Il Messaggero, 28 dicembre 2022
2022, l’anno più caldo di sempre
Per l’Italia il 2022 è stato l’anno più caldo di sempre. Mentre una parte del mondo gela, le temperature italiane massime e medie degli ultimi 11 mesi sono state le più alte mai registrate sin dal 1800. E se consideriamo che anche quelle di dicembre sono in linea con quanto avvenuto fino al mese scorso, il 2022 si sta per confermare come l’anno più caldo da quando esistono le rilevazioni. Ad anticipare il primato climatico per la penisola è il climatologo Bernardo Gozzini, direttore del Consorzio Lamma-Cnr, che specifica che questo record «riguarda sia le temperature massime che quelle medie. Per le minime, invece, l’anno record è stato il 2018 che è il secondo anno più caldo di sempre dopo il 2022». Un record che però potrebbe anche essere messo in discussione all’ultimo momento visto che, come precisa Gozzini al Messaggero, «se è vero che quest’estate le minime non sono state più alte del 2018 grazie al fatto che abbiamo registrato meno fenomeni di scirocco durante le notti, con un dicembre così caldo, dovremo fare le verifiche finali per capire se alla fine anche per le minime il 2022 diventerà l’anno più caldo». Se è vero che il riscaldamento è una tendenza accertata, rassicura Gozzini, «non è automatico che l’anno prossimo sarà ancora più caldo di questo. Resta una certa variabilità di anno in anno. Certo è però, che se guardiamo alla classifica dal 1800 ad oggi, nei primi 10 posti, troviamo gli anni dal 2010 in poi, ad eccezione del 2005».
PREVISIONI PER SAN SILVESTRO
Intanto, secondo le ultime previsioni, anche il 31 dicembre e Capodanno saranno miti e asciutti e con temperature di 5, 6 gradi sopra la media. Temperature che potranno aumentare di qualche altro grado a livello di singole località. E con il rischio che si verifichi il fenomeno della nebbia per la fine dell’anno, in gran parte del Paese a partire dalla pianura padana e dal litorale adriatico e in misura minore, su quello tirrenico. Secondo il climatologo, dopo un Natale praticamente all’asciutto in tutta l’Italia, «la siccità la fa da protagonista anche in queste feste e anche il meteo di fine anno lo conferma. I giorni a ridosso della fine del 2022 saranno praticamente senza precipitazioni». Di record in record, le regioni Sicilia e Sardegna faranno registrare nei prossimi giorni temperature sopra i 20 gradi mentre continua Gozzini, «le uniche regioni a fare eccezione sono la Liguria e in parte la Versilia e la Lunigiana, dove si potranno verificare le sole precipitazioni previste per l’ultimo dell’anno». Al di là dei primati però, continua Gozzini, «se è vero che il caldo, a livello di disagio fisico lo percepiamo soprattutto d’estate, mentre se facciamo un Natale con 15 gradi, non abbiamo alcun problema, per l’ambiente è uno sconvolgimento. Con ottobre molto caldo e senza pioggia, così come dicembre, per le colture si crea confusione, cambiano produzioni e caratteristiche dei prodotti agricoli. Basta prendere in considerazione segnali come la caduta delle foglie che di solito avviene ad ottobre e quest’anno è avvenuta a novembre o la coltivazione dell’olivo che si fermava all’Appennino mentre adesso ha raggiunto anche il Trentino».
IL MONDO NON FA RECORD
Se per l’Italia quello che si sta concludendo sarà l’anno più caldo non è così a livello globale. L’anno più caldo a livello mondiale è stato il 2016, seguito da 2020 e 2019. E quest’anno, anticipa Gozzini, «dovrebbe piazzarsi al quinto posto della classifica degli anni più caldi, almeno considerando il dato a novembre». L’altra faccia della medaglia del caldo del Mediterraneo è rappresentato dal gelo che in questi giorni ha colpito la costa orientale degli Stati Uniti. «Si tratta delle conseguenze del cosiddetto jet-stream - conclude Gozzini - la naturale circolazione d’aria ad andamento sinuoso che a 9-12 km di altitudine attraversa tutto il pianeta, influenzando il posizionamento dei sistemi di alta e bassa pressione. Nel caso specifico l’intensità del jet-stream può essere stata influenzata, a sua volta, dai cambiamenti climatici, determinando temperature molto basse sia nel caso del gelo negli Stati Uniti che della penisola scandinava a causa dell’aria fredda trasportata a quelle latitudini; e temperature miti nel bacino del Mediterraneo a causa del richiamo di aria di origine nord-africana».