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 2022  dicembre 24 Sabato calendario

Bloccati altri 240mila euro ai Panzeri

La conferma degli arresti per l’ormai ex vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, porta il Qatargate al suo secondo step. Individuati «gli Stati corruttori», come li chiamano i magistrati. Affondati i loro tramite, chi cioè per conto del Qatar e del Marocco – Francesco Giorgi e Antonio Panzeri hanno fatto importanti ammissioni – girava per Bruxelles con valige di denaro per cercare «di alterare la democrazia europea», come ha messo agli atti il giudice Micheal Claise, gli investigatori belgi stanno cercando prove sui corrotti. Su chi cioè tra i parlamentari e i funzionari di Bruxelles ha ricevuto denaro o regali per avvantaggiare i due paesi per cui lavoravano Giorgi e Panzeri. Per poter raccogliere elementi la polizia belga ha però necessità di poter accedere agli atti: ecco perché in queste ore si sta valutando di chiedere alla presidentedell’Europarlamento Roberta Metsola di poter procedere nei confronti di Andrea Cozzolino, il deputato italiano del Pd per cui Giorgi lavorava, e indicato nelle informative depositate come uno dei cardini del gruppo. E di Marc Tarabella e Maria Arena, i due parlamentari belgi vicini a Panzeri. Su Cozzolino – che allo stato non è indagato– hanno parlato,dal carcere sia Giorgi, sia Panzeri sia la Kaili. Giorgi ha raccontato di «supporre» che Panzeri potesse aver dato del denaro a Cozzolino. La Kaili ha detto, a proposito del denaro trovato a casa sua, che il suo compagno Giorgi è «possibile custodisse qualcosa anche per il suo capo, Andrea Cozzolino». Lo stesso Panzeri ha provato a scaricare su Cozzolino: «Nonho prove ma voi dovreste controllare il presidente della delegazione del Maghreb, Cozzolino. È il parlamentare di cui Giorgi è l’assistente. Tra l’altro è responsabile di chiedere risoluzioni d’urgenza ma questo non passa da noi, quindi non conosco bene, ma so che è successo».
Cozzolino si è sempre detto estraneo a tutto. Ha annunciato querelee dato la sua disponibilità a essere ascoltato. Ma, a questo punto, è evidente che il passaggio necessario per i magistrati è poter fare approfondimenti sul suo ruolo, chiedendo però l’autorizzazione al Parlamento. Il giudice Claise e la polizia belga hanno cominciato a ricevere i primi elementi su computer e telefoni sequestrati agli assistenti parlamentari coinvolti nell’indagine, tutti italiani, che la Kaili ha confermato fossero un ingranaggio del sistema.
Intanto ieri sono stati congelati, con un decreto di sequestro preventivo, due conti correnti italiani intestati ad Antonio Panzeri e alla figlia bloccando, rispettivamente, 40 mila e 200 mila euro. Sequestri anche i conti che fanno capo all’ex segretario generale della Confederazione internazionale dei sindacati Luca Visentini e a Francesco Giorgi, ex collaboratore di Panzeri, su cui però sono stati trovati poche migliaia di euro. «In pratica – si legge nella richiesta inviata dai belgi in Italia – vi sono stati corruttori che versano denaro sul conto di società con sede all’estero e, successivamente, il denaro viene versato su uno dei conti di una Ong». Da qui poi il pa ssaggio in Italia sui conti degli indagati.