22 dicembre 2022
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Biografia di Morgan (Marco Castoldi)
Morgan (Marco Castoldi), nato a Milano il 23 dicembre 1972 (50 anni). Cantante. Inizi con i Bluevertigo, carriera da solista dal 2003 • «Look estrosi e originali, quasi teatrali. Pensati per riproporre lo stile dei letterati romantici» (Anita Adriani, il Giornale 23/3/2020) • «Vaporoso, magico, a volte turbolento» (Francesca Delogu, Esquire 07/12/2022) • «L’uomo dei mille ritorni, dell’incostanza, delle marce indietro frettolose, delle piazzate in pubblico e delle scuse imbarazzate e imbarazzanti» (Domenico Naso, Fatto 21/11/2014) • «Autostima obesa, fragile e dotato: continua a cercare senza requie sé stesso. Nessuno, o quasi, ricorda un suo brano autografo. Tutti, o quasi, non ignorano che quel tipo con i capelli alla Don King ha recitato al meglio la parte dell’alternativo in un contenitore mainstream» (Andrea Scanzi, Stampa 4/1/2011) • Poliedrico. Ribelle. Egocentrico. Eccentrico. Sempre insoddisfatto, sempre scostante, sempre alla ricerca di attenzione. Noto per la sua turbolenta relazione con l’attrice Asia Argento, che gli ha dato una delle sue tre figlie (Anna Lou, n. 2001) • Tre partecipazioni al Festival di Sanremo (2001, 2016, 2020). Fu escluso dall’edizione 2010 dopo aver detto in un’intervista di far uso abitualmente di cocaina come antidepressivo. Fu squalificato dall’edizione 2020 per defezione (litigò con Christian Bugatti, in arte Bugo, che si esibiva con lui, e quello abbandonò il palco durante la loro canzone) • Targa Tenco al Premio Tenco come miglior opera prima per l’album Canzoni dell’appartamento (2003). Giudice di X Factor Italia (Rai 2, 2008-2010; Rai 1, 2009; Sky Uno, 2011-2014), ha vinto cinque delle sette edizioni cui ha partecipato. Opionionista (nel 2016) e poi direttore artistico (nel 2017) degli Amici di Maria De Filippi (Canale 5). Coach di The Voice of Italy (Rai 2, 2019). Concorrente di Ballando con le stelle (Rai 1, 2021) • Nel 2012 ha debuttato come regista d’Opera al Teatro Coccia di Novara • Ha dato alle stampe cinque libri: Dissoluzione (Bompiani 1998), In pArte Morgan (Elèuthera, 2008), Io, l’Amore, la Musica, gli Stronzi e Dio (Einaudi, 2014), Essere Morgan (La nave di Teseo, 2020), L’audiolibro di Morgan (Emons Libri e Audiolibri, 2020) e Parole d’aMorgan (2022) • Si è definito «l’unica rockstar italiana», «l’unico intellettuale di oggi che si sporca le mani». «Mi trovo a mio agio con l’auto-sbranamento, è una condizione che mi sono scelto io. Sono credibilmente anarchico, parto dal fatto che ho dei principi etici, e quindi posso comportarmi come voglio». Si è paragonato a Gesù Cristo («Lo hanno messo in croce perché era famoso, era molto carismatico. Era molto pericoloso. Lo collego a me»). Ha detto: «Sono intelligentissimo, diciamo un genio».
Titoli di testa «Nelle interviste a volte mi fanno dire cazzate, poi mi vergogno, mi tratto male, finisco solo».
Vita Figlio di Mario Castoldi, falegname («Hai presente Pinocchio?»), e Luciana Colnaghi, maestra elementare, pianista dilettante. «I miei amavano moltissimo la musica. Certo a casa nostra non si ascoltava Gianni Morandi, la mamma adorava David Bowie, papà i Kraftwerk» (a Raffaella Silipo). Una sorella più grande, Roberta, dottorato in Filosofia e violoncellista, «ha fatto tournée con David Byrne, gli Afterhours, John Parish» • Infanzia e adolescenza a Muggiò, in Brianza. «A due anni mia mamma metteva su un disco per farmi stare buono: con la musica io smettevo di piangere. A sei anni la prima chitarra, ma non ho imparato subito perché ero mancino. Ma la suono come un destro perché io avevo il mondo girato: giro la chitarra ed è fatta» (Luca Valtorta, Rep 21/11/2015) • «A nove anni il suo talento partorisce le prime composizioni e a dieci, nell’intento di emulare i grandi maestri della musca classica, compone una sonata per pianoforte. Più adulto Morgan mostra i primi segni di insubordinazione disertando la seduta d’esame dell’ottavo anno di conservatorio, il cui percorso formativo non ha mai portato a compimento. In quel momento esordisce come musicista, a sedici anni allieta le serate dei clienti dei pianobar con le sue note» (Adriani) • «Ho sentito che giocavi a tennis. “A 16 anni ho fatto i campionati nazionali, ero forte, sono arrivato terzo. Poi ho dovuto scegliere se suonare il piano o continuare, non ce la facevo a fare 8 ore di piano e 4 di tennis”» (Moreno Pisto, MowMag 1/3/2021) • L’11 ottobre 1988, il padre, depresso e oberato dai debiti, si suicida a 48 anni. «Io avevo sedici anni e Roberta diciassette: un’età del cazzo perché quello è proprio il momento in cui la mamma smette di essere affascinante e scopri il papà». «Il suicidio di mio padre mi ha fatto elaborare un senso profondo del comunicare, dell’esprimersi, del liberarsi. Ho cominciato a lavorare sulla sensibilità, che è un’anima dolce, gentile, femminile, che dà il senso del creare un’opera d’arte, che sia pittura o una canzone. È il gesto dell’amore. Quindi la poesia, la parola, in questa dimensione, diventa il senso della vita, è un aggancio, è la salvezza. “Dì solo una parola ed io sarò salvato”, non è così? Dal vangelo di Giovanni. Quella parola non ho mai capito quale fosse…» (Pisto) • Il suicidio del padre lo segna. Crea il suo primo alter-ego: Markooper. Abbandona il liceo classico Bartolomeo Zucchi di Monza, prende un diploma di maturità professionale presso l’IPSIA-Istituto Professionale Statale per l’Industria e l’Artigianato G. Meroni di Lissone (MB). Molla il pianoforte e la chitarra, decide di sfoderare la sua grinta passando al basso elettrico. «Il giovane Marco Castoldi è attratto dai generi musicali alternativi: fa l’exploit sulla scena musicale New Wave e si interessa al New romantic, genere popolare agli inizi degli anni Ottanta. Ma la sua grande passione è il graffiante e provocatorio rock, che riflette la sua indole, in particolare quello anni Sessanta» (Adriani) • Con il suo amico Andrea Fumagalli, detto Andy, forma la sua prima band, i Lizard Mixture, poi ribattezzata Smoking Cocks, poi ribattezzata Golden Age. Nel 1994, la versione definitiva: Castoldi, Fumagalli, Livio Magnini e Sergio Carnevale sono i Bluvertigo. «Con loro, Marco gioca all’artista maledetto: mascara, smalto nero a mani e piedi, look “glam”. Si professa un ammiratore incondizionato del sound elettronico anni Ottanta e dei grandi solitari dell’arte, da Baudelaire a Franco Battiato. Ha successo: Mtv elegge i Bluvertigo migliori artisti italiani, e il gruppo si fa conoscere all’estero. Diventa un caposcuola: le parole d’ordine sono narcisismo e provocazione» (Osvaldo Mazzola, L’Espresso 22/3/2001). Sceglie di chiamarsi Morgan, in tributo al corsaro gallese Henry Morgan. «Assumere il nome, e il ruolo, di un pirata era per me un’azione scaramantica, apotropaica: rifuggire dal male assumendone il peso, identificandomi in esso» • Primo grande successo: il brano Iodio (1994), «ed è tutto un fiorire di recensioni entusiastiche per quei ragazzi così diversi dai classici cantanti e musicisti di casa nostra» (Naso) • «Nel 1997, con Metallo non metallo, arriva la consacrazione anche sul fronte commerciale: più di 100 mila copie vendute, singoli come Fuori dal tempo che diventano addirittura hit radiofoniche, la critica che si spella le mani e quasi non crede alle sue orecchie, visto che in Italia, di gruppi come i Bluvertigo, ce ne sono sempre stati pochi. La trilogia chimica si chiude nel 1999 con l’album Zero: altro successo commerciale, singoli come La crisi che diventano dei piccoli classici di questa vita tutta italiana al pop rock elettronico. Sembra tutto perfetto per i Bluvertigo, ma non lo è affatto. Dopo il Sanremo 2001 con L’Assenzio (ovviamente classificatasi all’ultimo posto, perché Sanremo è Sanremo e i gusti dell’Ariston sono i gusti dell’Ariston), la band va in sonno. Non si capisce bene se trattasi di scioglimento, congelamento o chissà cosa, ma è chiarissimo che Morgan, leader naturale con un evidente bisogno di appagare appetiti soliti, comincia a far da solo» (Naso) • «Nel 2003 esce il primo album da solista, Le canzoni dell’appartamento, forse l’ultima produzione degna di nota di un talento cristallino che via via è stato soffocato da un masochismo inquieto i cui effetti devastanti diventano attualità di questi giorni. Nel 2008, dopo qualche anno di appannamento e di lavori decisamente più di nicchia, Morgan si reinventa personaggio televisivo, diventando giudice del nuovo talent X Factor, appena sbarcato in Italia su Rai 2. È lo spartiacque definitivo, la sua fortuna e paradossalmente anche la sua catastrofe. Da quel momento in poi, Marco Castoldi è “il giudice di X Factor”, il Re Mida dei talent: partecipa a sei delle prime sette edizioni e ne vince cinque, lanciando cantando talentuosi (da Noemi a Marco Mengoni, da Chiara Galiazzo a Michele Bravi). Per i ragazzi nati negli anni in cui i Bluvertigo conquistavano pubblico e critica, Morgan è solo il giudice di un talent, non più un cantante. Lui continua a produrre dischi, tentando di sfruttare la scia del successo nazionapopolare arrivato con la tv, ma i risultati non sono granché dal punto vista commerciale e, purtroppo per lui, neppure da quello artistico» (Naso) • Scrive Andrea Scanzi: «Non ha mai smesso di sottolineare il proprio eclettismo. O, per meglio dire, non si è mai liberato dal giogo del più sterile bastian contrario. Intellettualista ma anche giovanilista. Di nicchia ma anche commerciale. Pensoso ma anche mainstream. Teatrale ma anche televisivo». Aldo Grasso: «È il più comico di tutti. Con la sua puzzetta sotto il naso, con le sue velleità artistiche e letterarie, con il suo maledettismo, con il suo francobattiatismo, con l’Antologia di Spoon River sotto il braccio, ecco – con tutte queste ubbie Morgan è il protagonista di un reality, al pari di un qualsiasi scalcinato partecipante al Grande Fratello». Domenico Naso: «Paradossalmente, la lenta agonia dell’artista Morgan è colpa più della svolta nazionalpopolare televisiva che del suo stile di vita sregolato e poco salubre. Ma, d’altra parte, senza la notorietà da “giudice di talent”, forse sarebbe sparito dal giro che conta già da molti anni. E allora forse è vero che Morgan è un funambolo, sospeso sul filo sempre più esile della sua egotica personalità, del suo multipolarismo psicologico e artistico, costretto a frettolosi cambi di passo per non cadere giù e sparire per l’ennesima volta. Magari per sempre».
Amori/1 Una figlia, Anna Lou (n. giugno 2001), avuta da Asia Argento. Rapporto difficile, che lui sintetizza così: «La donna è mobile, come diceva Giuseppe Verdi. A un certo punto tutte hanno i cazzi loro. E parliamo proprio di cazzi, altri uomini. C’è chi ti denuncia di stalking, chi ti vuole togliere i bambini. Fanno cose abominevoli». Asia ottenne l’affidamento esclusivo della bambina nel febbraio 2010. A Natale dello stesso anno Morgan scrisse al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano chiedendogli di aiutarlo a vedere di più sua figlia. La segreteria del Quirinale rispose (con una lettera al suo avvocato) spiegando che la vicenda era di competenza esclusiva della magistratura.
Amori/2 Una seconda figlia, Lara (n. dicembre 2012) da Jessica Mazzoli, concorrente di X Factor 5. Nel 2013 lei lo ha lasciato via Twitter e portato in tribunale per ottenere l’affidamento esclusivo della bambina.
Amori/3 Padre per la terza volta: Maria Eco (n. 2020), avuta da una Alessandra Cataldo.
Denari Nel 2017 la sua casa-museo di Monza gli venne pignorata (era dal 2001 che non pagava gli alimenti alla figlia Anna Lou). A maggio 2019 annunciò urbi et orbi di essere stato sfrattato, e che la cosa era gravissima perché quella non era solo una casa, ma un tempio sacro in cui comporre musica.
Politica Molto amico di Vittorio Sgarbi che, periodicamente, lo propone per qualche carica pubblica. Nel 2010, lo nominò Assessore all’Ebbrezza, ai Diritti umani, alla Creatività e alle Visioni del Comune di Salemi. Nel 2020 lo candidò a sindaco di Milano con la lista Rinascimento. Nel 2021, a sindaco di Sulmona. Nel 2022 lo propose come capolista della lista Sgarbi nel comune di Verona. Sempre nel 2022, appena nominato sottosegretario alla Cultura, gli affidò un dipartimento per la musica creato ad hoc. Lui accettò di buon grado e dichiarò: «Il nostro primo decreto sarà per abolire la trap». Poi, più serio: «Enrico Letta non mi avrebbe mai chiamato, ma questo perché la sinistra non ha il briciolo di un’idea da dopo Bertinotti. La destra fa più cose di sinistra della sinistra, la sinistra ormai è tutta orientata al mercato» • Rivendica un rapporto molto stretto con Giorgia Meloni: «Con lei io non parlo di politica ma di cultura: le ho mandato di recente il testo di una traduzione di Goethe e lei ha dimostrato un’apertura mentale che la rende molto diversa da come in tanti vogliono dipingerla» • Ma quando gli chiedono se il suo cuore batte a destra o a sinistra, lui taglia corto: «Sono un anarchico». Poi cita Giorgio Gaber: «Fascista e comunista sono vecchi soprannomi per anziani».
Religione Nell’aprile del 2010 ha ricevuto in casa sua l’esorcista padre Egidio Vittorio Zoia, della diocesi di Milano, il quale ha poi rilasciato una dichiarazione al Tribunale dei minorenni di Roma (incaricato della causa sull’affidamento della figlia Anna Lou) spiegando che la casa e Morgan non sono contaminati da influssi negativi.
Religione/2 Nel 2015, intervistato da Luca Valtorta, ha raccontato di essersi confessato dopo vent’anni: «Stamattina ero in questo paesino in Puglia, dovevo comprare le sigarette e sono passato davanti ad una chiesa. Sono entrato anche perché quando vedo una chiesa penso sempre che dentro c’è un organo. Non so cosa mi è preso: a un certo punto ho deciso di confessarmi. Era la prima volta da vent’anni. C’era quest’uomo in mezzo alla chiesa che leggeva. Gli ho chiesto: sei il prete? Voglio confessarmi. Si è messo una stola, mi ha messo una mano in testa ed è rimasto così per un bel po’: doveva finire di leggere, mi ha spiegato. Il Vangelo di Giovanni. Ma non andiamo nel confessionale? “No. Dimmi i peccati, anche quelli involontari”. Gli ho detto che sono sempre stato ferventemente ateo ma che in questo momento sentivo bisogno di un riavvicinamento alla spiritualità e che pur non credendo ho sempre sofferto per la figura di Cristo perché era stato ingiustamente punito. Mi ha interrotto e mi ha detto: “Questo è un buon pensiero. Tu vuoi sollevare Cristo: fallo dentro di te ogni volta che senti nascere qualcosa che non è buono”. Mi ha fulminato: ha colto il mio bisogno». Dopo hanno recitato un’Ave Maria insieme «e io ho anche sbagliato l’inizio» (Rep 21/11/2015).
Vizi Una sigaretta dopo l’altra.
Curiosità Alto 1 metro e 74, pesa 64 chili • «Mi sento un fantasma, lo sono in tutto. Discograficamente, sentimentalmente» • «Non seguo la tv, non ho idea di come sia un telegiornale, non leggo quotidiani, non so cosa succede in giro» • Stima i tassisti, i poeti e Papa Ratzinger. Detesta i web manager, i web designer, i social manager. «Il tassista ti parla di Italo Svevo, della coscienza di Zeno, e ti porta pure dove gli dici te. Quelli lì non parlano di niente. C’è un tale che si chiama Montemagno. Ma chi cazzo è?» • Quando lesse che lo scienziato Douglas Hofstadter avrebbe insegnato un anno a Bologna e si iscrisse al suo corso di semiologia (lo introduceva Umberto Eco) • Nottambulo • Durante la pandemia si inventò un palinsesto su Clubhouse • Ha la fobia degli insetti: «Sono esseri piccolini e cattivi» • Dice che in una vita precedente potrebbe essere stato un cane («Coi cani vado d’accordissimo, per me sono fratelli») o forse un corvo • «Dario Argento m’ha raccontato che i corvi parlano. Mi disse che una volta aveva 500 corvi sotto mano, che doveva girare una scena di Opera, e si è cagato addosso perché questi parlavano. T’immagini 500 corvi che parlano? Dario Argento che ha paura è una bella immagine» • Dori Ghezzi gli ha regalato un’edizione di La Santa Rossa di John Steinbeck, in cui si parla del pirata Henry Morgan («Dentro c’erano le note scritte a matita da De André») • Sua canzone più ascoltata su Spotify: Altrove (2003) • Appassionato di musica classica, di Bach in particolare • «Gli italiani non sanno scrivere canzoni intelligenti, fanno cose banalissime, su accordi di merda. Solo pochi, Battiato, Fossati, altri due o tre, sono andati oltre. Gli altri hanno lavorato su accordi comprati al supermercato» • Dice che oggi in Italia ci sono due filoni musicali fondamentali, il trap e l’indie. «Il trap è la musica della strada, che in realtà ha più coraggio, molti dei testi sono audaci, azzardati, ma si muovono nella direzione sbagliata perché sono volgari e violenti. Hanno la forza della trasgressione, nelle loro canzoni c’è la lotta e la lotta nella canzone ci sta perfettamente, anche Guccini ce la metteva. Ma questa lotta è tenuta a bada, controllata, manipolata, posseduta dal sistema». «L’indie è il vuoto dei contenuti. In teoria i rappresentanti dell’indie potrebbero parlare, ne hanno la possibilità, ma sono borghesi che fingono di essere ribelli, radical chic, producono musica che non ha valore morale, contenuto, lotta, parlano solo di stronzate, raccontano le loro seratine e i loro amorini, cavolate della vita borghese media. Sono travestiti da ribelli ma quando vanno a casa fanno i conti con le famiglie che gli dicono con chi si devono sposare». «La trap ha ridotto tutto a soldi-droga-moda-mi faccio la tua tipa… “Ci sono cose indecenti che non meriterebbero di essere pubblicate. Ho letto dei testi in cui Junior Cally parla di atti sessuali con un linguaggio che non c’entra con Boccaccio o De Sade. Quella non è verità della parola come dicono ma qualcosa di brutto, volgare e violento”. Morgan che fa il censore? “Non è censura. Questa roba non fa paura al potere, anzi è strumento del potere”» (Andrea Laffranchi, CdS 4/2/2020) • «Orietta Berti? “La vedrei bene con un arrangiamento heavy metal, Orietta Berti metal sarebbe fantastica”» (Pisto) • «La mia generazione è morta e sepolta da un pezzo. Essere moderni significa trasvalicare le epoche: Mozart sarà sempre moderno anche tra 100 milioni di anni, non invecchierà mai. Ho detto Mozart per non dire Morgan, naturalmente» (Mario Manca, Vanity 21/11/2021) • «Bisogna non aver niente da perdere, tutti sono attaccati come un’ostrica alla vita. A me invece non interessa concludere nulla, sono qui e non ho nemmeno voglia di ammazzarmi, ma se domani finisse il mondo sono già a posto, ho detto ti amo e ti odio a chi volevo dirlo, ho cantato le canzoni che mi piacevano, ho letto i libri che avevo voglia di leggere e ora sono soddisfatto».
Titoli di coda «Tuo padre si è tolto la vita a 48 anni e tu hai detto che arrivato alla sua stessa età lo avresti perdonato. “Sto passando attraverso questo portone che è delicato, che è potentissimo, amo la parola perdono perché c’è dentro la parola dono, non c’entra nulla ma è bello pensare che perdonare è un dono. Sì, lo perdonerò. E perdonerò tutti”» (Pisto).