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 2023  gennaio 02 Lunedì calendario

Le aree d’Italia superaffollate

l Bangladesh è tutto sommato un piccolo Paese dell’Asia del Sud con una superficie che è meno della metà e una popolazione che è quasi tre volte quella dell’Italia. Conseguentemente, di abitanti a chilometro quadrato (kmq) anziché 195, come l’Italia, ne ha oltre 1.100. Cifra monstre, se si considera che su un territorio che è la metà di quello italiano ci saranno bene le campagne e le aree periferiche e marginali dove la densità della popolazione scivola in basso. Cosicché è giocoforza che debbano anche esserci vaste aree, soprattutto metropolitane, più ancora che genericamente cittadine, dove la densità di popolazione arriva a vette altissime attorno ai 10 mila abitanti a kmq.
Il Bangladesh è assurto quasi a metafora dell’esagerazione, se così possiamo esprimerci, che può assumere il popolamento. Un’esagerazione che, per fortuna del Bangladesh, ha perso un po’ di smalto negli ultimi anni. Ma che continua a reggere. Ovviamente siamo portati a pensare, vedendo immagini che arrivano da quel Paese tanto affollato, che niente di lontanamente paragonabile sia rintracciabile in Italia. Non è del tutto vero. Certo, non c’è in Italia un territorio delle dimensioni e della densità abitativa del Bangladesh. Occorre accontentarci di scale territoriali più piccole, per osservare manifestazioni di un popolamento che richiama quel Paese. Ma di queste manifestazioni ce ne sono in Italia, a volerle cercare, anche se possono sembrare in inconciliabile contrasto con la situazione a tal punto drammatica della demografia italiana. Assonanze con il Bangladesh in un Paese destinato a perdere il 40 per cento della sua popolazione entro la fine del secolo? Ebbene sì.
E non si parla qui, ovviamente, di singole grandi città, sedi naturali delle grandi densità di popolazione. Napoli ha una densità di quasi 8 mila abitanti a kmq; più di 7 mila ne ha Milano. Troppo facile, scontato. Succede però che ci siano anche intere province con densità altissime di abitanti. In tre province italiane la densità supera i 2 mila abitanti a kmq, il doppio di quella del Bangladesh, per intenderci. E sono quelle di Napoli (2.536), Monza (2.147) e Milano (2.040). In un’altra, Trieste, si superano i mille abitanti a kmq (1.077). In altre tre – Roma, Varese e Prato – si superano largamente i 700 abitanti a kmq. Ma la classifica che viene fuori da queste sette province iper-abitate è per certi aspetti ingannevole.

In due di queste province, Trieste e Prato, il numero dei Comuni è talmente piccolo – rispettivamente 6 e 7 – che tutto il peso del popolamento riposa sulle spalle delle città capoluogo cosicché quelle province, oltre ad avere superfici molto limitate, si riducono a poco più dei loro capoluoghi, due città di circa 200 mila abitanti. Restano così cinque province, tre delle quali condizionate nelle loro densità di popolazione dal peso formidabile, specialmente per quanto riguarda Roma, dei loro capoluoghi: oltre a quella di Roma, appunto, le province di Milano e Napoli. Napoli e Milano sono di gran lunga le due città italiane con la maggiore densità. Anche Roma (3.687 abitanti a kmq) le guarda da lontano, sotto questo aspetto. Trattandosi oltretutto delle tre città più popolose d’Italia, per avere una più equilibrata idea della densità abitativa delle rispettive province occorre considerare queste ultime anche senza i loro capoluoghi. Ed ecco allora che la provincia di Napoli scende, escludendo la città di Napoli, da 2.536 a 1.950 abitanti a kmq, quella di Milano da 2.040 a 1.338, e quella di Roma da 786 a soli 360. Destino diverso quello delle province di Monza e Varese, non essendo entrambe le città capoluogo di dimensioni tali da condizionare così sensibilmente la densità delle rispettive province: che passano, escludendo i capoluoghi, da 2.147 a 2.010 abitanti a kmq quella di Monza e da 732 a 699 quella di Varese.
Cosicché è immediato osservare che, se non consideriamo nel computo i Comuni capoluogo, la classifica delle province italiane secondo la densità abitativa assume un aspetto sorprendente che vede prima la provincia di Monza e Brianza, seconda quella di Napoli, terza quella di Milano, quarta quella di Varese: con una forbice di popolamento che va dagli oltre 2 mila abitanti a kmq per la provincia di Monza e Brianza ai 699 abitanti di quella di Varese. Quinta la provincia di Roma, ma solo se la consideriamo con anche la capitale d’Italia. Altrimenti il suo posto, appunto il quinto, viene occupato dalla provincia di Como, con 465 e 412 abitanti rispettivamente considerando ed escludendo il capoluogo.
Ora, sia chiaro, quella di escludere dal computo le città capoluogo è operazione che serve solo a darci un’idea più corrispondente alla realtà dell’addensamento della popolazione su tutto il territorio delle province. Ma se togliamo la città di Dacca, capitale del Bangladesh, 14 milioni di abitanti, dal distretto omonimo, e calcoliamo la densità di quest’ultimo senza la sua capitale, lo riduciamo a una densità abitativa pressoché normale. Operazione opinabile, dunque. Cosicché sono proprio le due versioni della densità di popolazione, assieme combinate, a offrici un quadro più convincente del reale grado di popolamento di un’area geografica. La provincia di Monza e Brianza, con i suoi 55 Comuni e una popolazione di 870 mila abitanti in un territorio di appena 405 kmq, è l’unica provincia italiana che supera i 2 mila abitanti a kmq sia che includiamo sia che escludiamo il suo capoluogo. Non riescono a tanto neppure la provincia di Napoli e meno ancora quella di Milano, che pure la soglia dei 2 mila abitanti a kmq superano largamente, ma solo con l’apporto delle rispettive città capoluogo.
Con una superficie complessiva di oltre 3 mila kmq e una popolazione totale di quasi 5 milioni di abitanti il vero Bangladesh d’Italia è dunque, con una densità abitativa di 1.561 abitanti a kmq, una volta e mezzo la densità del Bangladesh, quello rappresentato dalle tre province di Monza e Brianza, Milano e Varese assieme considerate (province contigue che disegnano un triangolo, comprensivo di ben 326 Comuni, capoluoghi compresi, nella Lombardia occidentale).
L’altro Bangladesh d’Italia è sicuramente rappresentato dalla provincia di Napoli. Che supera i 2.500 abitanti a kmq con Napoli e avvicina i 2mila abitanti anche senza la città di Napoli. Ma è senz’altro meno significativo di quello lombardo, nonostante i quasi 3 milioni di abitanti, sia perché limitato a una sola provincia invece di tre, sia perché con una superficie di appena un terzo e un numero di Comuni (92) di nemmeno un terzo di quello lombardo.

Quattro province, dunque, e due aree territoriali – con solo l’area lombarda sovraprovinciale – hanno caratteristiche di popolamento che meritano a tutti gli effetti la definizione che abbiamo loro affibbiato: Bangladesh d’Italia. Appellativo nient’affatto usurpato se si pensa ai 195 abitanti a kmq dell’Italia e alle tante province italiane con una densità che non avvicina neppure alla lontana i 100 abitanti a kmq.
Ma c’è un altro criterio, per provare a individuare i Bangladesh d’Italia: il numero di quei Comuni che, nelle regioni e nelle province del nostro Paese, corrispondono alla definizione Istat di «città o zone densamente popolate». Il numero totale di questi Comuni è di 255, pari ad appena il 3,2 per cento dei 7.904 Comuni italiani. Bene, 104 di questi Comuni, pari al 41 per cento del totale, si trovano in Lombardia; 77, pari al 30 per cento, si trovano in Campania. Sul territorio di queste due regioni, che assieme hanno il 26 per cento della popolazione italiana, si trova dunque oltre il 70 per cento di questi Comuni.
Ciò rafforza considerevolmente una conclusione già implicita in quanto fin qui detto: i Bangladesh d’Italia si trovano in queste due regioni, al di là di esse il paragone non regge più. Basti dire che la Puglia, terza regione dopo la Campania per «città o zone densamente popolate», ha solo 13 Comuni inclusi in questa definizione. Né ci si ferma qui, perché la suddivisione per province consolida ulteriormente le conclusioni appena tratte. Dei 104 Comuni densamente popolati della Lombardia, infatti, 48 si trovano in provincia di Milano, 25 in quella di Monza, 20 in quella di Varese, per un totale di 93 Comuni in queste sole tre province. All’insieme delle altre nove province lombarde non rimangono complessivamente che 11 di questi Comuni: gli spiccioli, con tutta evidenza. Qualcosa di analogo succede in Campania, dove dei 77 Comuni densamente popolati ben 50 si addensano nella provincia di Napoli e si evidenziano altresì due cluster, uno in provincia di Caserta con 16 e l’altro in quella di Salerno con 10 di questi Comuni. Difficile, però, includere anche queste due realtà tra i Bangladesh d’Italia, sia per il numero troppo piccolo di comuni che contengono che, ancor più, per la limitatezza del territorio complessivamente occupato da quegli stessi Comuni nelle due province. E tuttavia, dietro ai Bangladesh italiani individuati si può a buon diritto guardare a questi due cluster.

Indiscutibilmente la questione più importante che si pone, a questo punto, può essere espressa con la seguente domanda: come hanno risposto i Bangladesh d’Italia alla contrazione della popolazione italiana che ha cominciato a manifestarsi all’incirca alla metà dello scorso decennio? Che ruolo gioca, in altre parole, il forte, fortissimo, popolamento nella fase demografica di gravissima crisi che il Paese sta attraversando? Si prenda il periodo dal censimento dell’ottobre 2011 al settembre 2022 (ultimi dati disponibili). In questo periodo l’Italia ha perso appena 120 mila abitanti e lo 0,2 per cento, scendendo a 58,9 milioni (dopo aver raggiunto, però, i 60,4 milioni di abitanti nel 2014). Nello stesso periodo la Lombardia è cresciuta di 238 mila abitanti e del 2,5 per cento mentre la Campania è diminuita di 166 mila abitanti e del 2,9 per cento. In Lombardia le province di Monza e Milano hanno fatto decisamente meglio, con aumenti relativi rispettivamente del 3,6 e del 5,8 per cento, non così quella di Varese che si è fermata a un più 0,6 per cento. In Campania la provincia di Napoli ha registrato una perdita del 2,6 per cento di pochissimo inferiore a quella regionale. Il quadro è contraddittorio. E in una qualche misura tale resta anche ricorrendo a una valutazione dei soli Comuni considerati «città o zone densamente popolate» situati nelle province Bangladesh d’Italia. Se infatti i 93 Comuni di questo tipo che si trovano nelle tre province lombarde di Monza, Milano e Varese spiegano da soli quasi tutto l’aumento di 238 mila abitanti della Lombardia – facendo registrare un incremento di quasi 184 mila abitanti corrispondente a uno stratosferico, a maggior ragione in periodi di magra demografica come questo, più 6,3 per cento – i 50 Comuni ad alta densità della provincia di Napoli perdono il 3,3 per cento, ovvero ancora di più della perdita media regionale.
È possibile tirare, di fronte a questi dati, una conclusione univoca? Una senz’altro sì, e cioè che non basta di per sé un’altissima densità di popolazione a scongiurare crisi demografiche. Ma è vero altresì che l’altissima densità di popolazione sovente rappresenta, almeno in Occidente, proprio un indicatore del buon funzionamento delle cose, e non soltanto di quelle demografiche. Il Bangladesh rappresentato dal triangolo lombardo questo dice.