Corriere della Sera, 31 dicembre 2022
Gli auguri di Putin (solo ai buoni della sua lista)
Come Babbo Natale, anche Vladimir Putin ha una sua lista dei buoni e dei cattivi, e l’ha pubblicata ieri, sul sito del Cremlino, in forma di elenco degli auguri di fine anno firmati personalmente nei giorni scorsi. Una lunga lista pubblica, anche a disegnare la mappa delle amicizie internazionali su cui Putin sente ancora di poter contare. E che si conclude, alla voce «ex leader stranieri», con Silvio Berlusconi e l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder.
Sui media tedeschi hanno fatto rumore gli auguri all’ex cancelliere socialdemocratico, considerato il primo dei Putinversteher, i «disposti a capire Putin», già titolare di incarichi di rilievo in colossi energetici russi (da Gazprom a Rozneft) e amico del presidente. Dai collaboratori di Silvio Berlusconi è arrivata ieri una presa di distanza: nessun biglietto, fanno sapere, è «ancora» stato ricevuto.
Ma l’iscrizione nella lista degli «amici» data almeno dal 2001, con i primi incontri al G8 di Genova, e prosegue con doni come il celebre «lettone di Putin» menzionato nelle cronache di Vallettopoli; ancora a ottobre l’ex premier italiano vantava di aver ricevuto dall’«amico Putin» venti bottiglie di vodka, poi ricambiate con altrettante di Lambrusco, e attribuiva la responsabilità dell’invasione russa in Ucraina al presidente Zelensky, che Putin avrebbe solo voluto sostituire «con persone perbene».
Giovedì, nel consueto incontro con la stampa, al portavoce del Cremlino Dmitry Peskov è stato chiesto se il presidente avrebbe «almeno» augurato buon anno ai leader occidentali in carica. «No, non lo farà», è stata la risposta: le «controparti», il termine usato, «non inviano loro stesse congratulazioni. Non abbiamo contatti con loro. E date le azioni ostili che intraprendono continuamente, il presidente non si congratulerà con loro». Assenti dunque dalla lista i capi di Stato e di governo di Francia, Germania, Italia, Ue, Stati Uniti e altri «Paesi ostili».
Presenti il presidente armeno e l’azero, mezzo Caucaso e l’Asia centrale che apre la lista; lo «stretto» alleato bielorusso Lukashenko e il serbo Vucic, cioè i due amici più fidati di Putin in Europa.
E poi, fuori dal continente: il siriano Assad e l’indiano Modi, Erdogan e Maduro. Xi Jinping, che Putin ringrazia per la «collaborazione nella resistenza alle pressioni esterne», e Raul Castro insieme al premier cubano (atteso a Mosca presto).
Tra gli europei – in carica – il solo menzionato è il presidente ungherese Viktor Orbán, perché «nonostante la congiuntura le relazioni tra i nostri due Paesi hanno continuato a muoversi in una direzione positiva». E poi Berlusconi e Schröder, elencati accanto ad altri «ex» tra cui il controverso Nursultan Nazarbayev, già padre padrone del Kazakistan.
Non sono i soli «ex» la cui amicizia con Vladimir Putin causa, in queste ore, potenziali imbarazzi.
Alcuni documenti desecretati dagli archivi nazionali britannici, trapelati nelle scorse ore sulla stampa, raccontano della profonda stima che l’ex premier Tony Blair avrebbe serbato per Putin, ritenendolo un «patriota», a cui doveva essere concesso un posto al «tavolo dei grandi» del mondo. Era il 2001, e sempre Blair incoraggiava Putin ad accogliere e fare propri i valori occidentali (non rientra, comunque, nella lista degli auguri).