Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2023  gennaio 04 Mercoledì calendario

Crosetto: «La Bce ha troppo potere»

«Le condizioni economiche del Paese rischiano di peggiorare se verranno a mancare le “tutele esterne” che hanno aiutato negli ultimi anni. Per questo fatico a comprendere le ragioni che hanno spinto la Bce a cambiare politica sugli acquisti dei titoli di Stato europei, in un momento già economicamente molto complesso, per certi versi drammatico, come quello che sta attraversando il mondo e l’Ue in particolare». È il ministro della Difesa Guido Crosetto a delineare così l’impatto dell’allarme lanciato dalFinancial Times: l’Italia è «l’anello debole» dell’eurozona perché è il Paese più esposto a una nuova crisi del debito alla luce della politica restrittiva della Bce.
Ministro, condivide l’allarme?
«Il giudizio degli economisti è lo stesso da anni perché l’Italia ha un debito pubblico altissimo, solo che questo fattore non ha pesato negli ultimi anni perché c’è stato ilwhatever it takes di Draghi. Le condizioni “esterne” – tassi, inflazione, allentamento dei parametri – sono state fantastiche, con la Bce che ha costruito un grandissimo ombrello sulle emissioni dei titoli. Ora il cambio repentino di politiche della Banca centrale rischia di avere un effetto particolarmente negativo su di noi».
Quali rischi corre l’Italia?
«Basta guardare alla legge di bilancio: oltre venti miliardi in più, rispetto allo scorso anno, per pagare gli interessi sul debito pubblico. Senza inflazione e tassi si sarebbero fatti maggiori investimenti nell’economia e si sarebbe scongiurato l’aumento delle accise sulla benzina o il taglio della rivalutazione di alcune pensioni».
Insomma, la Bce sbaglia.
«Non sta a me giudicare ma non serve un premio Nobel, basta il buon senso di una massaia per capire che alcune decisioni provocano effetti negativi perché amplificano la crisi. Quando Draghi lanciò ilwhatever it takes,la situazione economica e sociale era enormemente migliore di quella a cui stiamo andando incontro. A maggior ragione oggi non c’era alcuna ragione per una stretta».
La Bce, però, non ha grandi
alternative al rialzo dei tassi per contrastare l’inflazione.
«Il rialzo dei tassi può essere anche una scelta comprensibile, ma non intervenire più come prima sulle emissioni di debito pubblico è una cosa più difficile da comprendere e giustificare».
L’Eurotower rivendica la sua indipendenza sulle decisioni prese.
«Infatti rispetto la loro indipendenza, ma ciò non toglie a me il diritto di dare un giudizio critico sulle loro scelte, esprimendo un’idea da libero cittadino. Ed in più c’è un ragionamento politico: l’Europa deve porsi il tema di come coniugare le rilevanti decisioni politiche, assunte in modo indipendente dalla Bce e dall’Eba, con quelle che prendono la Commissione europea e i governi nazionali. Abbiamo lasciato a organismi indipendenti e che rispondono solo a sé stessi, la possibilità di incidere sulla vita dei cittadini e sull’economia, in modo superiore alla Commissione europea e soprattutto ai governi nazionali. È legittimo chiedersi quanto sia giusto?».
La Bce ha previsto anche uno scudo anti spread. Non è sufficiente?
«Se è sufficiente o meno ce lo dice il mercato, quello che crediamo io, lei ola Lagarde non conta nulla. Se guardiamo i grafici e vediamo cosa sta succedendo sui mercati allora capiamo che lo scudo non è sufficiente».
Tocca anche al governo contenere il rischio sul debito. Allo stesso tempo bisogna aiutare le famiglie e le imprese. Farete un nuovo scostamento di bilancio?
«Il governo ha fatto una manovra con un messaggio chiaro per i mercati e per l’Europa: serietà, nessuna demagogia. Prenderemo atto di quello che accadrà nella consapevolezza che non abbiamo la stessa possibilità di indebitamento che hanno avuto Draghi o Conte, né i tassi bassi che ha avuto Renzi.
Dobbiamo ricostruire il Paese, intervenendo anche sulle situazioni di debolezza e di povertà eccessive per non farle tradurre in drammi familiari».
Però avete tagliato il Reddito di cittadinanza.
«Ben venga il Reddito quando aiuta a contrastare la povertà: che si chiami Reddito di cittadinanza, Rei o aiuto economico va benissimo, nessuno lo tocca. Quello che prendono i mafiosi e chi lavora in nero non va bene, basta farsi prendere ancora in giro».
Torniamo agli aiuti: molto dipenderà dall’inflazione. Quale
trend vi aspettate nei prossimi mesi?
«L’effetto Covid che arriva dalla Cina provocherà dei nuovi blocchi nelle catene di fornitura: una diminuzione dell’offerta, a parità di domanda, farà aumentare i prezzi e quindi probabilmente nelle prossime settimane assisteremo a un ulteriore aumento dell’inflazione».
Non è stato un azzardo azzerare lo sconto sui carburanti?
«È stata una necessità. Il governo non avrebbe voluto certamente aumentare il costo della benzina, ma le risorse a disposizione sono poche».
Le opposizioni dicono che potevate rinunciare alle misure identitarie, come la flat tax.
«La flat tax ha un costo irrilevante, va a intervenire sulla classe media che è quella che ha pagato di più la crisi.
Vorrei ricordare alle opposizioni che la maggior parte delle risorse è andata in aiuti alle famiglie e alle imprese contro il caro energia».
Gli aiuti scadono a fine marzo.
State già pensando a un nuovo decreto contro il caro bollette?
«Al momento i prezzi del gas stanno calando perché dicembre è stato un mese più caldo del previsto, la speranza è che calino ancora.
Vedremo a marzo».
Ha insistito sulla necessità di «ricostruire» il Paese. Serve una nuova squadra di tecnici?
«Quando la sinistra ha fatto lo spoils system, parlo di quello previsto dalla legge, nessuno ha detto niente, perché ora non può farlo il centrodestra? Dovrebbe tenere nei gabinetti ministeriali le persone scelte dal precedente governo?».
Un nome su tutti darà la cifra del vostro spoils system: Alessandro Rivera, direttore generale del Tesoro. Sarà sostituito?
«È una scelta del ministro dell’Economia».
La decisione passa anche da Palazzo Chigi.
«Ognuno si sceglierà i propri collaboratori, come hanno fatto tutti. Non è che Draghi, Conte o Renzi possono scegliere e la Meloni o Giorgetti no. E poi siamo seri, parliamo di 30-40 persone, non di cambiare tutta la Pa».