la Repubblica, 7 gennaio 2023
La moglie e le figlie: la vita privata di Vialli
Fuori dallo Stamford Bridge, lungo il vicolo Walk of Fame del Chelsea, c’è un tricolore e la citazione di Gianluca Vialli: “Mi piace come si gioca in Inghilterra, l’atmosfera allo stadio e Londra: la possibilità di vivere in un quartiere cosmopolita come Chelsea e imparare l’inglese per me era qualcosa di affascinante e irrinunciabile”. La sua foto da stella del club è stata trasferita nel più ampio piazzale principale dello stadio. I tifosi inglesi e (tanti) italiani procedono con rose e crisantemi.
Il senso di una fine. Gianluca Vialli non poteva che vivere, gioire e purtroppo morire nella sua Chelsea, a 58 anni. Il quartiere posh,delle celebrità, dei suv splendenti e delle case georgiane di West London, dove il campione italiano ha chiuso la carriera, vinto tre straordinari trofei con i Blues, incontrato l’amore, l’antidiva Cathryn White-Cooper, avuto le figlie Olivia e Sofia. E dove il luminare oncologo, tifoso e amico David Cunningham ha provato fino all’ultimo a salvargli la vita. Non ce l’ha fatta, «dopo cinque anni di malattia affrontata con coraggio e dignità», ha annunciato ieri la riservata famiglia di Luca, «il suo ricordo e il suo esempio vivranno per sempre nei nostri cuori». Ma, nel suo lungo addio, Luca Vialli se ne è andato con un sorriso, come sempre. «L’ultima volta Gianluca l’ho visto qui in strada a fine dicembre. Era appena tornato per ricombattere contro il cancro. Era molto sofferente. Ma mi ha salutato. Mi ha sorriso. Come sempre. Perché il sorriso non lo perdeva mai», ci racconta Lucio Altana, amico e titolare dell’omonimo ristorante a pochi metri dall’ospedale dove è spirato il campione italiano.
Dal 1996 a ieri, Vialli a Londra ha vissuto in pochi chilometri quadrati. La prima sistemazione a Eaton Square, poi una casa dietro ai magazzini Harrods, un’altra candida villa poco più là, tra gli alberi di Natale abbandonati in strada, dove ha vissuto pure l’esilarante P. G. Wodehouse. Il parco dove portava a passeggiare le bambine e il cane. In fondo a Fulham Road, lo Stamford Bridge. Tutto a piedi. Ai suoi piedi. E poi ovviamente la famiglia: la moglie Cathryn, 51 anni, ex modella di origine sudafricana e interior designer. A differenza di molte wags, nessun profilo social, nessuna foto sui tabloid, nessuna intervista dopo aver sposato Gianluca in segreto il 26 agosto 2003 in un castello di Northampton. Infine, le amatissime figlie Olivia e Sofia, con le quali, durante la malattia, «era come un ottovolante». Nel 2020, quando sembrava aver sconfitto il cancro al pancreas, aveva detto a Repubblica e alTimes : «Siamo sempre riusciti a trovare il lato divertente della malattia. Le ragazze a un certo punto mi hanno fatto le sopracciglia con la matita, per farmi più bello dopo la chemio. Ridevamo. Poi però, andavo in bagno e mi mettevo a piangere».
Fuori dall’ospedale Royal Marsden dove Gianluca ha respirato per l’ultima volta arrivano silenziosi ammiratori. Qualcuno, nella notte, ha lasciato una sciarpa della Sampdoria. Poi arriva una coppia di Napoli ma juventina, Francesco e Paola: «Siamo in vacanza, ripartiamo oggi. Ma prima di andar via non potevamo non omaggiare Vialli». Lasciano un mazzo di fiori, un biglietto: “Grazie per le emozioni che ci hai regalato, Gianluca”. I funerali saranno celebrati in forma strettamente privata qui a Londra, con i familiari e qualche amico, probabilmente anche quello di sangue azzurro Roberto Mancini. Poi, tra qualche settimana, una cerimonia pubblica nella sua Cremona che sta pensando anche di intitolargli lo stadio. Ma tu non ti preoccupare, Gianluca, come ha scritto ieri sera il Chelsea: ora dormi bene.