La Stampa, 2 gennaio 2023
I numeri sui migranti in Italia nel 2022
Sono più di centomila i migranti sbarcati in Italia nell’ultimo anno. Gli arrivi non si sono fermati nemmeno la notte di San Silvestro ma la nuova politica seguita dal governo, che assegna porti sicuri anche molto lontano dalla Sicilia, sta creando qualche preoccupazione ai Comuni.
Sono sette gli sbarchi registrati a Capodanno, tutti a Lampedusa, con 218 migranti. Sulle imbarcazioni di fortuna partite da Sfax c’erano gruppi di 47 (4 donne e 9 minori), 17 (5 donne) e 15 (2 donne e 1 minore) persone originarie di Costa d’Avorio, Gambia, Guinea, Nigeria, Sierra Leone, Senegal e Tunisia. E sono 104. 061 le persone sbarcate dal 1° gennaio al 30 dicembre del 2022 secondo i dati del Viminale. Quasi il doppio rispetto alle 67. 034 del 2021 e oltre il triplo rispetto alle 34 mila del 2020. Il mese con più sbarchi è stato agosto, quando sono arrivati in 16. 822. I Paesi di origine sono soprattutto Egitto, Tunisia, Bangladesh, Siria e Afghanistan. Infine, i minori stranieri non accompagnati sono stati 12. 687 (10. 053 nel 2021, 4. 687 nel 2020).
In queste ore a sorvegliare la rotta dei migranti c’è la Geo Barents, la nave di Medici Senza Frontiere. È l’unica nave di una Ong a essere tornata in mare dopo l’approvazione del decreto del governo che stabilisce un nuovo codice di condotta sulle attività di salvataggio in mare da parte delle Organizzazioni non governative. Le nuove regole potrebbero essere già applicate in caso di soccorso da parte della Geo Barents, che si trova in acque internazionali al largo della Libia: secondo le nuove norme, se ci sarà un salvataggio dovrà subito essere chiesto un porto sicuro senza sostare ulteriormente in mare e la richiesta di asilo da parte dei profughi potrà essere formalizzata già sulla nave. Chi non rispetterà le nuove norme sarà sanzionato con multe fino a 50 mila euro e la confisca dell’imbarcazione. Ma Medici senza frontiere ha già chiarito la sua posizione. «La strategia del governo – hanno sostenuto gli attivisti – ha l’obiettivo di ostacolare le attività di ricerca e soccorso delle Ong. Ma noi continueremo a salvare vite».
Mentre la GeoBarents è in mare, le navi delle altre Ong si trovano nei porti di Italia e Spagna. Nessuna di loro batte bandiera italiana. Secondo il nuovo codice contenuto nel decreto, anche in caso di attracco in Italia i profughi dovrebbero poi essere destinati ad altri Paesi, poiché è stata prevista la possibilità di formalizzare la domanda di asilo già a bordo. Ma Mauro Palma, Garante dei detenuti e delle persone private della libertà, precisa che «il diritto internazionale marittimo non individua il comandante di una nave quale competente a determinare lo status di coloro che ricadono temporaneamente sotto la propria tutela a seguito di un’operazione di salvataggio e non è dunque in alcun modo tenuto a richiedere alle persone soccorse se vogliano presentare domanda di protezione internazionale».La nuova strategia di assegnare anche porti lontani dalla Sicilia per gli sbarchi sta creando alcune preoccupazioni nei Comuni. Dopo l’arrivo della Ocean Viking il sindaco di Ravenna Michele De Pascale ha chiesto di capire come i porti del Nord debbano fare la loro parte: «Con quante navi – vuole sapere –, in quali condizioni e con quali investimenti. Sono temi nuovi che vanno affrontati con attenzione, grande umanità e con grande professionalità». Ancora più chiaro Gian Carlo Muzzarelli, sindaco di Modena, città che ha ospitato 12 dei 113 migranti arrivati sabato. «Il Comune ovviamente collabora per tutto ciò che riguarda le proprie competenze – ha affermato –. Superata l’emergenza, però, è necessario che il governo chiarisca risorse e organizzazione per affrontare queste situazioni. La disumanità e le ipocrisie delle norme varate dal governo Meloni generano contraddizioni che non possono essere scaricate sui territori».