Avvenire, 30 dicembre 2022
La scacchista iraniana chiede asilo politico in Spagna
Non tornerà in Iran la campionessa di scacchi iraniana che ha sfidato il regime giocando senza velo al Campionato mondiale in Kazakhstan. Secondo fonti citate dal quotidiano El Pais, Sara Khadem al-Sharieh avrebbe chiesto asilo politico alla Spagna dopo che le sue foto hanno fatto il giro del mondo. Per motivi di sicurezza non è stato rivelato il nome della località in cui la scacchista vivrà insieme con il marito e il loro bimbo. Nessuna apertura al dialogo con i manifestanti, come ha chiesto il mimistro Tajani all’ambasciatore. E ieri, in risposta Teheran ha convocato il nostro, Giuseppe Perrone parlando di
«I colleghi magistrati – riferisce la Bbc – dovrebbero agire quanto prima per cercare di punire gli elementi che causano disordini». Ajeei ha precisato di avere dato ordine ai responsabili «di seguire quotidianamente il processo di completamento dei casi dei principali indagati per le rivolte». Alla continua repressione si accompagna ora una strisciante militarizzazione delle cariche amministrative. Ieri, si è insediato Mohammad Karami, il nuovo governatore della provincia di Sistan-Balucestan, sul confine con il Pakistan. Karami, che aveva servito nella zona come brigadiere generale dei pasdaran, sostituisce Hossein Modarres Khiabani rimasto in carica poco più di un anno. La nomina di un militare prelude a una politica più severa per contrastare le proteste in questa turbolenta provincia a maggioranza sunnita, focolaio dal 2004 di un conflitto tra i separatisti baluci e il governo. Il capoluogo Zahedan è stato soprattutto teatro, il 30 settembre scorso, di uno dei più sanguinosi episodi di violenza dall’inizio delle proteste, quando le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco sulla folla che protestava contro lo stupro di una adolescente, provocando 96 morti e oltre 300 feriti. Inoltre, una decina di giorni fa, quattro membri dei pasdaran sono rimasti uccisi nella città di Saravan in un attacco sferrato, secondo il governo, da «terroristi» poi fuggiti nel vicino Pakistan. Parallelamente, sono iniziate in Iran le celebrazioni governative della cosiddetta “Epopea del 9 Dey” (il 30 dicembre del nostro calendario, ndr) che commemora la fine della rivolta anti-regime del 2009 e l’arresto dei suoi leader. Le celebrazioni culmineranno il prossimo 3 gennaio, in cui cade il terzo anniversario dell’uccisione a Baghdad del generale dei pasdaran Qassem Soleimani, rivendicata da Washington. Nell’occasione, un comunicato dello stato maggiore ha avvertito che «ogni potenziale errore del nemico riceverà una ferma risposta».