15 dicembre 2022
Tags : Carlo Taormina
Biografia di Carlo Taormina
Carlo Taormina, nato a Roma il 16 dicembre 1940 (82 anni). Avvocato. Giurista. Ordinario di procedura penale all’Università di Roma Tor Vergata • «Una macchina da processi. Non c’è capitolo della recente vita pubblica della nazione a cui non abbia prestato la toga» (Stefano Baldolini, HuffPost 12/10/2021) • Nella sua lunga carriera ha preso le difese, tra gli altri, di Craxi, Andreotti, Forlani, Gava, Ciarrapico, Freda, Vincenzo Muccioli, etc. • Coinvolto nei casi giudiziari nati attorno alla strage di Ustica, all’omicidio dell’agende del Sismi Nicola Calipari a Baghdad, all’omicidio di Yara Gambirasio, etc. • Grandissima fama ottenuta come legale di Annamaria Franzoni (sostituì il professor Carlo Federico Grosso, fu a sua volta sostituito dall’avv. Paola Savio, a un certo punto finì in causa con la stessa Franzoni, che non voleva pagargli la parcella) • «Ha una tradizione di “processi fuori dal processo”. Difese il nazista Priebke e denunciò il ministro della Giustizia. Nel caso Marta Russo denunciò i pm Ormanni e Lasperanza per l’interrogatorio della superteste Alletto. Dopo il suicidio in Sicilia del maresciallo dei carabinieri Lombardo, minacciò di pubblicare un dossier segreto sulle rivelazioni del boss Badalamenti a Lombardo stesso. Difendendo un boss della mafia di Favara (Agrigento), denunciò l’uso illegittimo delle intercettazioni della polizia» (Andrea Garibaldi,) • Da sempre accarezzato dall’idea di lanciarsi in politica, riuscì a farsi eleggere alla Camera dei Deputati nel 2001 (con Forza Italia), un solo mandato, ma abbastanza per percepire il vitalizio. Già sottosegretario all’Interno per un semestre, dal giugno al dicembre 2001, con il Berlusconi I (si dimise quando la stampa fece notare il conflitto di interessi tra il suo ruolo nel governo, dove avrebbe dovuto occuparsi di racket, usura e mafia, e il suo ruolo di avvocato difensore di Francesco Prudentino, boss della Sacra Corona Unita). Negli ultimi anni, è stato vicino alla Lega di Salvini, poi al Movimento 5 Stelle. Nel 2020, durante la pandemia di SARS-CoV-2, partecipò alla nascita del movimento Italia Libera insieme a esponenti di Forza Nuova, ai No Mask e ai Gilet Arancioni del generale Pappalardo. Nel 2022 si candidò alle politiche con Sud chiama Nord, di Cateno De Luca, ma non fu eletto • Da ultimo, lo si è visto in televisione in quanto legale di capi Forza Nuova Roberto Fiore e Giuliano Castellino, dell’ex NAR Luigi Aronica e del capi del movimento #IoApro Biagio Passaro e della militante neofascista Pamela Testa, accusati di aver assaltato la sede della Cgil a Roma durante una manifestazione contro il green pass il 9 ottobre 2021 • «In qualche modo, è anche un uomo di spettacolo» (Esquire 16/1/2020) • «Un voltagabbana» (Marco Travaglio) • «Qualcuno lo definisce l’avvocato-prezzemolo, perché è dovunque. Nelle sue cause, in quelle degli altri, all’università, in politica, alla tivù. E in tutte le polemiche possibili» (Claudio Sabelli Fioretti) • Quando lo accusano di avere una spiccata predilizione per i brutti ceffi, risponde: «Faccio l’avvocato. La mia è una professione» • D’altra parte, già nell’estate 2004, ai tempi della guerra in Iraq, aveva detto: «Mi ha chiamato al telefono dalla Giordania la sorella di Saddam Hussein perché il rais mi vorrebbe al fianco del suo collegio difensivo».
Titoli di testa «Al cronista stupito dalla sua rodatissima vivacità contro questo o quell’altro interlocutore e controparte più o meno istituzionali, il penalista per antonomasia ignorando ostacoli e titubanze, per tutta risposta, forse addirittura in un momento di difficoltà, sganciò esattamente queste parole: “Lei deve sapere che io sono siciliano, e noi siciliani siamo vendicativi”. Detto senza una sola increspatura del labbro, con faccia di autentica cera. Insomma, un modo chiaro e schietto per giustificare caratterialmente la sua rabbia inarrestabile nei confronti di una certa procura della Repubblica. La dichiarazione pronunciata con evidente piglio, insieme a tutto il resto, confermò dunque lo spessore metallico (e mediatico) del personaggio» (Rep 25/9/2005).
Origini «Cominciamo da Priebke. Come ha fatto il figlio di un antifascista finito in galera per aver salvato decine di ebrei a difendere il nazista coinvolto nel massacro delle Forze Ardeatine? “Avevo la consapevolezza che si era trattato di un legittimo ordine di guerra”. Suo padre era a Regina Coeli nei giorni delle Fosse Ardeatine. “Di più. Sembra che mio padre fosse tra quelli destinati ad essere fucilati. Ma interferenze varie facevano in modo che qualcuno veniva salvato e qualcun altro moriva al posto suo”. Perché era finito in galera? “Aveva nascosto 17 ebrei murandoli dentro a una stanza del suo studio. Li sterminarono, lì, sul luogo”. Perché lo faceva? “Per politica. Era diventato antifascista, dopo essere stato un dirigente autorevole del regime”. Avrebbe difeso Priebke se suo padre fosse stato tra i 320 uccisi delle Fosse Ardeatine? “Certamente no. Non sarei stato in grado di difendere una persona responsabile dell’uccisione di mio padre” […] Perché ha scelto di fare l’avvocato? “Avevo un fortissimo contrasto con mio padre che era un grande civilista. Per la pratica legale non andai nel suo studio ma in quello di Alfonso Cascone, un penalista napoletano molto legato alla sinistra extraparlamentare. Era l’epoca del maoismo. Io ero un fortissimo contestatore”. Per chi votava? “Fortemente a sinistra”. Pci? “Si. Poi socialista”. All’inizio ha fatto il giudice. “Per fare dispetto a mio padre. Ero di Magistratura Democratica. Ero amico di Ottorino Pesce, Salvatore Giallombardo, Michele Coiro, il gruppo storico. Quello che colpiva di più era il vecchiume della magistratura. Toccavi con mano il forte accorpamento tra potere e giustizia”» (Claudio Sabelli Fioretti, Sette 25/7/2002).
Accademico Laurea alla Sapienza. Docente all’Università di Macerata a partire dal 1975, poi a Tor Vergata. Oltre a procedura penale, ha insegnato anche criminologia e diritto e scienze dell’investigazione.
Avvocato Suo cliente più famoso: Annamaria Franzoni, accusata di aver ammazzato il figlio Samuele, difesa abbandonata una prima volta nel novembre 2006: «È indifendibile, nel senso che non è disponibile ad accettare alcuna soluzione che non sia l’assoluzione piena. Il suo difensore deve essere necessariamente più realista, e lo è. La vittoria sarebbe evitare il carcere. Meglio lasciare questa donna a casa con i suoi due figli piuttosto che andare incontro ad una sentenza che le spalancherebbe le porte della galera per (minimo) 15 anni, dopo i trenta ricevuti in primo grado» (Marco Imarisio). In effetti la Franzoni è poi stata condannata a 16 anni, ridotti a 13 con l’indulto (sentenza confermata dalla Cassazione il 21 maggio 2008). Dopo una breve riappacificazione, lasciò definitivamente la difesa nel febbraio 2007, dopo che gli avevano comunicato la decisione di affiancargli un altro legale (vedi Paola Savio). «Io comunque sono andato avanti a investigare e ho trovato la verità. Sono vicino alla soluzione, ma non rivelo niente».
Avvocato/2 «Non appena si seppe che Franco Fiorito, con tutti i guai che già aveva, si era pure scelto come difensore l’avvocato professor Carlo Taormina, si aprirono subito le scommesse su quanti giorni mancassero al suo arresto. Infatti ieri, puntualmente, è finito in gattabuia. Ma il vecchio “Tao”, reduce dalle trionfali difese del generale Cerciello (18 anni, record nazionale di tutti i tempi per qualche tangente) e della mamma di Cogne (30 anni - il massimo della pena - con lui; poi ridotti a 16 con un semplice avvocato d’ufficio), è già concentrato sul processo. La linea difensiva, come sempre ardita, è già bell’e pronta: “Nessun peculato, perché - piaccia o no - i fondi pubblici, quando entrano nelle casse di un partito, diventano privati e dunque ciascuno ne fa quel che vuole. In ogni caso, attendiamo l’arresto degli altri 70 consiglieri regionali del Lazio”. Stavolta punta al bersaglio grosso: l’ergastolo» (Fatto 3/10/2012).
Avvocato/3 Nel 2017 Annamaria Franzoni fu condannata in sede civile a risarcirlo per un mancato compenso di 275 mila euro. L’intera somma, calcolando iva, interessi e cassa previdenza avvocati, si aggira attorno ai 400 mila euro. Lui aveva chiesto circa un milione. Secondo gli avvocati di lei, Taormina aveva garantito la gratuità della prestazione. Ma di questo accordo non vi era traccia.
Principe Nel 2011 il borgo di Filettino, 500 anime, in provincia di Frosinone, si ribellò al decreto di Tremonti che, per risparmiare, voleva abolire i comuni sotto i 1.000 abitanti. Il sindaco indisse un referendum per diventare principato indipendente (711 sì, un no, tre nulle, tra cui quella di Taormina che, confuso dalla presenza dei fotografi, mise la scheda nell’urna sbagliata) (Goffredo Buccini, CdS 9/1/2012). Mattia Feltri sulla Stampa: «Risponde al telefono Pasquale Squitieri (73 anni, regista fra l’altro di Claretta e Il prefetto di ferro, compagno di Claudia Cardinale): “Eeeh? Di che cosa sono presidente?”. Del Consiglio del principe. “E chi è ’sto principe?”. Carlo Taormina. “Aaah, Taormina. Siamo legati da un’amicizia ventennale”. E non lo sapeva che adesso è principe? “Sì, sì. Come si chiama il posto? Filettino?”. Ma non c’è mai stato? “Mai. Mi ha chiamato Taormina, mi ha detto che era una cosa divertente, e invece guarda un po’... Cosa mi ha fatto?”. Presidente del Consiglio del Principe, cioè lei è il Monti o se preferisce il Berlusconi di Filettino (Squitieri ride molto). “Allora sono il Craxi di Filettino, senz’altro meglio. Ma tu dimmi... Non l’avevo mica capito che mi faceva presidente. E che c’è a Filettino?”. Mah, non molto. Però c’è un’importante fonte che serve acqua a una cinquantina di comuni, fra cui Roma, un quinto del territorio. “Ah, fantastico. Allora come prima cosa sa che faccio? Chiudo i rubinetti” (Squitieri ride che pare sull’orlo del soffocamento). Dunque, ricapitolando. Filettino, paesotto di 500 abitanti, mille metri sul livello del mare, provincia di Frosinone. La scorsa estate - quando la trecentesima correzione finanziaria di Giulio Tremonti propose l’abolizione dei comuni sotto i mille abitanti - il sindaco Luca Sellari s’inalberò: “Allora noi facciamo un principato”. Pareva un frizzo e invece la cosa s’è avviata e non interrotta nemmeno quando a Filettino venne restituita la dignità di territorio municipale. Si indì un referendum che coinvolse i residenti e i parecchi che a Filettino posseggono la casa delle vacanze (a Filettino ci sono 5mila 800 abitazioni e d’estate la popolazione arriva anche 20 mila abitanti). Il referendum incoronò Taormina, 72 anni, avvocato penalista in Ustica, Tangentopoli, Cogne e tanti altri casi noti, e per pochi mesi sottosegretario all’Interno con premier Berlusconi nel 2001. Studio del professor Taormina. Risponde un impiegato sonnacchioso: “Sììì... Di chi devo direee... Per che cosaaa...”. Alla parola Filettino, l’impiegato ha la reazione di uno centrato da un fulmine: “Filettino?! Subito! Immediatamente!”. Perché Taormina, oltre che ristabilire la verità su Squitieri (“Ma glielo avevo detto... È un po’ svanito”), ha l’urgenza, attraverso l’articolo quinto della Costituzione e svariati altri codici, di precisare che “qui di goliardia ce n’è poca”. Un sospetto indotto non soltanto dalla principesca forma istituzionale, e dalla pur celebre personalità che la incarna, ma da altre numerose iniziative, per esempio il conio di una moneta, il fiorito (un fiorito=un euro), la composizione di un inno che sarà presentato sabato nella prima riunione del blasonato governo, e l’elezione di trenta parlamentari che compongono la Camera e che hanno il compito di votare suggerimenti da girare all’esecutivo. Ecco, l’esecutivo. La novità è questa: Taormina, nel suo ampio potere, ha nominato i ministri. Oltre a Squitieri premier, si segnala alla Sanità l’urologo di Papa Ratzinger, il professor Augusto Mosca. Gli altri sono professionisti del luogo…» (7/3/2012).
Amori Sposato, due figli, Alessandra e Giorgio, entrambi attivisti di Rifondazione comunista. «Possibile che su due figli nemmeno uno segua le mie orme in politica? Più a sinistra di così si muore».
Tifo Romanista sfegatato. Anti-juventino. Già opinionista al Processo di Biscardi(7 Gold).
Social/1 Iscritto a Twitter dal giugno 2013, lo seguono in 28 mila. Partì con una media di dieci tweet al giorno. Aggressivissimo • Insulti a tutti. Enrico Letta, «bamboccio e secchione che non capisce niente». Laura Boldrini, «questa sarebbe l’imparzialità del presidente della Camera… da letto!». Giorgio Napolitano, «il capo dei fottitori». Cécile Kyenge, «il ministro abbronzato», «ha tolto «un posto di ministro a noi nati italiani». Gli omosessuali tutti, «froci», «anormali», «volgari e schifosi». Silvio Berlusconi, «Io non sono né frocio né amico del nano. Comunque meglio amico del nano non frocio che frocio» • «Ce la mette tutta, commenta i tweet di Corriere, Repubblica, Stampa, Giornale, Libero, Messaggero, Dagospia, Rainews, Espresso, Tgcom, Ansa, Adnkronos e nessun organo di stampa lo rilancia o gli fa un retweet. Scrive direttamente ai giornalisti: Feltri, Padellaro, Belpietro, Liguori, Mauro e nessuno gli risponde. Ci prova con i politici: Brunetta, Alfano, Meloni, Alemanno, Marino, Gelmini, Galan, nessuno dialoga con lui, o gli mette una stellina, come, per buona educazione su Twitter si fa con chiunque. L’unica figura delle istituzioni che una volta si prende la briga di interagire con lui è Isabella Rauti. Lui cita il padre e lei, immediata “La prego di astenersi dal nominare mio padre per qualsiasi ragione”, cioè “stai buono”» «Spesso dimentica il nome utente e non si capisce con chi parli. Invoca, dal nulla, non ben precisate autorità del web: “Prego la rete di provvedere alla interdizione”, oppure si autocommenta e partono lunghi dialoghi con se stesso. Minaccia gli utenti che lo prendono in giro di “rivolgersi alla magistratura” e loro rispondono “si rivolga prima a un insegnante di italiano”. L’unico link che segnala è alla festa abruzzese della Perdonanza. Dopo centinai di tweet su Berlusconi e la giustizia che si rimanda a un rito che promette la totale remissione dei peccati ha qualcosa di freudiano. Ma tra “io non lo prendo in culo”, lo “sciacallo” agli ex colleghi di partito, il popolo italiano “voltagabbana”, è tutto così grigio? No, perché poi c’è Federica Panicucci. La conduttrice televisiva è per Taormina: “grande” e “brava, mamma e bella”, “la migliore!”. Un giorno le manda un “in bocca al lupo”, quello successivo le ricorda: “La attendiamo perché tantissimi la ammirano. Io sono tra costoro”. E dopo tentativi a vuoto di scrivere alla cantante Adele o a Saviano che finiscono in tweet sparati a salve, dopo refusi catastrofici: “Caro presidente Berlusconi ti danno per morto. Sono tutte teste di cazzo e non sanno che, se schiacciatoscatti (sic)”; “@Pontifex_it stai attento Bergoglio ti fanno fuori. Guardati dal fuoco amico che sembra il nemico”; “Ma perché Napolitano e oso inopportuno da scrivere sul Corriere?”. Ecco, che Federica finalmente gli risponde. La Panicucci domanda: “Carlo sei proprio tu?”, e lui, tempo cinque minuti: “Si sono Carlo”. E aggiunge: “Ti rinnovo gli auguri per tutte le tue cose. La mia ammirazione per pulizia e serietà”» (Nicola Baldoni, Lettera43 16/9/2013).
Social/2 Pubblica i suoi selfie su Instagram. Lo seguono in 14 mila.
Curiosità Giancarlo Perna, avendo riconosciuto in lui le le fattezze «di un notabile del Celeste Impero, zigomi alti, occhi di serpente, pallore mongolico», lo ribattezzò «il Tao». Il soprannome piacque, anche gli amici lo chiamano così • Sempre Giancarlo Perna, che nel 2006 andò a intervistarlo a casa sua (in viale Trastevere), fu ricevuto in una stanza «che sarebbe un insulto definire un salotto: sono piuttosto tre saloni separati l’uno dall’altro da vetrate che fanno intravedere specchi e suppellettili, divani e tappeti, per ricevimenti di favola, con Eccellenze, belle donne e inevitabili imbucati» • Grande amante dei cani, alleva trovatelli • Il 16 ottobre 2013, in collegamento con La Zanzara (di Giuseppe Cruciani, su Radio 24) pronunciò dichiarazioni omofobe, nell’agosto 2014 fu condannato per discriminazione al pagamento di 10 mila euro di risarcimento a favore dell’associazione Avvocatura per i diritti Lgbt-Rete Lenford. «Meglio i cani dei gay» • Ha detto di aver sempre ricevuto informazioni dai servizi segreti. «E come fa? “Arrivano. E io le manovro, le utilizzo, me ne servo”» (Sabelli Fioretti) • Ha detto anche che i massoni gli hanno offerto più volte di iscriversi alle lore logge. «Ho sempre reagito con sdegno» (ib) • Durante la pandemia si è battuto contro «la dittatura sanitaria» • Fiorello, quando faceva Viva Radio 2, se ne uscì con Le incredibili vicessitudini dell’avvocato Messina • Per il suo mandato da deputato (2001-2006) incassa un vitalizio mensile da 2.045 euro. Solo dal 2006 al 2015, a fronte di un montante contributivo di circa 60 mila euro, ne incassò circa 220 mila. «Se restassero in mano allo Stato se li fregherebbe qualcuno, meglio che li tenga io». Quando gli chiesero se 2 mila e passa euro di pensione non siano un privilegio, dopo appena 5 anni di lavoro, lui rispose: «Certo, e allora? È tutto perfettamente regolare, e poi non è mica una pensione. Lo percepisco regolarmente in base a una legge dello Stato. Non è una truffa». Anzi, spiegò: «Il vitalizio compensa alcune difficoltà in cui ci si trova quando uno fa il deputato. Io non potevo più fare l’avvocato». Domanda provocatoria: 220 mila euro già intascati non sono troppi come risarcimento? «Voglio incassare molto di più, perché spero di vivere ancora a lungo» (Sandro Iacometti, Libero 5/6/2015).
Titoli di coda «Lei ce l’ha anche con il giudice Nordio, quello che inquisiva i comunisti. “Ha avuto in mano le sorti della sinistra italiana e non ha fatto niente. Doveva investigare più a fondo”. Non c’erano prove. “Se capitava a me stia tranquillo che…”. Quelle prove venivano fuori. “A costo di fabbricarle”» (Sabelli Fioretti).