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 2023  gennaio 07 Sabato calendario

C’ERAVAMO TANTO TROMBATI – NON BASTA LA CRISI ECONOMICA: ORMAI PURE IL SESSO È IN RECESSIONE - L'ULTIMO RAPPORTO CENSIS-BAYER SUI NUOVI COMPORTAMENTI SESSUALI DEGLI ITALIANI TRA 18 E 40 ANNI E' IMPIETOSO: 700 MILA NON HANNO UNA VITA EROTICA, 1.6 MILIONI NON HANNO MAI AVUTO RAPPORTI, MENTRE L'ASTINENZA È CAPITATA ALMENO UNA VOLTA A 13 MILIONI, CON UNA DURATA MEDIA DI SEI MESI. LE COPPIE CON RELAZIONI “NO SEX” SONO CIRCA 220 MILA. E IN AMERICA SI PARLA GIÀ DI… -

«Per un'ora d'amore non so cosa darei» cantavano i Matia Bazar nel 1975. Un bel niente, risponderemmo oggi. Neanche alla peggiore serie tv ci sentiremmo di rinunciare per un'ora d'amore. Chi più ne ha la forza, la voglia e il coraggio? Non lo si dice, ma ormai si pensa. Il grande psicoanalista Luigi Zoja ha descritto il calo della sessualità nel suo ultimo saggio, Il declino del desiderio (Einaudi).

«Il problema è immenso, le discussioni che lo riguardano invece sembrano squittii di topo» osserva dal suo studio milanese. Ai primi del Novecento di sesso se ne parlava molto, negli anni Settanta non si faceva altro che parlarne (e farlo). Era una macchina che metteva in moto settori della cultura e dell'economia. Oggi non mette in moto nulla.

Continua Zoja: «È una tendenza che si è manifestata con l'inizio degli anni Duemila. Le uniche ricerche complete sono le tre inglesi Natsal, la quarta è in via di realizzazione. Il mio migliore amico vive a Londra e mi diceva che avendo avuto una vita erotica libertaria pensava che la libertà sessuale sarebbe continuata ad aumentare. Lo vedeva anche nei figli, che parlavano spesso di «poliamore».

Un argomento d'élite, mentre il 95 per cento della popolazione non sa neanche cosa significhi la parola. Dai Natsal, che indagano 60 anni di vita sessuale britannica, emerge come tra i giovani ci sia un ritorno alla monogamia, una richiesta di esclusività del partner. Con tutte le insicurezze che i giovanissimi si trovano ad affrontare, non vogliono anche quella sentimentale. E al tempo stesso dicono che non sono più così interessati alla sessualità».

Secondo l'ultimo rapporto Censis-Bayer sui nuovi comportamenti sessuali degli italiani tra 18 e 40 anni 700 mila non hanno una vita erotica, 1,6 milioni non hanno mai avuto rapporti, mentre l'astinenza è capitata almeno una volta a 13 milioni, con una durata media di sei mesi. Le coppie bianche con relazioni stabili ma «no sex» sono circa 220 mila. L'ansia da prestazione affligge anche i più giovani, come racconta la serie di Skam Italia (Netflix), dove il protagonista viene bullizzato per le dimensioni ridotte del suo pene.

Il prossimo anno compirà 70 anni uno dei due rapporti Kinsey, Sexual behavior in the human female (1953), sul comportamento sessuale femminile. Kinsey strappò il velo del tempio. Ma quel velo oggi sembra uno straccetto bagnato, perché come scrisse Sigmund Freud: «Il progresso civile ha un prezzo, pagato in perdita della felicità».

E così Onan è di nuovo protagonista. «C'è un ritorno alla masturbazione che sembrava una cosa da epoche proibizioniste. Invece emerge che, seppur di poco, prevale sul coito tradizionale. Sono gli eccessi dell'individualismo, del narcisismo. Tutto questo si verifica dopo la totale liberalizzazione.

Quella sorta di curiosità istintiva, di cui si parlava quando l'Italia era un Paese catto-marxista, quella curiosità di massa ora non c'è più. Almeno fra i giovani» continua il professore. «Si potrebbe dire che è venuta fuori una generazione del sesso spazzatura, sempre disponibile e gratuito».

Intanto in America si parla già di Sex Recession: «In un futuro visibile non si torna indietro. Siamo arrivati a quello che Max Weber chiamava il "disincanto del mondo". Si è perso il senso di appartenenza, la religione, la credenza. Quello in cui viviamo è lo stadio finale del "disincantamento" un' immersione in un mondo senza trascendenza, di completa solitudine. La riduzione della sessualità a un atto unicamente biologico, di idraulica del corpo, è tremendo, ma è molto difficile si recuperi quello che si chiamava "fare l'amore" o meglio l'Eros».

Platone nella Repubblica scriveva: «Dalla somma libertà viene la schiavitù maggiore e più feroce». Tempi feroci, che necessitano di una chiamata alle armi secondo Germano Lanzoni, giullare, attore e volto del Milanese Imbruttito: «Ci mancava un'altra tragedia. Ora dopo il bonus 110, dovremo chiedere il "110 erectus". Sono sempre stato il promotore della "doppia F", ma oggi i giovani stanno pensando troppo al fatturato. Hanno paura che se il fatturato è un deserto, la figa è un miraggio». In questo de. serto dei tartari dove la noia invade i nostri talami il pensiero va ai bei tempi passati: «Quando non ce la davate neanche se vi supplicavamo in ginocchio. Ho amici che si sono circoncisi con i jeans *501"-lo struscio era l'attività principale. Oggi non abbiamo una buona relazione con la libertà sessuale, schiavi di sovrastrutture, matrimoni, relazioni. Abbiamo messo troppi paletti e ci siamo costruiti una gabbia. Dove siamo rimasti da soli». Ma la notte non finisce qui, perché sembra essere proprio Milano il luogo dove il desiderio è in picchiata.

«Questa notizia colpisce la mia anima. Anche perché è sempre stata una città di relazioni, incontri, grande opportunità, di gente che ama arrivare al sodo». Lanzoni si è documentato e ha scoperto una ricerca australiana che stabilisce come l'uomo che, in coppia, non aiuta in casa, fa anche meno sesso.

«Laviamo i piatti così a fine serata due colpi in più li diamo». Bastasse passare il mocio per ritrovarsi tigre del materasso. Ahimè, non è così. Oggi che tutto è possibile e concesso, come nell'orgia cantata da Giorgio Gaber, alla fine è una gran rottura: «Sarà stata la troppa libertà che distoglie dalla verità. Abbiamo messo il lavoro al primo posto. E lo smart working ha diminuito la libido. Come si fa a litigare per le bollette e poi essere selvaggi sotto le lenzuola? Se non cambiamo noi maschi faremo la fine del fuco con l'ape: che fa quello che deve, poi si toglie dai coglioni» conclude amaro il giullare.

L'uomo è sicuramente quello che sta attraversan- do la crisi peggiore, non ha capito quanto la donna sia cambiata, resta ancorato a un passato glorioso. dove era quello che non doveva chiedere mai. Ne è convinto anche Fabrizio Quattrini, sessuo. logo clinico, docente all'Università dell'Aquila, il cui ultimo libro Il piacere maschile (Giunti) fotografa la débâcle: «Ho notato più che un calo, una modalità diversa di vivere l'intimità».

Signora mia, il piacere dannunziano è una chimera. Siamo all'astinenza, alla quaresima perenne. «Seguo tante coppie in difficoltà che da tre, quattro anni non fanno più sesso» racconta lo psicoterapeuta, che tuttavia vede in questo declino solo la punta dell'iceberg. «C'è un egoismo che porta alla perdita della libido. Siamo im mersi nella fretta e si fa fatica a formare una coppia.

Vedo situazioni atipiche e nascoste: dal marito che va a trans all'amante donna per la moglie. Il mondo non sta rinunciando al sesso, sta solo cambiando», L'American Journal of Medicine informa che dal 2000 negli Usa l'inattività sessuale giovanile è aumentata fra il 55 e il 100 per cento a secondo dell'età. Invece secondo Barbara Costa, autrice di Pornage: Viaggio nei segreti e nelle ossessioni del sesso contemporaneo (Il Saggiatore), i ragazzi se la spassano e se ne fregano della spada di Damocle chei «vecchi» gli vogliono appioppare.

«Quella dei giovani apatici è una narrazione che appaga i boomers. Sono i cinquantenni che si ritrovano in un presente che li snobba, che non hanno costruito, dove per loro vale ancora la sessualità patriarcale e alfa. Con regole e comportamenti che gli adolescenti non riconoscono, e meno male: sono immersi in una sessualità più libera, che non sottostà a canoni di non inclusione e di differenziazione di sessi e di corpi».

Secondo la scrittrice in crisi non è il desiderio, ma la nozione di sessualità patriarcale. «Viviamo un presente potente, dove tutto viene messo in di scussione. Il diktat della sessualità, come per secoli è stata concepita, è tramortito al suolo. Chi ne era beneficiato - il maschio etero alfa - ne lamenta la fine e si lagna di un calo del desiderio che era solo il suo. Privilegiato dal non essere mai stato messo in dubbio. E tutto è dovuto al web. Con la conoscenza e le aperture che ci dà, che ogni persona, se vuole, può sapere, interrogarsi, misurarsi, trovarsi tutti i partner e sperimentare.

Questa libertà potenzialmente sterminata uccide l'unico principio - quello patriarcale - finora valido e rispettato. Il sesso riguarda il nostro cervello, in un secondo momento i genitali, sicché può svanire solo se si spegne e svanisce la mente». Il maschio non più «alfa» diventerà come il povero gabbiano che ha perduto la compagna? Perché pare proprio che a condurre il gioco ci siano le donne. Così nei racconti dello scrittore romano Francesco Pacifico, che per Nottetempo ha pubblicato Solo storie di sesso.

Dove le protagoniste sono tutto, tranne che regine del focolare: «La trilogia della vita di Pier Paolo Pasolini andava già in questa direzione. Si stava meglio quando si stava peggio. Abbiamo il progresso, ma abbiamo perso molto. E la coppia esclusiva fa passare la fantasia. Chiunque parla di fare sesso, di farsi l'amante, eppure a volte uno vorrebbe fare altre cose che non siano un amplesso forzato o prendere una camera in hotel. Esiste una visione autoricattatoria del sesso, che va invece ricostruito sulla base delle esigenze della gente.

Deve rinascere come un'emergenza, sempre diverso». Intanto il sesso riproduttivo non sente l'emergenza del momento: lo dicono le statistiche, riportate dall'analisi del saggio La trappola delle culle (Rubbet tino) di Luca Cifoni e Diodato Pirone. Nel 2021 i figli sono stati 1,25 a testa, meno della metà del 1964, che è considerato una specie di paradiso perduto della natalità, un Eldorado che sarà impossibile riconquistare.

Così mentre da noi sono venuti al mondo solo 399 mila bambini (per la prima volta nella nostra storia), in Francia ci hanno doppiato con 742 mila nascite. Sono finiti i tempi di Italians Do It Better. La ginecologa Alessandra Kustermann, prima donna primario della Clinica Mangiagalli di Milano, conferma tutto: «È vero che c'è un calo del desiderio e sono diminuite le nascite, non solo in Italia, ma nel mondo occidentale. L'ipotesi che si sia ridotta la sessualità, il desiderio e quindi la natalità potrebbe essere interessante. Io lo penso da anni.

Una delle domande che faccio alle donne che vengono in visita è quante volte la settimana hanno rapporti sessuali. Ouarant' anni fa mi rispondevano: tre, quattro volte. Oggi al massimo due. Un dato importante da rilevare è anche un calo della fertilità, dovuto all'au mento dell'età della donna alla prima gravidanza.

Le giustificazioni sono: siamo stanche, lavoriamo, ci sono i bambini, la casa. Ma la sessualità è una parte importante della relazione con il partner e il calo di frequenza dei rapporti è significativa, secondo me, della difficoltà della coppia. Dell' accontentarsi di un rapporto fatto di affetto, magari di carezze, ma che non corrisponde all'immaginario della relazione uomo-donna. Oggi forse decidere di diventare una famiglia è più difficile: non è una necessità».

Osservando i dati riportati dal libro di Zoja, ag giunge: «Il fatto che nella comunità Lgbt ci sia un minor calo del desiderio potrebbe indicare sempli cemente che un sesso non legato alla procreazione spaventa meno. Eppure il crollo è avvenuto sia negli uomini che nelle donne. Nelle donne è più facile vederne gli effetti per il calo della natalità. Per l'uomo è meno dimostrabile. L'ipotesi è che ci sia un minor desiderio di una vicinanza fisica. Causato anche da una routine lavorativa che non aiuta.

Bisognerebbe rivalutare i ritmi circadiani del passato». L'aveva previsto Herbert Marcuse nel suo Eros e Civiltà: 'inevitabile «desessualizzazione» nella società capitalistica. Per scendere dalle vette della Scuola di Francoforte alla nostra misera realtà: qui non si batte più un chiodo. Davanti a questo desolante panorama Emanuele Jannini, andrologo e ordinario di Sessuologia medica all'Università di Roma Tor Vergata, non ci sta.

«Sono critico nei confronti di notizie generalmente poco strutturate dal punto di vista dei numeri. Le evidenze sono che il nostro cervello nell'ipotalamo ha co-localizzato fame, son- no, sete e sesso. Sono gli elementi fondamentali per sopravvivere. E senza sesso la specie non sopravvive. Certo è vero: il desiderio può essere socialmente meno appariscente, ma in realtà bisogna vedere da dove veniamo.

Se siamo boomers, generazione per cui l'erotismo aveva un ruolo sociale centrale, restiamo figli di quel tempo». Era Sigmund Freud che aveva l'idea che la sot- trazione generasse una maggiore voglia: «Ma aveva sbagliato. Siamo gli unici animali liberi di scegliere se fare o non fare sesso, senza per questo essere considerati malati. Abbiamo espressioni di desiderio diverse, un arcobaleno di pulsioni.

Basta pensare all'esplosione della pornografia online che ha caratterizzato i lockdown. Se non c'era la voglia avrebbero giocato a scacchi online. L'eccesso di stimoli non produce una riduzione della concupiscenza. È un'idea moralista che si scontra con l'evidenza biologica. L'offerta di sesso è ben lungi dal ridurlo». Alla fine, come preconizzava Lucio Dalla, si farà (o non si farà) l'amore, ognuno come gli va.