Corriere della Sera, 27 dicembre 2022
Madame indagata per un falso green pass
Indagata, confusa, irritata, polemica. Sono quattro delle centomila facce pubbliche di Madame, rapper e cantautrice, voce (era il titolo del suo brano) a Sanremo 2021 e protagonista anche del prossimo Festival. Voce della Generazione Z, libera e non omologata, finché – succede a tutti – non arriva il successo a ingabbiarti in una categoria e a silenziare la tua carica rivoluzionaria. «Se vuoi rompere un sistema devi fingerti parte dell’ingranaggio», diceva Kurt Cobain.
Il nome d’arte nato grazie a un generatore di nomi per drag queen («sono usciti Pinky girl pink e Madame wild, che mi è piaciuto. Ma ho tolto Wild, mi sembrava infantile»), gender fluid («sono bisessuale, sono attratta sia da uomini che da donne»), ma paladina solo dei diritti di se stessa («vivo con normalità questa cosa, non sento il bisogno di dover aderire a determinati gruppi o movimenti»).
Indagata dunque. Madame, nome d’arte di Francesca Calearo, 20 anni, è finita in un’inchiesta della Procura di Vicenza, accusata di essere tra le «pazienti» di una dottoressa che ha certificato false vaccinazioni anti Covid per far ottenere il green pass a chi non aveva intenzione di sottoporsi alla profilassi. Il reato ipotizzato è quello di falso ideologico. Una grana con vista sull’orizzonte di Sanremo. O forse no. Perché tutti al momento rimangono a guardare. Non essendo sotto contratto con la Rai, la tv pubblica non può applicare il codice etico (usato invece per il caso di Memo Remigi) e dalla produzione del Festival come pure dalla direzione artistica (Amadeus) non arrivano prese di posizione. Per un motivo che scaccia tutti gli altri: Madame è solo indagata – non condannata – e difficilmente la giustizia farà il suo corso prima dell’inizio del Festival (7-11 febbraio).
Anche confusa, Madame. Dieci giorni fa, all’ultimo istante, prima dell’annuncio in diretta, aveva deciso di cambiare il nome del brano da portare a Sanremo: da un icastico «Puttana» a un ben più neutro «Il bene nel male». Eppure che il titolo dovesse essere quello «volgare» non c’è nessun dubbio. In un’intervista a la Lettura, l’inserto culturale del Corriere della Sera, Madame era stata chiara: «Nella canzone il termine “puttana” suona come una dolce offesa... In pratica mi immedesimo in una prostituta che si innamora di un uomo, ma lui la vede soltanto come un errore». La cantante però ha giurato che «non c’è stato nessun tipo di pressione. È stata una scelta artistica dell’ultimo minuto». Insomma al massimo si tratta di auto-censura.
Polemica. Un anno fa aveva pubblicato una foto che la ritraeva in un atteggiamento affettuoso con una ragazza. Scatto rimosso e scia di polemiche. «Secondo voi, cari giornalisti e opinionisti, io veramente vi darei in pasto una cosa delicata come un mio possibile fidanzamento, o qualcosa di così intimo e privato?». Marzullescamente aveva fatto tutto lei: aveva prima pubblicato e poi rimosso, si era fatta la domanda e data la risposta, si era indignata e poi placata. Uno di quei casi da manuale in cui il nemico, forse, lo guardi allo specchio...
Madame sa anche essere irritata. Come quando – sempre sui social, che sono la fotografia dell’eterno scontento della nostra rappresentazione – se l’era presa con uno pseudo-fan. «Se non mi segui, non chiedermi una foto mentre sto mangiando». Apriti social, pioggia di critiche e lei costretta a spiegare: «Questa polemica è partita da un errore mio, dovrei essere meno impulsiva. Avevo pochi caratteri a disposizione e troppa rabbia da sfogare. Io in quel contesto non sto lavorando, non sono Madame. Quello era un momento intimo con la mia famiglia». Eppure ha ben chiaro cosa significa avere successo: «Mia madre mi ha insegnato che della fama bisogna gioire per poco, sennò significa tirarsela e diventare cattivi».
Chi è Madame?, le aveva chiesto Teresa Ciabatti: «Per farle capire: non ho mai avuto una calligrafia mia, copiavo quella del compagno di banco, e siccome i compagni di banco cambiavano di continuo, i miei quaderni sembrano scritti da trenta persone diverse». Una nessuna e centomila.