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 2022  dicembre 28 Mercoledì calendario

Periscopio

Il party di Capodanno più underground di Kiev si chiamerà «Gate 31», inizierà alle 5 di mattina del primo gennaio e chiuderà le porte alle 10 di sera per permettere a tutti di essere a casa entro le 11, ora del coprifuoco nella capitale ucraina. «31» sta per il civico della via Nyzhnoiurkivska. La parola «gate» è ironica e si riferisce agli aeroporti, che hanno smesso di esistere per i giovani da quando il 24 febbraio è iniziata l’invasione russa. Laura Lucchini, la Repubblica.


«Se i russi pensavano che nessuno, a casa loro, sarebbe stato colpito dalla guerra, si sbagliavano di grosso», ha detto un portavoce dell’Aeronautica ucraina senza fare diretto riferimento al secondo attacco in un mese alla base aerea russa di Engels, a 480 chilometri dal confine con l’Ucraina, dove ci sono i bombardieri a lungo raggio che possono portare testate nucleari e da dove parte la grande maggioranza degli assalti aerei all’Ucraina. Paola Peduzzi, il Foglio.






In un filmato diffuso dal Cremlino si vede Putin che accoglie i leader di Azerbaigian, Armenia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan. Un incontro per tentare di rinsaldare i ranghi nel Caucaso e in Asia centrale dopo che alcuni alleati della Russia sono arrivati al punto di inviare aiuti e rifornimenti all’Ucraina. Marta Serafini, Corriere della Sera.


Come tutti i piccolo-borghesi fanatici, Lenin spingeva il suo fanatismo a un tal punto che aveva il più profondo rispetto per le proprie idee, e spingeva a un tal grado il rispetto per le proprie idee da crederle benefiche. Vi era del filantropo in quel mostro allo stato platonico. Curzio Malaparte, Lenin buonanima.


Ha finora [fine novembre] raccolto 36.480 firme la petizione online promossa da un gruppo di madri di soldati russi e dal movimento «Resistenza femminista contro la guerra» per chiedere il ritiro delle truppe di Mosca dall’Ucraina. La petizione è stata lanciata sul sito internet Change.org quando in Russia si celebrava il Giorno della mamma. repubblica.it.




Una bambina iraniana di dodici anni, Saha Etebari, è stata uccisa il giorno di Natale mentre era in macchina con la sua famiglia a Bastak, nella provincia di Hormogzan. [...] Le forze di sicurezza iraniane hanno [ferito] anche il padre della piccola, poi costretto a dire in un video che la morte di sua figlia non era in nessun modo correlata alle proteste. Monica Ricci Sargentini, Corriere della Sera.


Anche i più cinici – quelli che pensano che questa protesta finirà come tutte le altre (spesso sono gli stessi che dicono che gli ucraini non riusciranno a resistere alla devastazione dei bombardamenti russi) – non possono non notare che c’è un effetto contagio incontenibile e che la paura di tornare a come era prima di cento giorni fa è più grande della paura degli spari e delle torture. il Foglio.


Usa: tempesta artica, oltre 50 morti. Gelo e neve senza tregua. Disastro a Buffalo: «È zona di guerra». Ansa.




Fra le doglianze espresse a carico dei dirigenti uscenti del Pd, Pierluigi Castagnetti si chiede anche per quali motivi alcuni dei milioni di voti perduti negli ultimi anni, specie dopo le tante energie sprecate a favore di Giuseppe Conte «punto di riferimento dei progressisti», non siano andati a ingrossare il partito ormai maggioritario delle astensioni, né a sopperire alle perdite dei grillini, ma a far salire nel firmamento politico la stella [di] Giorgia Meloni. Francesco Damato, graffidamato.com.


Dati clamorosi [riguardo] il recentissimo sciopero generale nella scuola del 12 e 16 dicembre 2022 proclamato da Cgil [e Uil]: la media di adesione tra dirigenti, docenti, personale educativo e personale Ata, i bidelli, è stata dell’1,81 per cento. La più bassa di sempre. Un flop storico. Gianluca De Rosa, il Foglio.


Non si contrasta una destra italiana così estrema proponendo al paese pressappoco le sue stesse risposte con una spruzzatina di giustizia sociale in più. Serve un Pd più radicale nella proposta politica, più netto e coraggioso. Dario Franceschini (Maria Teresa Meli, Corsera).




«Abbiamo bisogno d’un nuovo Ceausescu» dichiara una ragazza di vent’anni, dopo essersi tolta gli auricolari per unirsi a una conversazione a proposito della Romania. «Anzi, non di Causescu, abbiamo bisogno, ma di Vlad l’Impalatore», del Conte Dracula. Margo Rejmer, Bucarest. Polvere e sangue.


Le riprese delle telecamere dell’Hotel Steigenberger di Bruxelles rivelano l’incontro del 10 ottobre tra Antonio Panzeri, Francesco Giorgi (con la figlia nel passeggino) e il ministro del lavoro qatarino: via vai di trolley e borse dalla stanza del ministro. repubblica.it


Che cosa potrebbe corrispondere oggi alla grande invettiva patriottica tipica d’un secolo fa «Ingrata patria, non avrai le mie ossa»? Non sarà per caso «vaffanculo paese di merda»? Che décalage… Alberto Arbasino, Il bla.


In sette (tre sono di nuovo dietro le sbarre) hanno rotto una protezione in legno del cantiere aperto 15 anni fa e mai completato, poi dalle impalcature si sono calati oltre il muro usando un lenzuolo. Giuzzi e Ferrarella, Corsera.


Natale con i tuoi. Titolo del Manifesto.


Carceri, Fratelli d’Italia annuncia la linea dura. Titolo del Secolo d’Italia.


«Il conte di... Montecrisco». «No, “Montecristo”». «Di Alessandro... Dum-azz...» «È francese. Si legge Dumà. Lo sai di che parla? Ti piacerebbe. Parla di un’evasione», «Allora va messo nel settore didattico». Tim Robbins e Morgan Freeman, Le ali della libertà.


Signore, [anche solo] diciassette mesi di prigione sono più di quanto meritino tutti i crimini che la lingua umana designa con i nomi più orrendi. Alexandre Dumas, Il conte di Montecristo.


Si comincia con il porgere l’altra guancia e non si sa dove si va a finire. Roberto Gervaso.