la Repubblica, 4 gennaio 2023
Su "La saggezza e l’audacia. Discorsi per l’Italia e per l’Europa" di David Sassoli (Feltrinelli)
L’Europa non è solo un’aspirazione, un ideale. È anche un obiettivo politico o istituzionale. In cui le varie tessere del sapere democratico compongono il mosaico dell’attuale convivenza civile dei cittadini europei e soprattutto quella del futuro. A un anno dalla morte di David Sassoli, Claudio Sardo ha raccolto, in un libro prezioso - La saggezza e l’audacia, edito da Feltrinelli e con la prefazione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella - i discorsi e gli interventi svolti dall’ex presidente del Parlamento europeo nei suoi due anni e mezzo di mandato al vertice dell’unica istituzione elettiva dell’Ue. Non si tratta solo di un compendio per onorare la vita e l’impegno di una "persona per bene". O per ricordare le energie profuse da un politico che ha dedicato buona parte della sua vita alla costruzione della casa comune europea. Ma è un lascito e nello stesso tempo uno strumento per interpretare i bisogni dell’Unione e i suoi necessari sviluppi.
È un lascito perché il vigore morale con cui Sassoli ha guidato la sua attività ai vertici dell’Eurocamera non può essere dimenticato. Soprattutto non può essere ignorato da chi crede che la prospettiva dei cittadini europei non possa che realizzarsi positivamente dentro il progetto dell’Ue. Perché la sua storia personale dentro il centrosinistra italiano rappresenta davvero una sorta di piccolo laboratorio politico del fronte progressista e democratico continentale.
La sua elezione, nel 2019, è stata il segno della capacità di far convivere esperienze e tradizioni diverse all’interno di un’unica cornice comunitaria. La cosiddetta "maggioranza Ursula" - composta in primo luogo da Ppe, Pse e liberali di Renew - sembrava potersi unire solo nel voto a favore di un candidato nato dentro il cattolicesimo democratico del nostro Paese. "C’è una vocazione sociale nella sua testimonianza di credente - scrive Sardo - che spesso reinterpreta e amplia i valori del cattolicesimo democratico. Vocazione certamente coltivata nell’associazionismo, negli scout, nella Lega democratica". Nel suo legame con Giorgio La Pira e negli insegnamenti di Pietro Scoppola. È forse uno dei prodotti più genuini della fusione tra Ds e Ppi che ha dato vita al Pd. E che ha poi gemmato a Bruxelles, ovviamente in maniera diversa e in dimensioni differenti, nella sua attività di parlamentare europeo. "Non vi è dubbio - sottolineava nel 2019 - che toccherà proprio al cattolicesimo politico individuare nella democrazia e nei Parlamenti gli strumenti per invertire la rotta e metterci in sicurezza". Nella consapevolezza che l’Europa è nata anche sulle fondamenta della lotta al nazifascismo e che sono inaccettabili i tentativi di porre sullo stesso piano in Italia il fascismo e il Partito comunista.
Perché l’Europa e soprattutto il concetto di una "Nuova Europa" è stato probabilmente il disegno su cui Sassoli ha più insistito nei momenti di maggiore crisi dell’Unione. In particolare quando la pandemia sembrava potere assestare un colpo esiziale a una comunità che in un primo momento non riusciva a rispondere all’emergenza. "Oggi - è la sintesi offerta da Sergio Mattarella nella prefazione - proprio l’Europa - in questo risiede uno dei messaggi più importanti di David Sassoli - rappresenta una dimensione essenziale, irrinunciabile per la nostra democrazia e per la libertà di ogni cittadino europeo. Senza le istituzioni europee i singoli Stati - anche i più grandi - sarebbero impotenti di fronte alle sfide sempre più globali: dai mutamenti climatici ai movimenti migratori, dalle dinamiche demografiche a quelle geopolitiche e militari condotte da attori di dimensione continentale, ai poteri economici e finanziari che travalicano i confini e condizionano i mercati".
Ecco, nello sguardo dell’ex presidente del Parlamento europeo la tradizione del cattolicesimo democratico e l’esperimento del Pd si saldavano alla fine con l’orizzonte federalista di Altiero Spinelli, con il Manifesto di Ventotene. "Dobbiamo recuperare lo spirito di Ventotene - aveva detto a Strasburgo nel 2019 nel suo discorso di insediamento - e lo slancio pionieristico dei padri fondatori". E allora il vero nemico, adesso, sono i sovranisti e i populisti. In primo luogo quelli - come la Polonia e l’Ungheria - che vogliono distruggere il cantiere europeo minandone la base legale: "L’Europa, non dimentichiamolo, è il suo diritto". Ogni passo indietro è un indebolimento. Ogni frenata è un successo per chi vuole dividere l’Unione al fine di renderla più fragile. E proprio per questo ha bisogno di riformarsi. Anzi, sebbene la morte prematura gli abbia risparmiato almeno la tristezza di vedere la guerra provocata dalla Russia in Ucraina, Sassoli è forse tra i primi a capire che la "guerra" del Covid impone di cambiare le regole dell’Unione. Il debito comune, il NextGenerationEu, gli acquisti collettivi dei vaccini sono tutte scelte che gli danno ragione e che hanno di certo trasformato una comunità che per la fase precedente il 2020 sembrava imbambolata dinanzi alle sfide globali. Comprendendo alla fine che solo insieme le poteva affrontare. "L’Europa non è un’entità astratta.
L’Europa - spiegava a Parigi poco prima che il virus invadesse il nostro continente - è fatta dai suoi cittadini, gli europei. Occorre contrastare la convinzione, fin troppo diffusa, che l’Europa sia stata costruita contro di essi. Occorre accantonare l’idea di un’Europa trincerata nella sua fortezza di Bruxelles". E per questo serve una "nuova Europa". Con regole nuove e adatte al tempo che viviamo. La sua scommessa, quella della Conferenza sul futuro dell’Europa, si basava proprio su questa aspettativa. "Se la democrazia decide all’unanimità, se c’è il diritto di veto - ammoniva il giorno dell’insediamento della Conferenza a maggio 2021 - come può rispondere con efficienza?".
"È la nostra sfida - è una delle ultime frasi pronunciate pochi giorni prima di morire e che lasciano una testimonianza del suo agire - quella di un mondo nuovo, che rispetta le persone, la natura, e crede in una nuova economia basata non solo sul profitto di pochi ma sul benessere di tutti".