9 dicembre 2022
Tags : Roberto Burioni
Biografia di Roberto Burioni
Roberto Burioni, nato a Pesaro (Pesaro-Urbino) il 10 dicembre 1962 (60 anni). Medico. Specializzato in Immunologia clinica. Professore di Microbiologia e virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano • «Il grillo parlante della virologia» (Maria Sorbi, Giornale 6/6/2020) • «Il competente» (La Verità, 27/2/2020) • Divenuto un divo di internet per il modo in cui derideva, zittiva e umiliava pubblicamente i no vax su Facebook. Suo bersaglio preferito: «I somari». Sua linea di pensiero: «Di scienza e di vaccini può parlare soltanto chi sa. Non chi si informa per un quarto d’ora su Google e poi vuole dire la sua» • «Con tutto quel che avrebbe da fare, trova sempre il tempo di ritwittare i complimenti che gli fanno i suoi fan. Ma anche di stanare e insultare chiunque, sull’orbe terracqueo, polemizzi con lui, o non gli obbedisca, o non gli riservi gli ossequi dovuti, o semplicemente si permetta di non chiamarsi Roberto Burioni» (Marco Travaglio, Fatto 26/2/2020). «Era l’unico virologo a essere conosciuto dal grande pubblico fin da prima della pandemia (poi ogni talk ha voluto il suo Burioni)» (Luigi Mascheroni, Giornale 24/10/2022). Nel 2020, con l’arrivo del Covid, l’attenzione mediatica nei suoi confronti è esplosa. È diventato editorialista di Repubblica, opinionista di Che tempo che fa (Rai), a un certo punto finì ospite pure a Tiki Taka. Ha scritto sei libri di divulgazione: Il vaccino non è un’opinione (2016); La congiura dei somari. Perché la scienza non può essere democratica (2017); Omeopatia. Bugie, leggende e verità (2019); Virus, la grande sfida (2020); Vaccino (2021); La formidabile impresa. La medicina dopo la rivoluzione mRNA (2022) • «Onnipresente» • «Una star» • «Ha deciso di sostituirsi anche al Papa» (Vittorio Sgarbi) • I no vax gli augurano di morire affogato, ammazzato, o in tutte le maniere. Gli scrivono insulti come «latrina», «porco», «sei brutto come la merda», etc. Lui dice di non pensarci più di tanto. «Ha avuto paura qualche volta? “Spesso, non lo nego”. Non ha mai riso delle minacce? “Una volta uno ha scritto ‘Burioni criminale, satanista, piddino’”» (Tommaso Labate, CdS 29/3/2022).
Titoli di testa «Da anni si scontra con i no vax, c’è chi soffia sul fuoco? “Dopo 165 mila morti di Covid 7 milioni di italiani, di cui 1 milione over 50, rifiutano un vaccino sicuro ed efficace. Un mistero su cui tutti dovremmo interrogarci”» (Francesco Rigatelli, Stampa 11/5/2022).
Vita «Per capire Roberto Burioni bisogna partire quattro settimane prima: “Sono nato prematuro, a 8 mesi, privato di quegli anticorpi che di norma i bambini ricevono dalla madre nelle ultime settimane di gravidanza. Appena affacciato sul mondo, ho dovuto lottare più degli altri. Da bambino aveva meno protezioni e più bisogno di vaccini dei suoi coetanei. Ho preso tutte le malattie per le quali, all’epoca, non c’era il vaccino: parotite, morbillo, rosolia e varicella a 18 anni. Per il resto, ho avuto somministrati tutti i vaccini esistenti. E durante più di un’iniezione sono svenuto”. Addirittura? “Avevo paura dell’ago e ce l’ho tuttora. Devo girare la testa dall’altra parte. Vengo preso in giro persino dai miei collaboratori”. I suoi che lavoro facevano? “Mia madre stava in casa con me e mia sorella, oggi insegnante di Fisica teorica. Mio padre era un medico condotto di Fermignano, paese a 10 chilometri da Urbino in cui sono cresciuto”. Che cosa ha imparato da lui? “Il rispetto dei pazienti. Una volta mi ha raccontato il dolore più grande della sua carriera: nel 1959 vide morire sotto i suoi occhi un bambino di 6 anni, contagiato dalla difterite. “La morte di quel bambino non la potrò mai dimenticare”, diceva. “Ricorda che alla fine di tutto, nel nostro lavoro, c’è sempre e solo una persona che soffre”» (Francesco Oggiano, Vanity 30/8/2017) • Roberto da bambino sogna di fare il camionista. Poi subentra la passione per il pianoforte. «L’ambizione degli anni dell’adolescenza, interrotta un secondo prima di iscrivermi al conservatorio». «Perché? “Mio padre, a cui devo tantissimo, mi disse: ‘Per vivere di alcune cose basta l’impegno; per vivere di altre è necessario un certo talento. Il pianoforte fa parte delle seconde. Sei sicuro?’. Mi iscrissi a Medicina”» (Labate) • Laurea alla Cattolica di Roma. Dottorato di ricerca in Scienze microbiologiche e virologiche a Genova. Poi una serie di esperienze in America: i Centers for disease control di Atlanta, il Wistar Institute di Filadelfia, il Center for molecular genetics dell’Università di San Diego, lo Scripps research institute La Jolla in California. Si innamora della virologia proprio durante il periodo negli Stati Uniti. «Mi affascinava la battaglia tra i virus e il nostro sistema immunitario» • «Quando si è iscritto a Facebook? “Nel 2012, per ritrovare vecchi amici e vedere com’erano invecchiate le mie ex”. Ha iniziato subito a scrivere di vaccini? “Macché, avevo 150 amici e condividevo poco. Due anni fa un’amica di famiglia mi chiede di entrare in un gruppo Facebook di madri italiane: ‘Così ci spieghi le vaccinazioni’. Accetto, ma una volta dentro mi accorgo che sono le mamme a voler ‘spiegare’ i vaccini e la loro presunta pericolosità a me. A me, che li studio da 30 anni!”. Che cosa fa, quindi? “Inizio a scrivere per conto mio. Col tempo i miei post vengono apprezzati. Oggi la pagina ha quasi 300 mila fan”. Quanto tempo le dedica? “Scrivo almeno un post a settimana, di domenica. Una decina di volte al mese controllo i commenti e con l’aiuto di un paio di amici cancello quelli stupidi. Centinaia”. E gli insulti? “Tantissimi. Mi hanno dato, tra l’altro, del massone e dell’alieno rettiliano proveniente dalla stella Alpha Draconis. Ho riso per giorni. Quando invece hanno augurato la morte a mia figlia di 6 anni, no, su quello non riesco a ridere”» (Oggiano). «Perché gli altri medici non hanno le orde di haters che ha lei in rete? “Ah, non lo so. La mia linea è stata chiara sin dall’inizio, dal 2016, quando ho cominciato a espormi sui vaccini”. Sì, all’inizio lei si confrontò con Red Ronnie e Brigliadori. “Poi però decisi: non mi confronto mai pubblicamente con persone che non sono qualificate a parlare della mia materia”. Forse ciò è stato visto come una forma di arroganza? “Non me ne importa. Io ho fatto quello che ritenevo giusto”» (Roberta Scorranese, CdS 8/6/2020) • La sua frase più famosa diventa questa: «Prima si prende una laurea in medicina, poi una specializzazione in immunologia, poi un dottorato in virologia molecolare, poi viene a dirmi cosa devo ritrattare nella materia che studio da 35 anni» • «Quando ha capito la piega che stava prendendo il Covid? “A gennaio 2020. Quando seppi che una manager cinese in viaggio in Europa aveva contagiato diverse persone. Era la prova che anche gli asintomatici, gente all’apparenza non malata, poteva trasmettere il virus. Dissi pubblicamente che era necessaria la quarantena per chi aveva avuto contatti con persone che venivano dalla Cina. Per tutta risposta un governatore regionale mi diede del ‘fascio-leghista’”. L’allora presidente della Toscana, Enrico Rossi. “Sia chiaro, anche io ho sbagliato qualcosa. Due cose: dire che la mascherina serviva solo ai malati, perché durante un’epidemia si era sempre fatto così; e scommettere sull’arrivo del vaccino non prima di due anni. La seconda previsione sono stato felicissimo di averla toppata”. Le rinfacciano di aver detto all’inizio che in Italia c’era rischio zero”. “L’ho detto il 2 febbraio 2020 perché le autorità in quel momento affermavano che il virus in Italia non c’era. E io mi sono fidato”» (Qn) • «Già veemente portavoce della Scienza sui social, ai tempi del coronavirus ha sfondato il diaframma della Tv generalista e adesso è dappertutto, a tutte le ore: da Fazio, su Rai2, su Rai1, su La7, al Corriere Tv, a Circo Massimo, oltre che su Twitter e sul suo blog, a infondere Scienza al popolo con pochi semplici concetti: “Lavatevi le mani. Spesso, anzi spessissimo. Va bene il sapone comune, non serve quello antibatterico”» (Daniela Ranieri, Fatto 27/2/2020) • «Burioni in Università. Burioni in tv. Burioni alla prima della Scala. Burioni alla “Milano Fashion Week”. Burioni alle feste, sempre circondato di dame: “Professore, io ho già fatto la terza dose, potrei fare la quarta?” […] Burioni su Facebook. Burioni su twitter. Burioni sulla chat di Cultura Italiae. Burioni in tour nelle librerie. Burioni alla mostra del cinema di Venezia. Burioni al Salone del libro di Torino. Burioni allo stadio […] Che poi. Non si è ancora capito se Roberto Burioni è il Lucio Caracciolo della virologia o Lucio Caracciolo il Burioni della geopolitica. Mah... Burioni è così. O lo adori o lo detesti» (Mascheroni) • «Tuttologi, twittologi, ubiqui, volubili, virologi e virali fra giornali, tv, radio, Rete, social network e Parlamento i medici, premiati dalle loro approssimazioni scientifiche, non vogliono perdere i privilegi mediatici acquisiti. E ce li ritroviamo a prescrivere ricette su ogni cosa. Fabrizio Pregliasco sull’energia, i termosifoni e i rischi del riscaldamento troppo basso. Ilaria Capua su ambiente, immondizia romana e sociologia spicciola. Andrea Crisanti de omnibus rebus et de quibusdam aliis. Massimo Galli ha scritto persino una Gallipedia. E Antonella Viola che è poco più della dottoressa Bruni di Un posto al sole su fascismi, caro bollette, cucina, sesso, gender, senza mancare di azzardare una curiosa teoria sulla correlazione tra il Covid e la guerra. Immunologa: cura te ipsam» (Mascheroni) • «In rete gira ancora il meme di lei che dice: “In Italia il virus non circola”. “Ecco, questo non me lo spiego: l’ho detto in un momento in cui non c’era alcuna evidenza, come se ora lei mi chiedesse se in Italia circola la malaria. Dovrei rispondere che circola? Però nessuno va a prendere le frasi che ho rilasciato il 22 gennaio, quando ho detto: ‘Le autorità europee hanno affermato che il rischio che il virus arrivi in Europa, e in particolare in Italia, è minimo. Io non sono per niente d’accordo con loro, ma spero vivamente di sbagliarmi’. Che dire? In Italia ti perdonano tutto, ma non la popolarità”» (Scorranese).
Amori Sposato, una figlia. «Che padre è? “Apprensivo. Ho avuto Caterina Maria tardi e come tutti i padri anziani ho paura di tutto. Il pediatra vuole parlare solo con mia moglie, dice che io sono troppo ansioso. Non l’ho portata all’asilo nido per paura che prendesse il morbillo dai compagni, visto che non poteva ancora essere vaccinata”. Ovviamente poi le avrà fatto tutti i vaccini… “Prima di ogni iniezione le chiedo di farmi fare bella figura davanti al dottore, ma niente da fare: davanti all’ago strilla come un’aquila. Anche lei, ha preso da suo padre”» (Oggiano).
Denari «Hanno scritto che guadagna cifre stratosferiche andando ospite a Che tempo che fa. “Nessuno ha scritto le cifre esatte e comunque sono fatti miei e dell’Agenzia delle Entrate. Vuol sapere la cosa che mi colpisce di più delle polemiche sui compensi?”. Che cosa? “In Italia se uno vince dieci milioni al Superenalotto, cioè senza avere alcun merito, la gente è felice per lui. I soldi guadagnati mettendo a frutto anni di studio e di lavoro, quelli no, a tanti danno fastidio”. Si è chiesto perché? “Invidia, credo. Al Superenalotto hanno l’ambizione di poter vincere tutti. Lo studio e la fatica sono un’altra cosa, evidentemente”» (Labate).
Politica «Sono un liberale di sinistra». Primo voto ai radicali di Pannella.
Politica/2 A un certo punto Renzi lo voleva candidare. Lui rifiutò. «Non vorrei fare la figura del “somaro”».
Religione «Esistono i miracoli? “Come medico, il miracolo non mi riguarda. Riguarda la sfera privata di ognuno”» (Chiara Valerio, Rep 8/5/2017).
Tifo Dice che ormai con i no vax ha perso le speranze. Che non vaccinarsi è una scelta irrazionale, come il tifo calcistico. «Io sono tifoso della Lazio: secondo lei qualcuno, ragionando con me, potrebbe portarmi a tifare per una squadra che vince di più, tipo la Juventus?» (Labate).
Curiosità Anche se non ha fatto il Conservatorio, gli è rimasta la passione per la musica. Quando può va alla Scala. Anche il termine «somari» lo ha preso da un’aria della Cenerentola di Rossini, suo compositore preferito • È contento di essere diventato amico del generale Francesco Paolo Figliuolo e di Fabio Fazio • Nell’ottobre 2022 si prese il Covid pure lui • Pensa che l’Oms sia un organismo troppo politico e troppo poco scientifico • In America alcuni no vax non fanno vaccinare cani e gatti dal veterinario perché temono che i vaccini li rendano autistici • Lui si considera un ottimista. «Credo che, al fondo, la ragione e la verità vincano sempre» • «Il mio linguaggio può piacere o non piacere, io cerco di farmi capire, ma la verità è che ho battuto i no vax proprio sul loro terreno, la Rete. Informazione contro disinformazione. Prima su Internet vinceva l’anti-scienza, adesso non più» • «Ha mai incontrato famiglie che ritengono di aver avuto i propri figli danneggiati dai vaccini? “Certo, ne ho incontrate diverse, hanno tutto il mio affetto, a volte c’è stata comprensione, a volte no. Ma rispetto al dramma di questi genitori e di questi bambini, la classe medica ha enormi responsabilità”. In che senso? “Non siamo stati abbastanza vicini ai pazienti. Come per Stamina o la cura Di Bella. Non abbiamo parlato con chiarezza. Li abbiamo lasciati soli, in balia di ciarlatani che li hanno allontanati dalla scienza. Io sono cresciuto nelle Marche, figlio di un medico condotto che girava per i paesi, ricordo le chiamate notturne, il rapporto personale che aveva con ognuno dei suoi pazienti. È questo ciò che dobbiamo recuperare”» (Maria Novella, Rep 7/8/2018) • «Prima dei vaccini, un terzo dei bambini moriva nel primo anno di età. Sono contento che mia figlia sia nata in un mondo dove non ha rischiato di morire nel suo primo anno di vita. Tutti i medici sbagliano, perché tutti gli uomini sbagliano e i medici sono uomini. Eppure questa scienza tanto imperfetta ha migliorato il mondo…» • «Nel suo ultimo libro cita Che cos’è la vita? del filosofo Schrodinger che ispirò la scoperta dell’elica del dna di Francis Crick, Rosalind Franklin e James Watson. Lei che studia in laboratorio i virus che rapporto vede tra questi parassiti, pure dotati di un acido nucleico, e la nostra esistenza? “Se considerare vita un virus è davvero una questione filosofica. Un batterio vive da solo, mentre un virus ha bisogno di un ospite. Si tratta di una forma di vita particolare. Da piccolo immaginavo un futuro grande come i viaggi su Marte, mentre la rivoluzione viene dall’immensamente piccolo: ci avviciniamo al segreto della vita nel codice genetico. Lo stesso vale per i pericoli: non temiamo più le bestie feroci, ma virus e batteri. Colpisce che la rivoluzione, la vita, come il pericolo, la morte, vengano dall’infinitamente piccolo e non dal grande”» (Rigatelli).
Titoli di coda «L’Italia ha fatto un sacrificio enorme. Senza il lockdown ora staremmo contando i morti per le strade. Gli italiani secondo me hanno capito da che parte stare» (Scorranese).