la Repubblica, 5 gennaio 2023
Dall’Economia alla Sanità, lo spoils system della destra
Il primo nome a saltare dà il senso dello spoils system che ha in mente Giorgia Meloni. Il nome: Nicola Magrini, direttore generale dell’Agenzia del farmaco. Uno dei tecnici di punta nella lotta alla pandemia. Una sostituzione che ha un significato simbolico forte, ancora più importante dell’aspetto tecnico. Come quella di Giovanni Legnini, commissario per le aree terremotate, sostituito con Guido Castelli, senatore di Fratelli d’Italia. In questo caso il perimetro non è quello dello spoils system, che dà facoltà a ogni nuovo governo di cambiare le figure apicali della macchina pubblica entro 90 giorni dalla fiducia, ma il valore simbolico è lo stesso.
Tesoro
Il fronte più caldo delle nomine è il ministero dell’Economia. La premier vuole mandare via Alessandro Rivera, il direttore generale in sella dal 2018: le resistenze al Mef sono forti, ma l’intenzione di Palazzo Chigi è ferma. In lizza Antonino Turicchi, presidente di Ita, e il dirigente Mef Stefano Scalera. Resiste, invece, il Ragioniere generale dello Stato Biagio Mazzotta: FdI gli rimprovera la gestione della Finanziaria, ma ha dalla sua un’esperienza tecnica difficile da rimpiazzare. Balla l’incarico di Valeria Vaccaro, capo del Dipartimento dell’Amministrazione generale. Appena fuori dal perimetro delle quattro figure più importanti (alla Direzione generale delle Finanze è arrivato Giovanni Spalletta, fresco di nomina) c’è la poltrona di Cassa depositi e prestiti: l’attuale amministratore delegato Dario Scannapieco è più fuori che dentro. Cambi in vista nelle Agenzie fiscali: Marcello Minenna è dato per certo in uscita dalle Dogane, con Benedetto Mineo, già direttore dell’Agenzia, favorito su Salvatore Lampone (Leonardo). In bilico Alessandra Dal Verme (Demanio), mentre Ernesto Maria Ruffini va verso la riconferma alle Entrate.
Lavoro/Imprese
Al ministero delle Imprese rischia Francesco Soro, direttore generale per i servizi di comunicazione elettronica, di radiodiffusione e postali. Fuori dallo spoils system, ma comunque nel giro delle sostituzioni, il presidente dell’Inps Pasquale Tridico e il commissario dell’Anpal Raffaele Tangorra. Obiettivo: cambiare corso sul Reddito di cittadinanza e sulle politiche attive del lavoro.
Sanità
"Nel ringraziarla per il prezioso lavoro svolto presso l’agenzia, le rappresento che non è mia intenzione confermarla nell’incarico". La lettera del ministro alla Salute Orazio Schillaci con queste parole è arrivata lunedì a Magrini. Fino al 23 gennaio è invitato dal ministro "a limitarsi alla cura delle attività di ordinaria amministrazione".
Il direttore dell’agenzia del farmaco è l’unico ruolo sanitario per il quale è prevista dalla legge la possibilità di applicare lo spoils system. Per Agenas, l’agenzia sanitaria delle Regioni, il consiglio di Stato ha sostenuto che la norma non si applichi (e comunque il direttore Domenico Mantoan sembra saldamente al suo posto). Discorso diverso va fatto per il ministero alla Salute. Ci sono 17 direzioni, delle quali almeno otto oggi scoperte. Il ministero sta avviando una riorganizzazione interna, cosa che permette di sostituire, o spostare, i direttori attualmente in carica, dando così il via a una sorta di spoils system. Verranno anche creati quattro nuovi capi dipartimento, sotto i quali agiranno le direzioni. Potrebbe essere sostituiti il capo della programmazione, che è uno dei settori centrali, Stefano Lorusso, ma anche quello dei dispositivi, Achille Iachino. Non è però certo che vadano via, visto il gran numero di posti già vacanti.
Palazzo Chigi
Le pedine che contano sono state già piazzate, a iniziare dal sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano, subentrato a Roberto Garofoli. Carlo Deodato è il nuovo Segretario generale (ha preso il posto di Roberto Chieppa, in carica con Conte e Draghi), mentre l’incarico di consigliere diplomatico è stato assegnato a Francesco Talò, in sostituzione di Luigi Mattiolo. L’ultima sostituzione è quella di Legnini con Castelli. A fine mese è atteso un decreto per cambiare la delicata governance del Pnrr.
Giustizia
Al ministero di via Arenula è in bilico il dirigente Alessandro D’Ancona: al suo posto è pronto il magistrato Stefano Dambruoso. L’uscita si aggiungerebbe a quelle già decise dal ministro Carlo Nordio, a iniziare dal cambio al vertice del Dap, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, dove Carlo Renoldi è rimasto in carica nemmeno un anno, sostituito dal procuratore aggiunto della Direzione nazionale antimafia Giovanni Russo. Gaetano Campo, presidente di sezione lavoro del Tribunale di Vicenza, ha preso invece il posto della collega Barbara Fabbrini alla direzione del Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria.
Istruzione
Il ministro Giuseppe Valditara ha già cambiato alcune pedine interne. Ha nominato consigliere Max Bruschi. Già uomo di fiducia del ministro Sandro Bondi nella segreteria di Silvio Berlusconi, nel 2012 Bruschi contribuì a destrutturare la scuola pubblica (insieme a Valditara) sotto la ministra Mariastella Gelmini. È diventato capo dipartimento in Viale Trastevere con Lucia Azzolina e adesso è tornato in sella. Consiglieri personali del ministro sono anche l’ordinario di Pedagogia Giuseppe Bertagna, il renziano Marco Campione e Luciano Chiappetta, già capo dipartimento con governi di centrosinistra. Le prossime due figure in partenza sono il capo dipartimento Stefano Versari, già provveditore scolastico a Bologna e figura strettamente legata all’ex ministro Patrizio Bianchi, e la direttrice generale dell’Unità di missione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, Simona Montesarchio. L’attuale ministro ha già sottolineato i ritardi del Pnrr nel settore istruzione.
Università e ricerca
La ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, non ha toccato le direzioni generali, ma ha già cambiato il responsabile del segretariato generale (in pensione chi l’ha preceduto), il segretario particolare, il capo segreteria, il capo di gabinetto e il responsabile della segreteria tecnica. Con il prossimo spoils system, Giuseppe Cerrone lascerà la responsabilità dell’ufficio legislativo.