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 2022  dicembre 07 Mercoledì calendario

Biografia di Antonio Recalcati

Antonio Recalcati (1938-2022). Pittore. «È stato anche il volto di Orfeo nello straordinario Poema a fumetti di Dino Buzzati. Antonio Recalcati, artista nomade e grande interprete di una pittura fatta di ombre e impronte, se n’è andato domenica scorsa a 84 anni, dopo una malattia che lo aveva lentamente portato lontano dalle scene artistiche. È davvero stato un interprete riconosciuto per la potenza innovativa della sua ricerca: esordisce giovanissimo da autodidatta nel 1957 con una mostra personale alla Galleria Totti di Milano. In quello stesso anno lo vediamo con Piero Manzoni, con cui firma il manifesto contro il Premio San Fedele in nome dell’Avanguardia, organizzando una contro-mostra al bar Giamaica. La sua attitudine ribelle lo porta presto a Parigi e a New York dove sviluppa e affina uno sguardo lucido e doloroso, indagando soprattutto la dimensione del corpo e le sue simboliche presenze. Nascono così le sue Impronte, tracce del corpo umano, che Antonio Recalcati realizzava disponendo il proprio corpo dipinto di colore sulla tela. Recalcati, al tempo d’oro, era una vera star, sia come artista che come personaggio: uomo bellissimo, dotato di grande fascino, si vestiva come un modello di Vogue e con fare da artista maledetto: bello, ma scostante, iracondo, con un’anima intimamente cupa. Era stato fidanzato anche con la giovane figlia di Herbert von Karayan e divertito, ricordava quando il grande direttore d’orchestra si affacciò d’improvviso alla sua porta, timoroso delle sorti della figlia. Così in una cronaca firmata da Giuliano Zincone: “A vederlo, biondo e pallidissimo, avvolto nei suoi mantelli di velluto nero, elegante e trasandato come un incroyable della Restaurazione, si può pensare che reciti il personaggio dell’artista. In realtà Recalcati è a suo agio soltanto in questi panni: nel suo personaggio di bello e dannato, jabots di pizzo e attillatissimi abiti scuri, stivaletti e cinturoni di cuoio sono espressioni naturali nel suo carattere”. Al fratello Angelo aveva lasciato l’ultimo desiderio: «Non voglio nessun funerale: nessun discorso. Devono parlare solo le mie opere» [Colin, CdS].