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 2022  dicembre 30 Venerdì calendario

Intervista a Luisella Costamagna

La simpatia non è mai stata la sua dote migliore. E nemmeno la leggerezza, almeno quella caratteriale. Sarà anche per questo che quando si è saputo che Luisella Costamagna avrebbe partecipato a Ballando con le stelle in molti erano certi che su quel palco sarebbe durata come una gatta in tangenziale. Invece ha vinto, mostrando un’altra sè, senza dare il fianco alle mille polemiche. Adesso è pronta per tornare alla sua vecchia «pista», quella del giornalismo.
Rimane la domanda. Come le è venuto in mente di dire «sì» a Milly Carlucci?
«Ho deciso di farlo come rehab per respirare fuori dal mio ambiente».
Liberatorio?
«Ho lasciato andare delle corde che c’erano. Volevo ballare Bob Fosse, mettere le paillettes, le parrucche. Capisco di aver dato un’immagine lontana da quella che si aveva da me, algida, rigorosa. Questo ha spiazzato anche le persone che mi conoscevano».
L’abbiamo vista sorridere.
«Finalmente mi sono lasciata andare. Non è che in un talk dove si parla di politica o di guerra io possa permettermi di essere così».
Qualcuno l’ha sconsigliata?
«Non ho molti consiglieri, sono pochissime le persone che ascolto. Avevo già deciso e mi sono consultata solo con il mio fidanzato e con mio figlio, il più perplesso. Si chiedeva come e se poi potessi tornare indietro».
Può?
«Mi posso portare nell’informazione qualche gancio da tango, qualche piede a martello, qualche sorriso».
Anche diversi attacchi...
«Sull’Espresso una giornalista ha scritto che mettevo a rischio la credibilità dell’informazione. Io faccio tante cose nella vita diverse dal mio lavoro, anche immersioni, e questo non intacca certo la mia credibilità».
Poi ci sono state le frecciate di Selvaggia Lucarelli. Due critiche, due donne.
«Un giorno bisognerà raccontare anche i difetti delle donne. Non fanno mai squadra. Io comunque non cerco adesioni di genere, ma di merito. Donne e uomini che mi apprezzano per quello che faccio».
La Lucarelli ha ritirato fuori la storia della intervista con la Carfagna dove anche lei non si è mostrata solidale con l’allora giovane ministra a cui domandò del suo passato da soubrette...
«La tirano fuori sempre quando mi vogliono attaccare, è un’intervista di 10 anni fa. La rivendico e bisognerebbe contestualizzarla e rivederla senza tagli ad hoc. Era il marzo 2012, c’era il rigoroso governo Monti e parlavo con una ministra delle competenze della nostra classe dirigente. Le stavo chiedendo della sua tesi di laurea che non si ricordava».
Allora la Carfagna contrattaccò ricordando che anche lei aveva un punto di riferimento maschile in tv, Michele Santoro. Lo ha sentito in occasione di Ballando?
«Non gli ho chiesto consiglio. I miei punti di riferimento non appartengono al mondo del giornalismo».
Un punto fermo è l’uomo che dopo 33 anni chiama ancora fidanzato, lo scrittore Dario Buzzolan.
«Ho passato più vita con lui che da sola».
Il segreto?
«I rapporti lunghi sono molto gratificanti ma faticosi, occorre impegnarsi l’uno per l’altro. Dario lo ho incontrato nel ’90 all’Università, l’anno della Pantera. È il mio punto di riferimento, io sono molto anarchica e lui è stato la mia bilancia, uno scoglio».
Romantico, anche. Le ha mandato un messaggio d’amore durante la trasmissione di Serena Bortone da cui era ospite. Una carrambata?
«È stato un regalo bellissimo, ha citato la coreografa Pina Bausch, dicendo che l’incanto tra noi c’era già stato».
Oggi la Rai la festeggia, ma solo qualche mese fa le ha tolto la trasmissione Agorà senza tanti complimenti.
«Non amo fare polemica, men che meno su un programma di cui vado orgogliosa. Due anni ottimi, con ascolti eccellenti, ma Mario Orfeo, all’epoca direttore approfondimento, mi disse “si accomodi”. Ci stava anche che non facessi una terza stagione, ma mi sarei aspettata un’alternativa. È stato un po’ ingeneroso. Ma guardo all’oggi. Adesso tornerò come opinionista e non solo di politica. Ho sempre pensato che la politica fosse tutto, ma in realtà è il tutto che è politica. Sono stata costretta a reinventarmi ma in fondo è stata anche una scelta».
Torniamo alla “vecchia” lei. Che mi dice di Giorgia Meloi?
«Secondo me è un po’ presto per dare un giudizio, anche se il buongiorno non mi sembra radioso. Sul dato femminile, invece, lo dissi prima delle elezioni citando Hillary Clinton, che avere per la prima volta un Presidente del Consiglio donna sarebbe stata una cosa positiva. Ora bisognerà valutarla sui fatti. E io tonerò a commentarli».
In molti accusano la Meloni di sessismo.
«Mi sembra che il problema sia comune a tutte le forze politiche. Oggi c’è tutto un dibattito che si basa sulla forma, sulla declinazione dei nomi. Mi interessa poco. Le quote non le ho mai difese, però in un Paese così indietro sono un male necessario. La cultura la cambi anche con un’immagine, e una donna a palazzo Chigi è una bella immagine. E dispiace dirlo, ma la sinistra sulla questione di genere è molto indietro, fa fatica a scegliere donne. Vedremo adesso alle primarie del Pd cosa succede».
Che tipo di mamma è?
«Come dice il mio fidanzato, lui ha due figli. Una sono io. Con Davide, che ha 16 anni, siamo amici. Sicuramente ho avuto delle mancanze nel quotidiano anche per il mio lavoro fagocitante. Ad esempio è il padre a interagire con la chat “delle mamme” di scuola. Ma abbiamo un rapporto di grande sintonia e di grande amore».
E come è messa ad amiche?
«Più amici uomini che donne, sono sempre stata un po’ commilitone, terzogenita con due fratelli maschi. I miei amici li conto su una mano, poi ho molti conoscenti. Ho amato il lockdown, mai stata una mondana. Sto molto bene con me stessa e con la mia famiglia, i miei cani, il mio mondo. L’unica volta che ho fatto una vacanza in un gruppone di amici, ci siamo separati all’aeroporto».
Allora quali “conoscenti” le rimarranno di questa esperienza a Ballando?
«Certamente il mio maestro Pasquale La Rocca. Ma ho grande affetto per Gabriel Garko ed Eva Stoccolma, un essere speciale, un misto di ironia, dolcezza e forza. Ma mi sono trovata bene anche con Marta Flavi, Iva Zanicchi, Paola Barale, Giampiero Mughini. Il lato umano di questa esperienza è stato molto positivo». —