Il Messaggero, 5 gennaio 2023
Ritratto di Sissi
«Sono un gabbiano senza alcun paese, / io non chiamo mia patria alcuna spiaggia, / e non mi lega a sé luogo né posto, / io mi libero in volo di onda in onda». Così scriveva colei che, per molto tempo, è rimasta cristallizzata nell’immaginario collettivo come il mito romantico per eccellenza. Ovvero Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach, passata alla storia come Sissi (in realtà, Sisi). Raffigurata, nel ritratto di Winterhalter, con un vaporoso abito da ballo bianco, il vitino di vespa evidenziato, le spalle nude, i capelli che, sciolti, le arrivavano alle caviglie nella pettinatura a corona, trafitti da stelle di diamanti.
IN FUGA
Ma la realtà è quasi sempre diversa dalla fiaba: seppur bellissima e fascinosa, l’imperatrice d’Austria è stata una donna inquieta, in fuga da sé stessa e dalla claustrofobica corte di Vienna, in moto perpetuo, innamorata della propria venustà e magrezza al punto da sottoporsi a veri digiuni, fare esercizi agli anelli persino in abito da sera, costringere le dame a camminate massacranti ogni giorno. Una donna intelligente, colta, appassionata di poesia adora Heinrich Heine e di classicità, ottima cavallerizza, liberale e sensibile, però incapace di apprezzare appieno i doni di cui la vita l’ha ricoperta. Una donna che poco corrisponde alla giovinetta deliziosa interpretata da Romy Schneider nella trilogia, ma che non è neppure solo l’allumeuse del recente film Il corsetto dell’imperatrice. Sissi sfugge a ogni inquadramento: moderna nella volontà di preservare la privacy, non disdegna gli immensi privilegi del rango.
Nata a Monaco di Baviera il 24 dicembre 1837, è la quarta figlia di Massimiliano, duca in Baviera, e di Ludovica, duchessa di Baviera. I genitori sono tutti e due Wittelsbach. In seguito, il duca Max gaudente estimatore del gentil sesso otterrà il trattamento di altezza reale. La nidiata Wittelsbach è numerosa e affiatata, abituata a vivere a contatto con la natura senza troppe formalità, soprattutto nel castello di Possenhofen.
LE NOZZE
Il colpo di scena avviene quando l’imperatore Francesco Giuseppe I – figlio di Sofia, sorella di Ludovica – si innamora a prima vista della giovanissima cugina Elisabetta, invece che della più docile e adatta sorella di lei, Elena. Le nozze hanno luogo il 24 aprile 1854, dopo che la fidanzata è stata costretta a un periodo di studio. Gli esordi non sono dei migliori: Sissi non sopporta il cerimoniale ed entra in conflitto con la suocera, che ha un forte senso del dovere e del ruolo. Cominciano i malanni, di natura psicosomatica. Nel 1855 nasce Sofia, nel 56 Gisella: entrambe sono poste sotto l’ala protettrice della nonna. Sissi riesce a portare con sé la figlia maggiore in un viaggio nel Lombardo-Veneto fra il ’56 e il ’57. Ma gli italiani non tollerano più il giogo austriaco. A un ricevimento milanese, i nobili mandano in rappresentanza i loro domestici; alla Scala viene cantato Va’, pensiero.
Per certi aspetti, va meglio la visita in Ungheria: Sissi si innamora della terra magiara e dal suo fiero popolo, da cui è ricambiata. A riprova di ciò, prenderà al suo servizio l’ungherese Ida von Ferenczy come lettrice e diverrà amica del colonnello Gyula Andrássy. Purtroppo, nel corso di quel primo viaggio, la piccola Sofia si ammala e muore. In seguito, nel 1867 Sissi verrà incoronata regina di Ungheria e passerà lunghi periodi a Gödöll, dove farà nascere la figlia più amata, Maria Valeria.
Nell’agosto 1858 viene al mondo Rodolfo, il principe ereditario che morirà in circostanze misteriose quasi certamente suicida – a Mayerling nel 1889 con l’amante Maria Vetsera. Intanto in Italia si svolge la seconda guerra d’indipendenza, l’Austria viene sconfitta e deve rinunciare alla Lombardia. Sissi è irrequieta e infelice, non mangia (probabilmente soffre di anoressia), ha problemi polmonari, fugge appena può da Vienna per recarsi nell’assolata isola portoghese di Madera e in quella greca di Corfù. Va molto anche in Tirolo, in particolare a Bressanone, si reca a Madonna di Campiglio e sul lago di Garda. Legatissima al nevrotico, stravagante cugino Ludwig di Baviera, con cui mantiene una fitta corrispondenza (lui si definisce aquila, lei gabbiano), soffrirà quando questi morirà misteriosamente nel 1886. Altro motivo di preoccupazione è la sorella Maria Sofia, che ha sposato Francesco II, re delle Due Sicilie, e viene detronizzata da Garibaldi.
PROBLEMI
Mentre gli anni passano e i lutti si accumulano, le problematiche caratteriali di Sissi si accentuano. Per far accettare al marito le sue fughe, accetta volentieri che abbia un’amante. Quindi vaga per i mari sullo yacht, passa molto tempo con l’ex imperatrice Eugenia di Francia e con la regina Vittoria in Costa Azzurra. Ha scritto una volta: «Solitaria vago in questo mondo, alla gioia, alla vita da tempo ho voltato le spalle, con nessuno condivido la mia vita, mai vi fu alcuno che mi abbia capito». Nel settembre 1898, a Ginevra, viene colpita a morte dall’anarchico Luigi Lucheni. «Nulla, in questa vita, mi è stato risparmiato», commenta annichilito il marito Francesco Giuseppe, che l’ha amata senza capirla.