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 2023  gennaio 04 Mercoledì calendario

Perché il prezzo del gas scende e le bollette no

1 Il prezzo del gas sul mercato è sceso sotto ai livelli pre-invasione russa dell’Ucraina. Eppure ieri l’Arera ha comunicato l’ennesimo aumento delle tariffe per chi è in regime di tutela, perché?
Ieri quotava alla Borsa di Amsterdam 72,6 euro a megawattora, ad ogni modo un valore più alto della media del 2021, di oltre tre volte del primo semestre di quell’anno in piena emergenza Covid. Si aggiunge che nelle prime due settimane di dicembre il valore del metano sulla piattaforma olandese era ancora sensibilmente alto, tra i 135 e i 140 euro a megawattora, sette volte la media del 2021. Dunque il prezzo della componente gas non è ancora così calmierato, ma siamo entrati in pieno inverno e molto dipenderà anche dalle temperature.
2 Perché il clima diventa un fattore decisivo persino più di quanto conti la geopolitica e il disaccoppiamento delle forniture con la Russia?
Perché nei mesi invernali la domanda di metano necessaria al funzionamento dei riscaldamenti schizza verso l’alto diventando prevalente. Più l’inverno è rigido più la richiesta di gas sale. Ci sono giorni in cui il fabbisogno può toccare i 400 milioni di metri cubi di gas, più del doppio del fabbisogno dell’intera industria, comprese le fabbriche energivore. I dati del consumo di gas 2022 appena comunicati da Snam però rassicurano. Perché sta funzionando il risparmio energetico stabilito dal precedente governo che ha accorciato la stagione dei riscaldamenti di due settimane riducendo di un grado le temperature nelle abitazioni a consumo centralizzato.
3 Che cosa ci si può attendere nei prossimi mesi per le bollette gas?
È prematuro fare delle proiezioni sui prossimi mesi per chi è in regime di tutela, cioè circa 7 milioni di italiani, il 36% delle utenze domestiche. Il nuovo meccanismo di calcolo introdotto dall’Arera potrebbe portare ad una riduzione delle tariffe gas a gennaio se il prezzo sulle piattaforme di negoziazione della materia prima resterà ai livelli attuali, cioè non superiori agli 80 euro a megawattora. La svolta è legata alla novità delle revisioni a cadenza mensile e non più trimestrale delle tariffe. Ciò permette all’Autorità di integrare nelle tariffe del consumo al dettaglio ogni novità di prezzo in tempi molto più rapidi. Ci saranno però da effettuare alcuni conguagli e la riduzione non potrebbe essere parametrata a quella che sta certificando il mercato.
4 Che cosa occorre fare se si è già sul mercato libero ?
Per chi lo è già, circa il 64% delle utenze, 13 milioni di utenze, le variabili sono diverse ma anche per la stragrande maggioranza di questi contratti si dovrebbe andare verso una riduzione delle tariffe. Dipende dal modo in cui viene calcolata la materia prima. Se è predeterminata da un prezzo fisso con un orizzonte temporale prestabilito oppure se è un prezzo variabile agganciato ad un listino come può essere il Psv italiano o il Ttf olandese. Nel primo caso non ci sarà alcuna fluttuazione, il cambiamento si determinerà a scadenza del contratto, generalmente della durata di 12-24 mesi. Nel secondo caso la riduzione delle tariffe viene trasferita in bolletta già nel mese successivo, come avviene quando il prezzo del gas sale e il conto poi si riverbera sull’utenza. La stragrande maggioranza dei clienti sul mercato libero ha contratti con un prezzo variabile indicizzato, dunque se il prezzo della componente gas scende si riduce anche il conto in bolletta.
5 La riduzione delle tariffe si trasferirà anche sull’energia elettrica? E in quale misura?
Per quel che riguarda l’elettricità gli effetti si vedono già dal primo gennaio. È previsto un calo di quasi il 20% per i primi tre mesi del 2023, secondo le ultime stime dell’Arera. «Alla luce del calo delle quotazioni all’ingrosso dei prodotti energetici», ha spiegato l’Authority, «oltre agli interventi voluti dal governo Meloni contro il caro-bollette inseriti nella legge di Bilancio, nel primo trimestre del nuovo anno il prezzo di riferimento dell’energia elettrica per una famiglia tipo in mercato tutelato scenderà del 19,5% rispetto al trimestre precedente». Già negli ultimi tre mesi del 2022, il prezzo unico nazionale dell’elettricità (Pun) aveva registrato un calo del 48% rispetto ai livelli particolarmente alti tra luglio e settembre 2022, cioè 246 euro al megawattore contro 472 euro al Mwh della media trimestrale.
6 Ci sono possibili conguagli da sterilizzare nei trimestri successivi?
Sì, non è escluso. Perché incombe un conguaglio da 1,6 miliardi da spalmare nei trimestri successivi. Per sterilizzare l’aumento spropositato delle tariffe dell’energia elettrica nel quarto trimestre 2022, l’Authority Arera ha infatti posticipato il pagamento di quella cifra frutto della differenza tra il costo per l’acquisto dell’energia dell’Acquirente Unico e il prezzo calmierato offerto alle 10,7 milioni di famiglie rimaste nel regime amministrato. È la socializzazione dei costi, che rischia di creare un altro cortocircuito: se aumentano i clienti morosi, il costo dovrà essere spalmato su tutti gli altri.
7 Il tetto al prezzo fissato dall’Europa ha avuto un effetto calmierante?
«Più che come valore numero, perché resta sensibilmente alto (180 euro a megawattora, ndr.) ha avuto una forte valenza politica e simbolica perché è il segnale che l’Europa agisce in maniera collettiva», analizza Stefano Besseghini, presidente Arera. Più importante è quello che sta mettendo in campo Snam con le sue operazioni sui flussi. All’inizio di novembre è stato avviato un nuovo servizio di stoccaggio in contro-flusso, che ha previsto l’offerta agli utenti di una capacità di iniezione fino a 600 milioni di metri cubi nel periodo novembre-dicembre, con erogazione da effettuare nel trimestre gennaio-marzo 2023. Un meccanismo sia virtuale che fisico che permette di iniettare nuovo gas mentre si attinge ai depositi di metano. Che ora sono ancora pieni per 9,3 miliardi di metri cubi, a cui vanno aggiunti i 4,5 miliardi di stoccaggio strategico.