che lui venga qui).
Adesso esco ad impostare questa lettera e per ritardare l’ora amara (hora amarga) di entrare en la cama y descubrir[a letto e scoprire, ndr] che non ci seique vos no sos ahí.Su questo ahíche vorrebbe dire lì non sono tanto sicuro ma suona come un ahiesclamazione di dolore del tuo Italo