la Repubblica, 31 dicembre 2022
L’asse russo-cinese
Il presidente russo Vladimir Putin punta sulla prossima visita di Stato dell’omologo cinese Xi Jinping per dar prova della solidarietà di Pechino «nel contesto di pressioni e provocazioni senza precedenti da parte dell’Occidente». La visita, prevista in primavera, è stata annunciata nel corso dei colloqui in videocollegamento di ieri tra i due leader, mentre in Russia continuavano i raid ucraini. Ma, pur chiamando Putin “caro amico”, Xi pragmaticamente ha mantenuto le distanze e invitato velatamente il capo del Cremlino a non chiudere la porta al negoziato con Kiev, pur consapevole che «la strada verso i colloqui di pace non sarà agevole».
La Russia, difatti, ha più volte aperto ai colloqui, ma pur sempre insistendo su condizioni inaccettabili per la controparte, come la cessione dei territori attualmente sotto il controllo di Mosca.
«La parte russa non ha mai escluso la possibilità di risolvere il conflitto in Ucraina attraverso negoziati diplomatici e la Cina approva questa posizione», ha dichiarato Xi nel breve discorso diffuso dall’emittente televisiva cinese Cctv.Una dichiarazione tiepida se si considera che a febbraio a Pechino, alla vigilia dell’intervento armato russo in Ucraina, i due capi di Stato avevano siglato una partnership strategica “senza limiti” ispirata al comune rifiuto dell’ordine globale dettato dall’Occidente. La Cina finora si è guardata bene dal fornire qualsiasi tipo di sostegno materiale diretto a Mosca che possa farla finire nel mirino di sanzioni secondarie. Non ha tuttavia mai rifiutato di cooperare con il suo vicino settentrionale nei campi militare, economico e diplomatico. Ed è proprio sul ruolo di Mosca e Pechino nel riscrivere regole e agenda del sistema internazionale che ha incentrato il suo caloroso discorso il presidente russo.
La cooperazione tecnico-militare con Pechino «garantisce la sicurezza di entrambi e il mantenimento della stabilità nelle regioni chiave», ha osservato il presidente russo, rilanciando l’immagine di una Russia con velleità di potenza politica globale. «Proteggiamo non solo i nostri interessi, ma anche quelli di tutti coloro che sostengono un ordine mondiale veramente democratico, così come i diritti dei Paesi all’autodeterminazione».
Se sull’Ucraina le posizioni dei due Paesi continuano a non collimare, non vi è invece dubbio che in campo economico la Russia abbia trovato nel vicino orientale, così come in altri Paesi non allineati, nuovi mercati di sbocco e fornitori alternativi per rispondere ai colpi inferti dalle sanzioni occidentali. Il commercio bilaterale tra i due Paesi è cresciuto di un quarto nell’ultimo anno e, stando alle stime di Putin, entro fine 2024 potrebbe raggiungere la cifra record di 200 miliardi di dollari. Sul piano finanziario il rublo russo si legasempre più alla valuta cinese, lo yuan, abbandonando progressivamente il “volatile” dollaro nelle transazioni internazionali. Il ministero delle Finanze ne ha raddoppiato, al 60 per cento, la quota massima nel Fondo di previdenza. LaRussia, inoltre, è al secondo posto per le forniture di gas alla Cina via gasdotto e al quarto per quello liquefatto, ha superato l’Arabia Saudita come principale esportatore di greggio e ha aumentato le forniture di energia elettrica di circa il16 per cento per un totale stimato di 4,5 miliardi di kilowattora.
Una cooperazione che «contribuisce alla sicurezza dei rispettivi Paesi e al mantenimento della stabilità nelle regioni» e che le due potenze «intendono rafforzare» nel campo militare, ha detto Putin. Nel frattempo continuavano gli attacchi ucraini contro la Russia. Non solo nella regione al confine di Belgorod, arrivando a colpire un’industria di Shebenskij e un’abitazione privata del villaggio di Vjasovoe Krasnojaruzhskoe, ma anche nella Crimea annessa da Mosca già nel 2014. Mikhail Razvozhaev il governatore di Sebastopoli, è stato costretto a richiamare la popolazione alla calma dopo l’entrata in funzione del sistema di difesa antiaereo. Sul canale telegram ChP Sevastopol sono state diffuse immagini delle scie bianche riprese nei cieli della città portuale, mentre testimoni locali hanno descritto i boati come i «più forti mai uditi».