Corriere della Sera, 7 gennaio 2023
Il dolore di Kureishi: non so se potrò più scrivere
«Al momento non è chiaro se sarò in grado di camminare di nuovo o di tenere ancora in mano una penna». Dal Policlinico Gemelli di Roma, dove si trova dal 26 dicembre, Hanif Kureishi ha affidato a Twitter un aggiornamento sulle sue condizioni di salute che non allevia l’angoscia creata dalla notizia del malore. Ringraziando «la squadra straordinaria di medici e infermieri» che si sta prendendo cura di lui, ha sottolineato la gravità della situazione, rivolgendo ai suoi follower un appello: «Se c’è assistenza per la quale sarei grato sarebbe nella forma di hardware o software a comando vocale che potrebbe permettermi di guardare, scrivere, riprendere a lavorare e continuare una versione di una vita a metà».
Il messaggio, che è stato trascritto dal figlio maggiore dello scrittore, ripercorre le tappe del malore che ha colto l’autore di opere come Il Budda delle periferie (Mondadori, 1990), My beautiful Laundrette (1985), Nell’intimità (Bompiani, 1998), The mother (2003) e tante altre opere tuttora molto lette nel Regno Unito e in Europa. «Vorrei dirvi che dopo una tranquilla passeggiata a piazza del Popolo, seguita da due passi a Villa Borghese, sono caduto». E ancora: «Avevo appena visto il gol di Mo Salah contro l’Aston Villa e sorseggiato mezza birra quando ho cominciato a sentire le vertigini. Mi sono chinato in avanti e ho messo la testa tra le gambe. Mi sono svegliato pochi minuti dopo in una pozza di sangue, con il collo grottescamente contorto e mia moglie in ginocchio accanto a me».
In quel momento, la sua stessa mano è sembrata allo scrittore «un oggetto semicircolare con artigli». «Ho capito allora – ha spiegato – che non c’era coordinazione tra ciò che rimaneva della mia mente e del mio corpo. Ero divorziato da me stesso. Credevo di essere sul punto di morire, di avere ancora solo tre respiri».
Al Gemelli Kureishi è stato operato alla spina dorsale. Per quanto il quadro rimanga grave, ci sono segnali positivi. Presto lo scrittore comincerà un percorso fisioterapeutico, ma al momento non riesce a muovere né le braccia né le gambe.
«Per alcuni giorni mi sono sentito profondamente traumatizzato, alterato e irriconoscibile a me stesso», ha detto. «Non posso grattarmi il naso, fare una telefonata o mangiare da solo. Come potete immaginare, questo è umiliante, degradante e un peso per gli altri». Kureishi ha voluto ringraziare la moglie, accorsa al suo fianco quando lo ha sentito gridare: «Mi ha aiutato a rimanere calmo, mi ha salvato la vita».