Anteprima, 2 dicembre 2022
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Biografia di Gerardo Bianco
Gerardo Bianco (1931-2022). Latinista. Politico. Storico esponente della Democrazia Cristiana (poi del Ppi, della Margherita e della Rosa per l’Italia). Deputato per nove legislature. «Lo avevano ribattezzato Jerry White, ma a lui quel nomignolo da circo mediatico non era mai piaciuto granché. […] Aveva lasciato correre, con quel garbo che è stato l’essenza della sua vita e della sua esperienza politica. Un tratto temprato durante una vita politica trascorsa in mezzo a notabili duri e (talora) “impuri”: per 30 anni Bianco ha navigato tra la Dc campana degli anni Settanta, quella romana degli anni Ottanta sinché, a metà degli anni Novanta, proprio lui si è trovato a guidare una battaglia tosta, a suo modo storica: quella per non trasferire alla corte di Berlusconi ciò che restava della Democrazia Cristiana e che ancora viveva nel Partito Popolare […] Bianco fu chiamato dalla sinistra del Ppi (Mancino, Mattarella, Castagnetti, Bindi) a guidare la battaglia per l’autonomia del partito e quella volta tirò fuori tutta la grinta, tipica dei galantuomini feriti. Combatté perché, per i democristiani della sua generazione, Silvio Berlusconi era antropologicamente di un altro pianeta […] nella battaglia per la guida del Ppi, si contrappose con piglio per lui irrituale al filosofo Rocco Buttiglione. Disse Bianco: “Rocco è un fico infruttuoso, come quello del Vangelo di Luca”. E Buttiglione replicò: “Bianco è solo il singolare di Bianchi” e, non pago, fece tagliare al rivale i telefoni alla sede di piazza del Gesù […] Il mite Bianco l’ebbe vinta. Il Ppi non passò col centro-destra e anzi si alleò col Pds di D’Alema e Veltroni, portando la coalizione dell’Ulivo alla vittoria del 1996 e il professor Prodi a palazzo Chigi […] Un anno dopo fu costretto a lasciare la guida dei popolari. Franco Marini, l’anima organizzativa del partito e i suoi giovani “scudieri”, Dario Franceschini e Enrico Letta, indussero Bianco a farsi da parte e lui commentò amaro: “Cercano un leader? Facciano. Io non ho mai preteso di essere iscritto al club degli statisti. Sono un uomo normale”» [Martini, Sta]. Sergio Mattarella, compagno nella Balena bianca: «Era un leale servitore delle istituzioni, un politico appassionato, ricco di cultura e umanità». Enrico Letta: «Anche grazie a lui è nato il centrosinistra, gli devo molto». Guido Crosetto, ministro della Difesa: «Un galantuomo». Pier Ferdinando Casini: «Un fiore di tolleranza, intelligenza e generosità». Ieri tutto il Senato si è raccolto in un minuto di silenzio. Oggi a Montecitorio la camera ardente.