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 2022  dicembre 13 Martedì calendario

Biografia di Leonardo (Genésio Darci) Boff

Leonardo (Genésio Darci) Boff, nato a Concórdia (Brasile) il 14 dicembre 1938. È un ex frate francescano ed ex presbitero, teologo e scrittore brasiliano. Tra i massimi esponenti della Teologia della Liberazione. Attivista dei diritti umani e membro della Commissione che ha redatto la Carta della Terra
Titoli di testa «Tutto vale la pena se l’anima non è piccola»
Vita Figlio di immigrati italiani, appena nato era destinato alla morte. La madre Regina Fontana per proteggerlo dal freddo lo poggia sopra una pala e lo infila dentro al forno in pietra: quel bimbo fragile s’è fatto forte • «La mia prima passione è stata per la chiesa rinnovata dal Vaticano II. Ho scritto la mia tesi di laurea a Monaco» • «11 Agosto 1965. Monaco, in Germania. [...] Il postino mi porta la prima lettera dalla patria: [...] “Caro Leo... Dio ha voluto da noi un tributo d’amore... ci ha chiesto il nostro caro papà [...]”. Il giorno dopo, nella busta, scorsi un segno della vita di colui che ci aveva dato la vita: un mozzicone di sigaretta: l’ultima che aveva fumato poco prima dell’infarto che lo avrebbe stroncato [...]. Quel mozzicone di sigaretta [...] è un sacramento, è vivo e parla della vita. Il suo colore ce lo fa ancora apparire acceso nelle mani del papà, rammenta e fa presente la figura del padre che, adesso, è diventato il punto di riferimento per le scelte della famiglia intera. Attraverso quel sacramento il padre è ancora vivo, visibilmente, nella sua famiglia. Anche questo è un sacramento» Quel mozzicone ora è dentro un medaglione • Ha in seguito ottenuto il dottorato in Filosofia presso l’Università dello Stato di Rio de Janeiro, dove ha insegnato Etica, Filosofia della Religione ed Ecologia Filosofica. I suoi vasti studi comprendono, tra gli altri, corsi di teologia in Brasile (seminario minore in Agudos, maggiore in Curitiba, e facoltà di teologia in Petrópolis), Germania (una laurea in teologia e filosofia all’Università di Monaco nel 1970), corsi post-laurea a Würzburg (Germania) e Oxford (Gran Bretagna) • Considerato uno dei padri della cosiddetta “teologia della liberazione”, termine usato per la prima volta dal teologo peruviano Gustavo Gutiérrez in un discorso sui poveri del Terzo Mondo, tenuto a Chimbote (Perù) nel luglio 1968. I tratti marxisti e il suo continuo impegno nella lotta contro l’oppressione dei popoli latinoamericani lo portano a scontrarsi sempre più aspramente con le gerarchie vaticane, che, a partire dal 1971, lo ammoniscono più volte: «Negli anni Ottanta, la Santa Sede ha condannato la teologia della liberazione con due documenti: l’Istruzione Libertatis Nuntius su alcuni aspetti della Teologia della Liberazione del 1984 e l’Istruzione Libertatis Conscentia su libertà cristiana e liberazione del 1986, elaborati dalla Congregazione per la dottrina della fede, in cui è chiaramente ribadito che le ideologie politiche di sinistra come il marxismo (oltretutto ateista), vicine al pensiero della corrente radicale della teologia della liberazione denominata teologia della riconciliazione, non sono compatibili con la dottrina sociale della Chiesa cattolica • «La seconda passione è stata per il Gesù Storico, le sue gesta, che lo hanno portato alla croce. Ho scritto Gesù Cristo Liberatore; la nostra resurrezione nella morte; il vangelo del Cristo Cosmico; Via Crucis della giustizia. La terza passione è stata per San Francesco d’Assisi, il primo dopo l’Ultimo (Gesù) . Ho scritto San Francesco d’Assisi : tenerezza e vigore; San Francesco: nostalgia del Paradiso; Commentario alla sua orazione per la pace. La quarta passione è stata peri i poveri e gli oppressi. È nata la Teologia della Liberazione e ho scritto Teologia della schiavitù e della liberazione; Il cammino della Chiesa con gli oppressi; insieme al mio fratello Frei Clodovis abbiamo scritto Come fare Teologia della liberazione» • Nel 1984, convocato in Vaticano, viene processato da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede, presieduta dal prefetto Joseph Ratzinger: «Una vera conversazione però l’abbiamo avuta soltanto durante la pausa, quando abbiamo preso il caffè. Ad esempio Ratzinger ha detto: “La tonaca le sta molto bene, padre Boff. Anche così si può dare un segno al mondo”. Io ho risposto: “Ma è molto difficile portare questa tonaca perché da noi fa caldo”. E il cardinale: “Così la gente vedrà la sua devozione e la sua pazienza e dirà: sta scontando i peccati del mondo”. E io: “Abbiamo bisogno, certo, di segni di trascendenza, ma quelli non passano per la tonaca; è il cuore che deve stare a posto”. Al che Ratzinger ha replicato: “I cuori non si vedono; bisogna pur vedere qualcosa”. Ho risposto: “Questa tonaca può anche essere un segno di potere. Quando la porto e salgo sull’autobus, la gente si alza e dice: ‘Padre, si accomodi’. Ma noi dobbiamo essere servitori”» • Condannato nel 1985 dalla Congregazione per la Dottrina della Fede al «rispettoso silenzio», la decisione verrà poi parzialmente revocata nel 1986 dopo pressioni internazionali • «La quinta passione è stata per la Madre Terra super sfruttata. Ho scritto La opzione Terra: la soluzione per la Terra non cade dal cielo; il Tao della liberazione: una ecologia della trasformazione insieme a Mark Hathaway come aver cura della Casa Comune. La sesta passione è stata per la condizione umana sapiente e demente. La settima passione è stata per la vita dello Spirito: ho tradotto l’opera più importante del mistico Mestre Eckhart; ho ritradotto in forma aggiornata l’Imitazione di Cristo del 1441 aggiungendo una parte nuova: La sequela di Cristo; Sperimentare Dio oggi; La SS. Trinità è la migliore comunità; Lo Spirito Santo: fuoco interiore, donatore di vita e Padre dei poveri; Spiritualità: un cammino di trasformazione» • Nel 1992, a seguito di ulteriori minacce di provvedimenti disciplinari da parte di papa Giovanni Paolo II se avesse preso parte al Summit della Terra, Boff abbandona l’ordine dei francescani • Nel 1993 diventa docente di etica, filosofia della religione ed ecologia all’università statale di Rio de Janeiro, dove è professore emerito dal 2001 • Nel 2001 gli è stato assegnato a Stoccolma il premio Right Livelihood, considerato la principale alternativa al Premio Nobel per la Pace, per il suo impegno nella giustizia, ecologia e spiritualità • Ha scritto 105 libri. «È laborioso, con appena 25 lettere, comporre le parole e dopo, con le parole, formulare le frasi e alla fine, con le frasi, concepire il contenuto pensato del libro. Quando mi domandano: che fai nella vita? Rispondo: sono un lavoratore come gli altri, come un falegname o un elettricista. Soltanto che i miei strumenti sono molto sottili: soltanto 25 lettere dell’alfabeto» • Tra le sue opere: Jesus Cristo libertador (1972); Teologia da libertação e do cativeiro (1976); Paixão de Cristo, paixão do mundo (1977); O rosto materno de Deus (1979); Igreja: carisma e poder (1981); A Trinidade, a sociedade e a libertação (1986); Ecologia: grito da terra, grito dos pobres (1995); A águia e a galinha: uma metáfora da condição humana (1997); Etica da vida (1999); Fundamentalismo: a globalização e o futuro da humanidade (2002). Nel 2005 ha scritto Un papa difficile da amare: scritti e interviste, una raccolta di saggi critici l’operato della Chiesa (di cui condanna l’atteggiamento di connivenza con i potenti nel corso della storia) e di Joseph Ratzinger. Riabilitato da Francesco, nel 2014 ha pubblicato Francesco d’Assisi, Francesco di Roma. Una nuova primavera per la Chiesa, in cui conduce un raffronto tra il Santo d’Assisi e papa Bergoglio • «Sicuramente, per lei, Laudato Sì segna la piena riabilitazione del suo lavoro teologico. In particolare quello dedicato all’ecologia. Infatti, nel documento, c’è l’espressione “grido della terra, grido dei poveri” che è sua. Qual è la novità teologica dell’Enciclica? A richiesta dello stesso Papa gli ho inviato molto materiale sull’ecologia, visto che è da 30 anni che lavoro su questo tema. Molto mi ha aiutato la partecipazione alla redazione della “Carta della Terra”, sotto l’egida di Michail Gorbaciov. Questo documento molto simile con l’enciclica è per me l’unico grande documento, assunto dall’Unesco, che sia stato elaborato totalmente dentro il nuovo paradigma, fondato nelle scienze della vita e della Terra. Io ho insistito insieme al Papa attraverso l’ambasciatore argentino nella Santa Sede che l’enciclica avrebbe tutto da guadagnare, mostrandosi contemporanea del migliore pensiero ecologico, se avesse assunto tale paradigma. Secondo questo paradigma tutte le cose stanno interconnesse formando un grande tutto. Tutto sta in relazione e niente esiste fuori dalla relazione. Questa prospettiva aiuta a mostrare che tutti i problemi stanno interconnessi e devono essere affrontati simultaneamente, specie il riscaldamento globale e la povertà delle moltitudini. Sono felice che questa prospettiva sia stata assunta, conferendo grande coerenza e unità al testo. Ciò è una novità nella tradizione del magistero della Chiesa. Il Papa Francesco ha innovato e collocato la Chiesa nel punto più avanzato della discussione ecologica» [a Mele, cit.]. Nel suo Abitare la terra assume il sogno proposto da Papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti e analizza, Pierluigi Mele la possibilità della sua realizzazione.
Politica «Mentre Bolsonaro raccontava decine di bugie al giorno, diffondeva odio e divisioni nella società, Lula ha usato sempre la verità. Ha promesso una politica praticabile per i più poveri, per i 33 milioni che soffrono la fame e per i 110 milioni che hanno carenza di cibo. Ha promesso di fare grandi investimenti nelle strutture della società per creare posti di lavoro, poiché ci sono diversi milioni di disoccupati. Ha promesso di pacificare il Paese e governare per tutti, e non come ha fatto Bolsonaro, che ha governato solo per i suoi seguaci, molti dei quali fanatici. Lula si è dimostrato assennato e ha conquistato la fiducia del popolo e così, nonostante tutta la corruzione, è riuscito a vincere le elezioni ed evitare così un governo di ultra-destra e fascista. La saggezza ha vinto sulla follia politica» [a Mele, RaiNews].
Amori Una compagna Marcia Maria Monteiro de Miranda (attivista per i diritti umani ed ecologista) e sei bambini adottati.
Titoli di coda «Pensavo che non avrei mai superato l’età di mio padre, che è morto per un improvviso attacco di cuore all’età di 54 anni. Sono sopravvissuto. Ho scritto un bilancio a 50 anni. Poi ho pensato che non sarei stato all’altezza dell’età di mia madre, anche lei morta di infarto a 64 anni. Sono sopravvissuto. Ho dato un’altra occhiata a 60. Quindi ero sicuro che non ce l’avrei fatta a 70. Sono sopravvissuto. Dovevo scrivere un altro bilancio a 70. Alla fine, ho pensato, convinto, comunque, di non farcela a 80. Sono sopravvissuto. E devo scrivere un altro bilancio. Demoralizzato nelle mie previsioni, non penso più a niente. Quando verrà il tempo che solo Lui conosce, andrò con gioia incontro al Signore»