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 2023  gennaio 04 Mercoledì calendario

Meglio essere bassi

Essere di alta statura è un desiderio di superiorità assai diffuso che avrebbe dovuto essere mandato in pensione tanto tempo fa - e lo dico dall’alto dei miei 152 centimetri e mezzo.
Accarezzare l’idea di essere alti aveva senso quando esserlo facilitava la sopravvivenza. In epoche molto remote, quando la necessità di difendersi si presentava ogni giorno, gli individui di alta statura potevano proteggere le loro famiglie e portare a casa un bel controfiletto di rinoceronte lanoso con maggiore facilità. Oggi, chi ha la forza di resistere seduto tutto il giorno a una scrivania in ufficio porta a casa la carne ben confezionata nella plastica.
È in corso un dibattito sull’altezza della popolazione e su quello che ciò implica ai fini della ricchezza e dell’equità di una nazione, ma a me interessa parlare di bassa statura a livello di singola persona. Il nostro successo come individui non dipende dal malmenare o meno persone o animali. Anche se così fosse, in un’epoca di armi e di droni essere di alta statura vorrebbe dire essere esposti di più.
In Size Matters (L’altezza conta), il giornalista Stephen S. Hall narrò che nel XVIII secolo Federico Guglielmo I di Prussia pagava somme esorbitanti di denaro per reclutare soldati «giganti» provenienti da tutto il mondo, istituzionalizzando così «per la prima volta in una grande società post medievale la desiderabilità dell’altezza» e attribuendo valore tangibile ai centimetri della statura, valore che si è riverberato in epoca moderna.
L’eco di quei primi desideri e pregiudizi umani ha attecchito nella nostra mente come un motivetto molto orecchiabile, al punto che votiamo i candidati alti presumendo che siano leader migliori e spesso scegliamo come nostri partner persone alte senza che nessun altro elemento confermi che saranno coniugi migliori. John Kenneth Galbraith, economista e diplomatico alto due metri e sette centimetri, ipotizzò che privilegiare l’alta statura fosse «uno dei pregiudizi più sfacciati e condonati della nostra società». Altri si spingono ancora oltre, alla ricerca di qualche centimetro in più: sempre più persone sono disposte a spendere anche 150mila euro per sottoporsi a dolorosissimi interventi chirurgici di allungamento degli arti, e ci sono genitori che sottomettono i loro figli, per altro sani, a cure e terapie con l’ormone della crescita i cui effetti collaterali sono sconosciuti.
Lo dico perché da ragazzina sono stata una di loro. Quando ero preadolescente, per tre anni e mezzo mi sono iniettata somatotropina nella coscia, per volontà dei miei genitori che temevano che sarei stata diversa se fossi rimasta bassa. Capisco perché la pensassero così, tenuto conto di come sono trattati nella società gli individui bassi: pochi anni prima che nascessi, al secondo posto della classifica Billboard Hot 100 c’era una canzone la cui strofa ripeteva che «short people got no reason to live», chi è basso non ha motivo di vivere. Oggi ho due figli gemelli che sono tra i bambini più bassi nella loro classe al kindergarten ma, invece di apprestarmi a sottoporli a trattamenti a causa di antiquati pregiudizi sociali, li lascerò essere quello che sono: bassini. Essere bassi, infatti, è meglio. Essere bassi è il futuro.
Parliamo favorevolmente di bassa statura soltanto ogni quattro anni, quando Simone Biles ci lascia sbalorditi facendo acrobazie in body. Questo ha fatto sì che passassero inosservati molti vantaggi di cui godono le persone basse. In media, le persone basse vivono più a lungo e tra loro l’incidenza dei casi di cancro è inferiore. Teoria vuole che ciò accada perché, avendo meno cellule, vi sono meno probabilità di sviluppare un cancro. Ci sto.
I bassi sono anche ambientalisti per natura, il che è quanto mai importantissimo in un mondo di otto miliardi di esseri umani. Thomas Samaras, che da 40 anni studia l’alta statura ed è noto in alcuni ambienti come il padrino del Shrink Think, una filosofia in buona parte sconosciuta per cui gli individui bassi sarebbero superiori, ha calcolato che se mantenessimo le nostre proporzioni, ma fossimo più bassi di appena il 10%, nella sola America risparmieremmo 87 milioni di tonnellate di cibo l’anno (per non parlare dei trilioni di galloni di acqua, dei quadrilioni di unità termiche britanniche e dei milioni di tonnellate di spazzatura). «Non voglio che gli alti si sentano in colpa» scrisse Samaras schiettamente, «ma questa è l’epoca giusta per essere bassi».
I genitori decantano sempre quanto i loro figli «svuotino il frigorifero in casa e fuori» e quanto crescano rapidamente i loro piedi subito dopo aver acquistato un nuovo paio di scarpe, come se fosse un motivo di vanto. I miei figli mangiano come criceti – stanno bene, sono in perfetta salute – e tenuto conto dei loro percentili risparmiamo soldi e cibo. Indossano lo stesso paio di scarpe per un anno intero. Crescere a vista d’occhio come un’erbaccia? No, grazie, preferisco crescere come un cactus.
Le persone di bassa statura non soltanto risparmiano risorse ma, poiché queste ultime si assottigliano a causa dell’aumento della popolazione terrestre e del riscaldamento globale, potrebbero anche essere gli individui più adatti a sopravvivere a lungo termine (e non solo perché più persone potrebbero entrare in una navicella spaziale, nel caso in cui fossimo costretti ad abbandonare questo pianeta che abbiamo mandato in malora). Nel suo libro Sapiens, Yuval Noah Harari parla di una popolazione di primitivi che popolò un’isola di nome Flores. A causa dell’innalzamento del livello degli oceani, l’isola fu separata dal resto delle terre emerse. «Le prime persone a morire furono quelle di alta statura, che avevano bisogno di molto cibo» scrisse Harari. Dopo molte generazioni, gli uomini su quell’isola si trasformarono poco alla volta, arrivando a una statura di soli centosei centimetri. Potevano fare tutto quello che riuscivano a fare gli uomini di alta statura – costruire attrezzi, cacciare –, ma potevano anche sopravvivere quando i tempi si facevano duri.
Scegliendo un partner più basso, in teoria si contribuisce a salvare il pianeta riducendo le necessità delle generazioni successive. Abbassare i requisiti minimi di altezza quando si prende in considerazione l’idea di cercare un partner aggiornando il proprio profilo significa fare un passo in direzione di un pianeta più verde.
Nancy Blaker, ricercatrice che vive nei Paesi Bassi e che un tempo si è occupata di status sociale, ha detto che gli uomini bassi, contrariamente agli stereotipi, possono compensare la loro bassa statura sviluppando attributi positivi. «Non è questione di essere aggressivi e cattivi» ha detto, «gli uomini bassi si comportano in modo strategico e arguto, e questo significa anche essere prosociali». Secondo mio marito, alto un metro e settantatré, sarebbe stato più facile essere di alta statura che doversi sforzare di sviluppare la sua arguzia, ma io so che non ci saremmo sposati se non mi avessero fatto male le guance da quanto gli sorrisi durante il nostro primo appuntamento.
Il problema è che, in linea generale, nutriamo ancora l’illusione che "di più" voglia dire di maggior valore. Me lo spiegò Alberto Hayek, il mio ex endocrinologo del Rady Children’s Hospital di San Diego. Quando contattai quel medico, oggi in pensione, gli chiesi perché i genitori di bambini che non avevano nessun problema sanitario volessero sottoporli alla cura con l’ormone della crescita. Mi rispose che la ricerca di una statura alta assumeva un significato particolare in una società capitalistica. «Ogni cosa è grande» mi disse, «gli edifici, le aziende». (...) Un’altra endocrinologa, Adda Grimberg, direttrice scientifica del Growth Center del Children’s Hospital di Filadelfia, ha detto che sebbene i pregiudizi sulla statura alta esistano, i genitori preoccupati commettono un errore a ritenere che essa sia di importanza fondamentale per il successo e il senso di appartenenza. (...)
Concordo. Da persona bassa, ho scoperto che l’unica cosa che non riesco a fare è afferrare gli oggetti dagli scaffali alti. In fondo, però, questo non è un problema perché le persone alte amano allungarsi e dare una mano, e ciò li aiuta a dare ai loro arti fuori misura la sensazione di servire ancora a qualcosa.
In alcune regioni del mondo, si celebra la bassa statura. Arne Hendriks, relatore e artista alto un metro e novantacinque, usa le sue performance ed esibizioni per incoraggiare le persone ad accogliere favorevolmente alcuni centimetri di statura in meno. È arrivato al punto di ridurre l’apporto di latticini ai suoi figli e di limitare al massimo il consumo di zuccheri nel tentativo di moderarne la crescita, per salvarli dai malesseri di chi è alto. «È giunto il momento di smontare da cavallo» ha detto Hendriks. «Non siate eccessivamente fiduciosi in voi stessi, voi alti, perché probabilmente morirete più giovani, avrete più problemi di salute e inquinerete maggiormente».
Il futuro che immagino io è diverso: voglio che i figli dei miei figli conoscano il valore della bassa statura. Voglio che si definiscano «piccolini» con «le gambe corte». E spero che, quando uno di loro griderà «io sono il più basso», l’altro piegherà le ginocchia rispondendo «no, sono io il più basso!». —
Traduzione di Anna Bissanti