Corriere della Sera, 28 dicembre 2022
Un aeroporto a Cortina per far felice la Santanché e incazzare Montanelli
«Sulla mia proposta dell’aeroporto a Cortina sono stata molto criticata. Forse non hanno capito che se vogliamo essere davvero competitivi, nel confronto con altre stazioni sciistiche come Sankt Moritz o Gstaad o altre, è importante che le infrastrutture siano migliorate». Insomma, come già aveva detto mesi fa, «arrivare a Cortina è un calvario». L’insistenza della ministra del turismo meloniana Daniela Santanchè sulla necessità di aprire (meglio: riaprire) una bella pista d’aviazione nella Conca Ampezzana ai voli del turismo delle élites internazionali che come lei trovano scomode le due ore di macchina dal «Marco Polo» di Venezia fino al cuore delle Dolomiti, rivela come ignori dei dettagli importanti. Il vecchio scalo figlio della pista militare aperta un secolo fa per la Grande Guerra (sei atterraggi, tre finiti coi velivoli distrutti, dice Wikipedia) varato come «aeroporto» nel ’62 nella strettissima valle che risale il torrente Boite verso Dobbiaco «fra gli incombenti massicci del Pomagagnon e della Tofana», non fu chiuso nel 1976 (salvo l’eliporto) per un capriccio burocratico ma per una tragedia. Il giorno in cui il «sogno» rilanciato dalle Olimpiadi invernali del ’56 doveva realizzarsi con il volo «inaugurale» festeggiato da cinque consiglieri comunali a bordo, il Cessna 206 si sfracellò. Troppo corta e troppo stretta la fine della pista tra il torrente e il bosco sotto la strada Alemagna, troppo vento, troppi errori nel progetto. A Gstaad e Sankt Moritz atterrano i voli d’élite ma portano in media da 7 a 9 passeggeri, le piste (e lo spazio intorno) sono molto più larghe e non sbattono su boschi e massicci. C’è chi pensa di abbattere altre foreste e sbancare altre montagne dopo i parcheggi spropositati e gli orrori ambientali per i Mondiali del 2021, senza spettatori per il Covid? Indro Montanelli (Dio sa quanto ci manca) incenerirebbe questi barbari con le parole di fuoco che usò nel 1967 contro la stessa autostrada Alemagna il cui progettista teorizzava come un destino ineluttabile dei luoghi più belli del mondo l’essere sopraffatti dal turismo. Che farci? Ma niente affatto, saltò su l’Indro furente rivolgendosi agli ampezzani: «So benissimo che siete tutti contrari. Ma guai se vi limitate a esserlo solo intenzionalmente. Nessuno vi darà una mano per salvarvi. Potete farlo solo da voi, coi forconi». Titolo dell’articolo: «L’assassinio di Cortina».