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 2022  dicembre 27 Martedì calendario

Pd, crollano i tesserati


Quando un anno fa Enrico Letta decise che il tesseramento andava fatto per il 70 per cento on line, lasciando alla firma «fisica» solo un terzo del totale, il segretario voleva garantire trasparenza ed evitare fenomeni di pacchetti sospetti di tessere comprati e distribuiti dai capi-bastone. Ora, con le primarie alle porte, la campagna del tesseramento barcolla sotto i colpi della crisi del Pd (in picchiata nei sondaggi sotto il 15%) ma anche grazie al giro di vite delle regole: e dai circa 320 mila iscritti del 2021 (i dati ufficiali latitano), le tessere siglate sono ferme a quota 50 mila, di cui 10 mila però fatte online.
Alla fine del percorso congressuale, la previsione degli addetti ai lavori è che il Pd avrà 80 mila iscritti, anche se i più ottimisti scommettono che si tornerà ai livelli del 2021. Ai fautori del rigore però il crollo non dispiace («è stata fatta pulizia di dati drogati, oggi sono numeri bassi perché abbiamo cambiato le regole e impedito giochetti, non ci sono più tesserati finti»). Il fenomeno comunque segna una svolta sul passato.
Sessanta Pos alle federazioni
Con qualche particolare gustoso. Da Roma sono stati acquistati e spediti una sessantina di Pos alle federazioni, con una raccomandazione: «Se a Velletri, per fare un esempio, la giornata del tesseramento al circolo si fa domenica prossima, poi va consegnato il Pos alla federazione di Viterbo, che la farà la domenica successiva, non possiamo comprare apparecchi per tutti». Insomma, il partito del Pos si ingegna per far pagare le tessere con carta di credito: con ognuna se ne possono pagare solo due, per stroncare i cosiddetti «pacchettisti» che le accumulano e se le giocano sul mercato congressuale. Anche le primarie «ibride» per metà online servono a prevenire le code di cinesi ai gazebo di napoletana memoria.
Proteste dalle regioni rosse
Il Pd deve comunque fare i conti con vecchie abitudini che innescano la rivolta contro le diavolerie di internet, come il tesseramento sul web. Chi ha partecipato ai summit dei segretari locali con Letta, racconta di malumori diffusi («non è la nostra modalità, molti vecchi compagni non sanno usare il pc...»). Quando a gennaio uscirono le nuove regole sul tesseramento online, da ex Regioni rosse come l’Umbria sono piovute mail di protesta. «Ogni anno andiamo casa per casa o facciamo le serate al circolo, i militanti sono abituati così...». Ed anche per questo all’ultima Direzione, il Pd ha alzato al 50% la quota di quelli da poter tesserare di persona.
È una delle poche certezze della politica che «quando calano i voti, calano i tesserati», ricorda un ex comunista, ma è un’altra certezza che «ad ogni congresso, le tessere lievitano». Oggi gli iscritti del Pd, dai 300 mila degli ultimi anni sono 50 mila, ma potrebbe rivelarsi un dato temporaneo se – come prevedono al Nazareno – di qui al 19 febbraio quando ci saranno le primarie, i tesserati saliranno, senza raggiungere le medie storiche dei 15 anni di vita del partito. Passato dagli 830 mila iscritti degli esordi nel 2008, ai 540 mila del 2013 ai 370 mila del 2018.
Il volano dei candidati
La risalita delle tessere è fisiologica in ogni congresso. Perché le tifoserie dei vari candidati fanno da volano a nuove iscrizioni. Elly Schlein dal 6 dicembre ad oggi, ha visto registrarsi alla sua piattaforma «Partedanoi.it» 18 mila persone (tra iscritti e non ancora al Pd). Paola De Micheli registra tante adesioni nei territori alla sua mozione, da Sud a Nord: «Ci saranno sorprese nel voto per me nei circoli».
Stefano Bonaccini mobilita decine di sindaci e amministratori, inseriti nelle realtà dei territori e quindi trascinatori del tesseramento. Che prevede due step: si deve iscrivere non oltre il 21 dicembre chi vuole partecipare alla fase del voto nei circoli sui candidati, ovvero alla scrematura dei quattro nomi in pista, Gianni Cuperlo, De Micheli, Schlein e Bonaccini. E si può iscrivere (senza obbligo) fino all’ultimo, chi vuole votare nei gazebo per i due candidati rimasti in gara. Si saprà dopo il 19 febbraio dove si fermerà stavolta il conto delle tessere dem. —