Il Messaggero, 31 dicembre 2022
Egitto, attacco terroristico a Suez Spari da due auto, uccisi 3 agenti
IL BLITZ
ROMA Il terrorismo si avvicina al Cairo, la capitale egiziana, per la prima volta da anni. Tre poliziotti morti e quattro feriti, ucciso anche uno degli assalitori che hanno sparato con armi automatiche contro un posto di blocco nella città di Ismailia, a soli 120 chilometri dal Cairo sulle rive del Canale di Suez, nel nord-est del paese. In fuga almeno un altro terrorista. Le notizie arrivano contraddittorie e frammentate a ora tarda. Fonti locali parlano di dodici feriti in tutto, anche tra i civili che si sono trovati nel mezzo della sparatoria. Sul momento nessuna organizzazione ha rivendicato l’assalto, ma il sospetto è che la matrice sia jihadista. In ogni caso si sarebbe trattato di una vera e propria azione di commando. Immediata la caccia all’uomo in tutta l’area.
L’ASSALTO
I poliziotti facevano parte di una pattuglia militarizzata che controllava le strade nei pressi della moschea di Al Salihin. Ha forse un significato, almeno di evocazione storica, che l’attacco sia avvenuto nella città considerata la culla della Fratellanza islamica, quella nella quale ha mosso i primi passi il suo fondatore, Hassan al-Banna. Finora, sotto il pugno di ferro del regime del generale e presidente Al Sisi, la guerra al terrore islamista era rimasta confinata alla penisola del Sinai, dove lo scorso maggio in uno scontro a fuoco con gruppi jihadisti l’esercito aveva subito pesanti perdite, dodici morti solo in una battaglia. I focolai del terrore islamista, in parte legati al braccio armato della vecchia Fratellanza musulmana e in parte alle frange egiziane di Al Qaeda (che in Egitto ha uno dei suoi luoghi di nascita) e dello Stato Islamico tuttora attivo e che ha addentellati in tutto il Nord Africa, non si sono mai spenti anche se durissima è la repressione e capillare e costante la presenza dei militari egiziani.
LA RETE DEI TERRORISTI
I jihadisti possono contare sull’appoggio delle tribù del Sinai. A quanto pare, ieri sera l’obiettivo sarebbe stato non solo il posto di blocco ma la vicina stazione di polizia, stando alle fonti mediche e a quelle della sicurezza locale citate dall’emittente egiziana Extra News e da quella panaraba di proprietà saudita Al Arabiya. Nessuna reazione ufficiale, nell’immediatezza dei fatti, da parte delle autorità egiziane. La disastrosa parentesi del governo del Presidente islamista Morsi, che ha portato al colpo di Stato e alla presidenza dei generali con Al Sisi al timone del Paese, non ha estinto la presa che a livello popolare e in aree marginali eppur strategiche come il Sinai continuano ad avere le diverse anime del movimento. In passato, il terrorismo ha avuto come bersaglio soprattutto i luoghi del turismo, con l’intento deliberato di colpire una delle fonti principali dell’economia egiziana e fiaccarne così il governo. Ma mai i commando erano riusciti negli ultimi anni ad avvicinarsi al Cairo come nell’assalto di ieri. L’inseguimento degli aggressori è proseguito per tutta la notte.