la Repubblica, 31 dicembre 2022
Quello che non sapevate delle canzoni natalizie
Jingle Bells è sicuramente la melodia natalizia tra le più popolari. Ma non tutti sanno che fu composta per prendere in giro gli afroamericani. Un motivo dunque razzista. Come non è altrettanto risaputo che fu un ebreo russo, Irving Berlin, a comporre nel 1940 un’altra delle più note melodie natalizie, White Christmas.
E che Last Christmas, altro motivo che domina le scene natalizie planetarie, fu scritto da George Michael nel 1984 per ricordare la perdita di un amore omosessuale avvenuta casualmente nell’ultimo Natale. Senza nessun riferimento religioso.
Queste ed altre storie, genesi e apparenti “controsensi” che caratterizzano le radici delle più celebri canzoni natalizie raccontate nel libro Last Christmas (e le altre) scritto da Enzo Romeo, caporedattore-vaticanista del Tg2. Nel testo – edito da Ancora, 155 pagine, 17 euro – l’autore seleziona dieci motivi natalizi tra i più popolari, sia a carattere religioso che laico, uniti da un «unico comune denominatore che è il Natale» cantati sia per celebrare la nascita del Bambino che per motivi non espressamente sacri e tanto meno teologici, ma legati alla «vita ed alle esperienze personali degli stessi autori». Ecco quindi che si viene a scoprire che la dolci note diJingle Bells vedono la luce nel 1857 per mano di un autore, James Pierpoint, costantemente in bolletta, che le compone solo per soldi, prendendo spunto dalle slitte che in inverno negli Usa venivano guidate dagli afroamericani, munite di sonanti campanelli per segnalare la loro presenza agli incroci delle strade. Il motivo ebbe successo, specialmente negli spettacoli chiamati Minstrel Show dove gli attori si dipingevano il volto di nero per prendere in giro gli africani mentre cantavano, appunto, Jingle Bellstra sberleffi e battute. Col tempo il motivo si è “liberato” dell’originaria impronta razziale per diventare un classico delle festività natalizie. Storia simile ad un altro grande successo natalizio, Happy Christmas composta da John Lennon nel 1971 per celebrare le tematiche più care ai movimenti pacifisti dell’epoca, come il no alla guerra, la pace universale, l’uguaglianza, il libero amore. Non a caso – spiega Enzo Romeo – il titolo originale della copertina del disco è Happy Xmas (war is over)(Buon Natale, la guerra è passata). Canzone, quindi, concepita da Lennon e dalla moglie Yoko Ono in chiave pacifista, diventata tuttavia uno dei motivi più sentiti durante le festività natalizie, persino nelle chiese.
Più lineari le storie originarie delle altre melodie riportate nel libro, anche se «non può suscitare interesse e curiosità» il fatto che alcuni motivi, pur composti per le chiese protestanti e presbiteriane siano stati “adottati” anche dai cattolici. ComeJoy to the World composta nel 1719 dal pastore inglese Isaac Watts, «non per celebrare la nascita di Gesù, ma – ricorda Romeo – per cantare la gioia per la Parusia, ovvero la seconda venuta di Gesù alla fine dei tempi...». Ispirata al testo del Vangelo di Luca è Adeste Fideles, composta nel 1743, religioso cattolico inglese esiliato in Francia. Come pure cattolici erano gli autori degli altri tre motivi raccontati nel volume, il francese Placide Cappeau autore nel 1847 diMinuit, Chretiens; il religioso napoletano Alfonso de’ Liguori, autore nel 1754 diTu scendi dalle Stelle,intitolata nella prima versione dialettale Quanno nascette Ninno. E il portoricano Josè Feliciano che nel 1970 incide Feliz Navidad, forse la più breve canzone dedicata al Natale, “di appena 19 parole, sei in spagnolo e 13 in inglese”, ma che ha avuto la forza di superare barriere e unire cristiani di qualsiasi confessione.
Il pacifismo di John Lennon Il brano dedicato a un amore omosessuale di George Michael E “Tu scendi dalle stelle” in dialetto