Tuttolibri, 24 dicembre 2022
Biografia di Thomas Edison
Scoprì poco, ma inventò tantissimo. Nel laboratorio di West Orange, New Jersey, sosteneva che si potesse creare di tutto, «dall’orologio per signora fino a una locomotiva». Trasandato, con vestiti di un paio di taglie oltre la sua (perché non gli stringessero i vasi sanguigni) e giacconi macchiati dalle sostanze chimiche che testava, dormiva quando si addormentava esausto e mangiava quando si sentiva prossimo allo sfinimento. Poco socievole, manager di aziende con migliaia di operai al suo servizio, era diventato ricchissimo. Allergico a titoli e lauree, si sentiva spinto da una necessità quasi fisica di sperimentare e produrre, come se si trattasse di obbedire a un istinto. Istinto che catturò questa sorta di alieno, quasi completamente sordo e dislessico, intorno ai 10 anni e lo ossessionò fino alla fine, a 84 anni.Nato nel 1847, scomparso nel 1931, l’americano Thomas Alva Edison è l’icona dell’inventore: di sicuro un po’ folle, piuttosto antipatico e creativamente torrenziale. Chi vuole scoprire di che cosa è stato capace può farsi prendere dal vortice delle 752 pagine di Edison, la mega biografia di Edmund Morris (Hoepli, € 27.90). Scrittore e copyrighter, Pulitzer per un’altra gigantesca biografia, quella dedicata a Theodore Roosevelt, è riuscito in un’impresa che sembra contenere un’eco delle sfide a cui Edison si dedicava notte e giorno: invece di creare l’impossibile, Morris si è immerso nei 5 milioni di documenti lasciati dal suo eroe e per quasi un decennio ha esplorato quell’oceano, assemblando una vicenda così vibrante da sembrare una fiction.Non c’è stato settore dove Edison non si sia cimentato: botanica, difesa, chimica, magnetismo, luce, suono, telegrafia, filosofia naturale. Per ogni ambito il libro ci regala un più che abbondante capitolo, rivelando che l’uomo della lampadina elettrica a incandescenza (che oggi, ironia della storia, è stata messa ko dai led), ha inciso la propria firma su un migliaio di brevetti, dalla telegrafia alla registrazione del suono, fino alle batterie per sommergibili e al tentativo – questo, invece, fallito – di ottenere la gomma dalle piante native degli Stati Uniti. Non sempre è facile orientarsi in una tale labirintica abbondanza. Edison, per esempio, scoprì l’effetto termoionico, che si sarebbe rivelato essenziale nei dispositivi elettronici, e inventò il cinetoscopio, precursore del proiettore cinematografico. Presentò anche un apparecchio per registrare con velocità e precisione i voti parlamentari, ma tanta efficienza non era compatibile con i bizantinismi della politica e la macchina cadde presto nell’oblio, insegnandogli una lezione: «Si devono inventare solo cose che la gente voglia usare».Nel XXI secolo, ossessionati come siamo dai guru della Silicon Valley, Edison appare come il Precursore. Su di lui continuano ad aleggiare ombre e interrogativi, a cominciare dalle portentose prestazioni della sua intelligenza e Morris è convinto di averne svelato la ricetta: pensieri controcorrente, tentativi ostinati, sogni a occhi aperti e anche un piacere masochistico di fronte alle difficoltà. Una delle sue frasi più celebri recita così: «Un’esperienza non è mai un fallimento, viene sempre a dimostrare qualcosa».