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 2022  dicembre 31 Sabato calendario

Intervista a Gabriella Germani

In Gabriella Germani ci sono molte donne. E sono tutte famosissime: Monica Bellucci, Lilli Gruber, Barbara Palombelli, Giorgia Meloni. Solo per citarne alcune. Basta un gesto, un cambiamento nell’inflessione della voce, e l’attrice non imita semplicemente un’altra persona, ma diventa lei. Amatissima da Maurizio Costanzo, che la vuole ogni volta che può al suo Costanzo Show, spalla ideale per Fiorello, con cui pure lavora spesso, lei quasi ancora fatica a credere che lo spettacolo sia diventato il suo lavoro.
Quando ha capito di essere brava con le imitazioni?
«Da bambina ho iniziato a imitare gli amici dei miei genitori, quelli che venivano a cena. A scuola è stata la volta degli insegnanti. Era un istinto, ma mi sono anche sempre un po’ vergognata... la consideravo una cosa poco femminile. Eppure non mi trattenevo: imitavo Verdone, Vianello, Beppe Grillo».
Quando ha messo da parte l’imbarazzo?
«In realtà ancora adesso mi capita di dirmi, mentre imito qualcuno: ma che sto facendo? Io non avevo mai pensato nella mia vita di fare le imitazioni per lavoro. Mi sono laureata in Giurisprudenza, volevo fare l’avvocato penalista. Poi un giorno, per scherzo, ho partecipato a un programma, Sotto a chi tocca, in cui ci si proponeva come comici e imitatori. L’ho vinto. Mi chiesero subito dove lavorassi, ma la mia risposta fu: no, io non lavoro, faccio l’università».
Da quel momento, iniziarono a chiamarla.
«La mia prima vera esperienza fu con Pingitore che mi affidò, inaspettatamente, la co-conduzione di un programma in diretta, Saloon. Lo presentavo nelle vesti di Daria Bignardi. Capii il mio ruolo leggendo la scaletta. Gli dissi: scusi, ma sto sempre in scena. E Pingitore: si, conduci tu».
Non se lo immaginava?
«Macché, non credevo che sarebbe successo... e se penso che invece oggi per fare tre minuti in prima serata devi fare le guerre...».
Coma mai? È tanto difficile trovare spazio?
«Forse non ho mai trovato un agente che mi proponesse un lavoro. Mi propongo da sola. Ho iniziato a lavorare con Fiorello perché gli ho scritto quando faceva Viva Raio 2: stavo preparando la mia tesi, ho pensato, male che vada non perdo nulla».
Invece?
«Invece sono stata proprio fortunata: lui mi ha aperto le sue porte e ho iniziato a lavorarci spesso».
Fatico ancora a credere che le imitazioni siano diventate il mio lavoro
E con Costanzo?
«In questa ultima edizione avrei dovuto essere ospite di una sola puntata invece mi ha chiesto di esserci in tutte. Gli sono grata. Il suo palco mi dà molto: in base agli ospiti cerco di interagire; quando c’era Salvini per me è stato automatico fare Lilli Gruber».
Come sceglie chi imitare?
«Devono essere persone per me interessanti. Non posso imitare un personaggio da reality solamente perché va di moda: mi ispira di più un politico, una conduttrice, una giornalista. Gente con delle cose da dire».
La sua Gruber è strepitosa.
«Seguo da sempre Otto e mezzo e lei mi è entrata proprio dentro: i suoi modi di dire, il “rapido”, o “chiudiamo l’audio”, “non vi accavallate”. Mi viene spontanea. L’unico studio dietro un personaggio ci fu per Virginia Raggi, una richiesta di Fiorello. Ascoltandola mi dava l’idea della scolaretta che ripeteva tutto, una chiave che piacque molto a Fiore anche se non ci aspettavamo questa eco».
E Monica Bellucci?
«Un’altra imitazione nata a Viva Radio 2: non sapevo più chi inventarmi. Un giorno, al trucco mi dissero: sai che sembri un po’ Monica Bellucci? Essendo a corto di personaggi ho pensato di imitarla ma tirando fuori questa vena casereccia quando parla con la mamma; sono ciociara, a me succede la stessa cosa. Mai immaginando avrebbe avuto questo successo».
Se fosse un uomo avrebbe già fatto un one man show. Per una donna è più difficile?
«Non so, però mi piacerebbe molto. Al momento imito una ventina di personaggi, tutti d’attualità, quindi non sarebbe complicato. Prima della pandemia ci stavo lavorando con Pippo Baudo, visto che lui da tempo sostiene che dovrei farne uno. Un onore. Adesso forse è tempo di riprendere in mano la cosa».
C’è chi si è offeso per le sue imitazioni?
«C’è chi non l’ha presa bene ma poi si è scusato. Credo che faccia piacere più o meno a tutti essere imitati. Del resto, spesso la gente mi dice: sei riuscita a rendermi simpatico perfino quel personaggio».