ItaliaOggi, 30 dicembre 2022
Il dottore dei giocattoli va in pensione
Il dottore dei giocattoli va in pensione. In oltre quarant’anni di carriera ha salvato, e ridato, la vita a migliaia di balocchi, dalle bambole alle macchinine, dai peluches ai robot. Ma per Antonio Martínez Rivas è arrivato il momento del riposo e di appendere il bisturi, pardon il cacciavite, al chiodo.
Il suo negozio è leggendario a Madrid. L’attività è stata fondata dai suoi genitori nel 1945 nel quartiere Tetuan e nel dopoguerra era una sorta di fabbrica di giochi fatti interamente a mano: latta, resina e legno venivano lavorati per creare oggetti unici.
Poi l’avvento della plastica e la delocalizzazione verso Oriente hanno messo in crisi imprese come quella della famiglia Martinez, che dalla produzione si è così orientata alla riparazione dei giochi. Prima per i grandi gruppi internazionali, poi creando quello che in molti, nella capitale spagnola, chiamano l’ospedale dei giocattoli, l’Hospital de Juguete, situato nel quartiere Pacifico, in calle Granada 36.
E il primario di questo centro è Antonio, che nella sua lunga carriera è stato artigiano, riparatore, restauratore, ingegnere elettronico e designer... tante competenze che lo hanno portato a confrontarsi con giocattoli antichi e moderni, dalle bambole di pezza alle auto telecomandate.
«Ora è me che stanno per aggiustare», ha confidato il settantenne a un suo cliente. Il dottore dei giocattoli sta infatti combattendo un brutto male, ma fino agli ultimi giorni di attività ha voluto rimanere chino sul suo tavolo di lavoro, indossando il suo camice bianco, tenendo gli occhiali sulla punta del naso e riparando.
È stato quindi l’ultimo Natale all’opera per Antonio, un periodo centrale per il suo lavoro visto che i giochi che ripara e ricrea sono poi messi in vendita.
Entrare nel suo laboratorio è fare un salto indietro nel tempo, ma anche in un’altra dimensione: ci sono giochi che arrivano da tutto il mondo, pezzi unici del passato e creazioni originali.
«Siamo stati gli unici a dedicarci al restauro di qualsiasi tipo di giocattolo in Spagna», ha spiegato Antonio Martínez Rivas all’Agenzia France Presse l’imprenditore madrileno, che ha imparato dal padre un mestiere «che non insegnano in nessuna scuola. I clienti? Per lo più sono adulti che provano nostalgia di ciò che avevano da bambini».
Quando la notizia che l’ospedale dei giocattoli avrebbe chiuso i battenti, molti sono venuti a Madrid per visitarlo: in fin dei conti è una sorta di museo. Ma la missione dell’attività, per il suo titolare, resta attuale. «Dobbiamo dare un valore al giocattolo», ha concluso Antonio Martínez Rivas, «perché se continuiamo così alla fine i rifiuti ci sommergeranno».