Anteprima, 30 dicembre 2022
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Biografia di Arata Isozaki
Arata Isozaki (1931-2022). Architetto giapponese. «Quando avevo 14 anni, la mia città natale è stata rasa al suolo. La bomba atomica è stata lanciata su Hiroshima, sull’isola di fronte, quindi sono cresciuto vicino all’epicentro dell’esplosione. C’erano soltanto rovine, nessun edificio, neppure una città. Ero circondato da rifugi e caserme. Perciò la mia prima esperienza con l’architettura è stata l’assenza di architettura, e ho cominciato a pensare a come le persone avrebbero potuto ricostruire le loro case e le loro città» • Laurea all’Università di Tokyo nel 1954. Allievo di Kenzō Tange, ha fatto parte del suo studio • Nel 1963 apre il suo studio, l’Arata Isozaki Atelier (oggi Arata Isozaki & Associates), con il quale progetterà edifici lontanissimi dalla tradizione nipponica, quelli che lui definirà «crimini perfetti» • Esplora forme differenti, quelle brutaliste come quelle delle geometrie pure, il tutto è espresso nella sua prima opera autonoma, la filiale di Oita della Fukuoka Mutual Bank (1966) • Suo anche il Gunma Prefectural Museum (1971-74) [Domus] • «Nel 1974, incaricato di progettare la Fujimi Country Club House a Ōita, sulla sua isola nativa di Kyushu, plasma il tetto cilindrico con la forma di un gigantesco punto interrogativo. La domanda sottintesa è: perché il golf in Giappone?» [Elle Decor] • Nel 1986 vince la medaglia d’oro del RIBA • Per le Olimpiadi di Barcellona del 1992 realizza il palazzo dello sport Sant Jordi (1990) • Ha lavorato moltissimo nel suo Paese, a Barcellona, a Los Angeles per il Museum of Contemporary Art (1986), a Monaco di Baviera per il Museo d’arte moderna (1993) e, insieme con il suo socio italiano Andrea Maffei, da noi ha costruito il Palasport per le Olimpiadi invernali di Torino del 2006, la Biblioteca di Maranello (2007) e da ultimo l’iridescente Torre Allianz nel complesso milanese di City Life (2015), così simile a una scultura infinita di Brancusi sostenuta però da due stampelle dorate. È anche rimasto impantanato nel progetto di ingresso posteriore su Piazza del Grano alla galleria degli Uffizi, approvato poi bocciato poi riapprovato ma mai realizzato con la solita salsa di retrive polemiche ideologiche e provinciali [Orazi, cit.] • Da molti anni Isozaki gestisce una galleria d’arte a Tokyo, dal nome raffinatissimo: Ma • Nel 2019 vince il premio Pritzker.