2 dicembre 2022
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Biografia di Angela Savino
Angela Savino, meglio nota come Angela Luce, nata a Napoli il 3 dicembre 1938 (84 anni). Cantante e attrice di teatro e cinema.
Titoli di testa «Sono sempre stata bella, inutile nascondersi. La modestia è il paravento dei fessi, diceva mia madre» • «Aggressiva e imbarazzante come la faccia vera di Napoli» (Giuseppe Patroni Griffi).
Vita Padre artigiano di scarpe, medaglia d’oro per la professione. Madre che realizzava fiori di stoffa, «ma pensava più a badare a noi figli e al negozio con in vendita l’opera di mio padre» [ad Alessandro Ferrucci, Fatto] • Primo palco la Festa di Piedigrotta. «Lì ho cantato una canzoncina, ed ero bellissima, con un ‘però’: ero molto giovane, mancava ancora un mese e mezzo al compimento dei miei 14 anni, per questo mi accompagnava mamma. Poi ho partecipato a un concorso di bellezza. Ero proprio bella, bella e naturale, senza bisturi né punturine; mi eliminarono perché mancavano due mesi all’età minima per partecipare. Mortificata. Non avevo più lacrime, mi consolò Francesca Bertini (storica attrice): era tra i giurati insieme a Curzio Malaparte» [ad Alessandro Ferrucci, Fatto] • Dopo essersi fatta apprezzare in svariate manifestazioni di piazza e feste private, assume il nome d’arte – registrato con tanto di atto notarile – in omaggio a Clara Booth Luce (1903-1987), commediografa e ambasciatrice statunitense in Italia dal 1953 al 1957: «donna bellissima. E mi ha portato fortuna» • Il debutto ufficiale avviene nel 1954 alla Festa della canzone napoletana di Piedigrotta con la canzone Zì’ Carmilì. Si dedica poi al teatro, entrando a far parte della compagnia De Filippo. «Sul giornale avevo letto che Eduardo cercava nuove reclute sia per la sua compagnia che per quella “Scarpettiana” al Teatro San Ferdinando di Napoli; allora chiesi a Ugo D’Alessio (noto attore napoletano), grande amico di famiglia, in particolare di mio padre, dove si tenevano queste audizioni. La sua prima reazione fu di stupore: “Ma come, hai già debuttato da cantante…”. “E allora? Voglio diventare attrice”. “Come vuoi”. Così Ugo il giorno dopo mi portò da Eduardo, e sul palco il maestro mi chiese: “Cosa hai portato?”. “Due poesie: una di Salvatore Di Giacomo e l’altra di Garcia Lorca”. Attenzione: pronunciai “Garcia” con la lingua tra i denti, in maniera perfetta, tanto da colpire Eduardo che si rivolse a D’Alessio: “Questa non ha bisogno di provini. Va bene il contratto”» [Ferrucci, cit.] • «Eduardo aveva fama di uomo molto severo. Proibiva le storie d’amore in compagnia. Aveva ragione: il teatro va rispettato, è un luogo cosparso di polvere sacra, e non basta solo l’amore e la passione, ma è fondamentale la totale dedizione. A quel tempo presi una scuffia per un collega di compagnia ed Eduardo mi punì non rinnovandomi il contratto. Eppure non ero colpevole. Questo attore dedicava le sue attenzioni a un’altra attrice del gruppo, e per fare il galletto con lei, entrò in scena fuori tempo: errore gravissimo, e da lì mi accusarono di averlo distratto. Peccato che quella sera non c’ero, non lavoravo. Fui punita, e in quel momento odiai Eduardo, poi con il tempo ho capito le sue ragioni, le sue dinamiche, la sua integrità. Per lui contava solo la sacralità del palco; anni dopo mi richiamò per ruoli da protagonista, e ho recitato in Natale in casa Cupiello…» [ibid.] • Ha lavorato con Totò. Era per esempio la cameriera procace del film Signori si nasce (1960), che da Totò doveva essere baciata sulla guancia e «invece puntò alle tette» • «Quando cantavo, Totò mi guardava e con i suoi gesti sentenziava: “La tua voce mi fa sentire il profumo di Napoli’» [Ibid.] • «Durante le riprese de Lo straniero Visconti mi chiese di cantare So’ Bammenella ’e copp ’e Quartiere, e io “volentieri, conte”. Lo spettacolo di Bammenella l’ho portato anche a Londra, e al ricevimento del Consolato ho conosciuto Margaret d’Inghilterra, e Wikipedia non accetta questa notizia. Questo ostracismo mi offende» [ibid.] • Tre film con Vittorio De Sica: «in Gastone ho improvvisato il mio primo spogliarello, però mi toglievo solo il reggiseno e lo sbattevo in faccia a Magali Noël» • S’è denudata per Pier Paolo Pasolini nel Decameron: «Mi diceva: “Non mi guardare così, con quegli occhi mi scavi dentro”». Si rispoglierà sono nel 1995 per Mario Martone ne L’amore molesto • Nel 1970 prende parte a quello che sarà l’ultimo Festival di Napoli, e viene censurata. Il testo del brano ’O divorzio non è gradito ai dirigenti Rai dell’epoca. Il divorzio è ancora argomento tabù e tra i versi cantati ce n’è uno particolarmente ardito: «Appena ’a legge approveno, cchiù allero aggia campà…i’ voglio divorzià». Il socialdemocratico De Feo, della Commissione vigilanza Tv, li modifica in «appena ’a legge è pronta…me voglio risposà». La canzone conquista comunque un onorevole secondo posto, diventando assai popolare • Nel 1973 ha interpretato Ines Corallo nel film Malizia di Salvatore Samperi. Una volta Giorgio Strehler la fece chiamare per sostituire un’attrice, e lei rispose: «Sarei onoratissima di poter aggiungere il suo nome al mio modesto curriculum, ma le sostituzioni non le faccio. La parte, anche di due battute, deve nascere con me» • Nel 1975 è ancora seconda al Festival di Sanremo con il brano Ipocrisia. «Dotata di una voce pastosa e molto estesa, ricca di sfumature e sobria nella modulazione, spazia dal repertorio drammatico a quello più leggero, sempre di impronta popolare e passionale, cui a volte difetta un eccesso di teatralità, sia nella mimica sia nel ghirigoro vocale» (Il dizionario della canzone italiana) • Lavora con Dino Risi, Luigi Zampa, Steno, Luigi Comencini, Giuseppe Patroni Griffi... • Nel 2005 è stata la zitella Suntina Ricci nel film La seconda notte di nozze di Pupi Avati. «Quando ho incontrato Pupi Avati mi ha detto: “Lei è troppo giovane e troppo bella per questo ruolo”. Gli ho risposto: “Nel film L’amore molesto di Mario Martone mi hanno invecchiata molto e ho preso, come miglior attrice non protagonista, il David di Donatello e la nomination per la Palma d’oro a Cannes” (nel 1995 - ndr). Non mi sembrava di averlo convinto e mi ero rassegnata. È accaduto tutto rapidamente, poco dopo. Mi ha convocato e spiegato quello che voleva con una tale semplicità... Avendo una buona dose di teatro alle spalle, ho fatto miei i suoi garbati insegnamenti e l’ho accontentato» • Per quali interpretazione vorrebbe essere ricordata fra 50 anni? «Anzitutto per quella di “So’ bammenella ’e coppe ’e quartiere” in Napoli notte e giorno di Raffaele Viviani, regia di Patroni Griffi. E per il ruolo che ho interpretato in L’amore molesto. Troppe cose dovrei citare... Sono stata anche la protagonista dell’operetta Al cavallino bianco dove ero bellissima e, dicono, bravissima: ballavo, cantavo, recitavo…. Io non ho studiato ballo, non ho studiato canto, non ho studiato dizione. Purtroppo, non ho studiato niente. Ho la quinta elementare. Sono un’autodidatta. Ma mi piace leggere, imparare, capire... Sono una spugna: assorbo tutto» (a Panorama) • Nel dicembre 2008 ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie Momenti di… Luce (Guida) • Ha due desideri inappagati: «Recitare Filumena Maturano, avere un figlio. Ormai è tardi per l’una cosa e per l’altra. Eduardo mi mandò a dire che l’avrei recitata benissimo. Se fosse vivo, oggi farei Filumena» • Da ultimo vista in Passione (2010), il documentario musicale con il quale John Turturro ha voluto dichiarare il suo amore per la città di Napoli cercando di catturarne l’essenza attraverso la canzone napoletana e i suoi interpreti • Una passione per il ricamo: «C’è sempre un pezzo di lino infilato in un telaio, che prendo in mano quando voglio liberare la mia mente».
Amori «Confesso: solo una volta ho cercato la raccomandazione di un politico, attraverso amici comuni». Per cosa? «Una trasmissione televisiva, ma quando ho conosciuto il politico, me ne sono innamorata al primo sguardo. E lui di me». Per la carriera a cosa ha rinunciato? «A un figlio; (ci pensa e cambia tono) una volta sono rimasta incinta, ma il mio compagno di allora non lo voleva, ‘altrimenti mi rovini la carriera’. Lo persi. Poco tempo dopo lui tornò da me, ‘abbiamo sbagliato’, ma chiusi la porta. La situazione era oramai rovinata; (abbassa la voce) alla fine la mia di carriera è proseguita e bene, lui è quasi finito» • «La mancanza di un figlio è compensata da quattro nipoti (i figli di mio fratello), quattro pronipoti e due bambini che ho adottato a distanza. Ho dieci figli!» • Due sono stati i grandi amori della vita di Angela Luce. Il primo è stato il cantante napoletano Peppino Gagliardi, il secondo un uomo di nome Amedeo che non faceva parte del mondo dello spettacolo, morto nel 1974
Titoli di coda «L’altra sera, in televisione, hanno trasmesso un film con protagonisti Alberto Sordi, Marcello Mastroianni e Ugo Tognazzi: ho recitato con tutti loro, e solo io sono ancora viva. Quasi mi vergogno».