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 2022  dicembre 22 Giovedì calendario

Intervista a Milly Carlucci

Più contenta per gli ascolti o più dispiaciuta per le polemiche?
«Trovo che sia miracoloso che un programma tematico, una gara di ballo, un talent, dopo 17 anni crei ancora così tanto interesse e divida l’Italia in un tifo tra guelfi e ghibellini. Riscaldarci nelle polemiche è tipico della nostra passionalità latina. E sono anche felice di aver rinnovato il pubblico di Rai1, siamo forti tra i ragazzi e i laureati. Perché quando si fa tv la qualità conta, ma il mercato decide se vai in onda o no». Milly Carlucci si sta preparando per la puntata finale di Ballando con le stelle (domani su Rai1), un’edizione che è stata intessuta di ballo e battibecchi, di incontri e scontri (e ascolti: 3,6 milioni di spettatori e 25,7% di share la media). Dal 18 marzo si dedicherà invece al Cantante mascherato («un prodotto anomalo per una generalista, che andrà in onda non più al venerdì, ma al sabato, una sfida nella sfida, con un pubblico ancora più di pancia»).
Iva Zanicchi più che per la qualità del ballo si è distinta per la «qualità» delle barzellette volgari. Non andava arginata?
«No. Iva è Iva, è una donna straordinaria con un grande senso dello spettacolo, sa molto bene quando deve fermarsi, è istintiva e nello stesso tempo molto razionale, è un ossimoro vivente, conosce bene il pubblico. Ci sta che ricorra a termini non da salotto perché la gente nella vita non parla come nei salotti».
Tra i termini non da salotto anche l’insulto («tr...») a Selvaggia Lucarelli...
«Le è uscita una parola sbagliata e ha capito di aver passato il segno: si è scusata in tutti i modi possibili, con grande umiltà. Una signora di 80 anni che si fa il giro di tutti i programmi per scusarsi mi sembra dimostri di non essere né arrogante né supponente».
Anche Mariotto ha trasceso dicendo che Lucarelli è come una «scimmia che tira escrementi a tutti».
«Mariotto ha creato un’immagine molto icastica. Ha un suo modo teatrale. Ma chi siamo in fondo noi? Un gruppo di amici che si sfottono e dicono cose anche sopra le righe, ma alla fine sono amici. Giochiamo tutti al gioco della televisione che non cambia i destini del mondo. È un gioco per intrattenere che accende la passione, a noi italiani piace schierarci e dividerci, la nostra massima espressione cittadina è il derby, Coppi e Bartali, bianco e nero».
In molte circostanze però è sembrato che non ci fosse tutta quest’amicizia, era un tutti contro Lucarelli...
«No, no. Selvaggia si fa indubbiamente notare, ma tutta la giuria è composta da persone con grande carattere ed è quello che ci vuole per fare televisione. C’è una giurata tecnica (Carolyn Smith) e una giuria di opinione fatta di personalità esplosive che con i loro ragionamenti articolati intercettano anche quello che viene detto a casa. Siamo variegati, è la nostra ricchezza».
Forse Lucarelli andava supportata. O no?
«Penso davvero che la nostra sia la giuria migliore del mondo. In questo gioco io sono terza, non tocca a me fare la reprimenda, sono bravi a vedersela tra loro».
Montesano ha fatto discutere: sia prima del programma per le su posizioni apertamente no vax, sia per l’espulsione dopo aver indossato una maglietta che inneggiava alla XMas.
«Quella di Montesano è stata una scelta molto voluta perché è stata l’occasione di avere un artista che ha fatto la storia della tv e del cinema, della tv e del teatro. E durante il programma ci ha portato questo grande valore. Sulle vicende che hanno definito la sua esclusione mi attengo alle scelte fatte dalla Rai».
Lei è sempre sacrificata sull’altare del sabato sera, sempre a doversela vedere con l’imbattibile Maria De Filippi. Vorrebbe cambiare giorno?
«Il sabato sera è la serata per andare a ballare, fa parte del costume nazionale, quindi è la scelta migliore. Poi certo è la serata di spolvero, con le reti che mettono il loro abito migliore, quindi non ci possiamo lamentare se Canale 5 punta sui suoi prodotti più forti. Questo dualismo ha alimentato un’idea di inimicizia personale con Maria che non esiste assolutamente. Anzi spesso ci siamo sentite e abbiamo sorriso insieme su questa presunta inimicizia mortale, che però fa bene al programma, interessa alla stampa e al pubblico, per il motivo di cui sopra: questa ricerca del dualismo, del campanile, ce l’abbiamo nel dna».