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 2022  dicembre 22 Giovedì calendario

Il ritorno di Pippi Calzelunghe (made in Proietti)

Pippi Calzelunghe e i Proietti: un affare di famiglia che va in scena al Teatro Olimpico di Roma da oggi all’8 gennaio. “Pippi ci ricorda che si è bambini per troppo poco e che non bisogna mai smettere di essere se stessi”, racconta al Fatto Carlotta Proietti. E poi Pippi Calzelunghe, svedese come Sagitta Alter (moglie di Gigi), in casa Proietti è una di famiglia. Già 13 anni fa, infatti, Gigi aveva guidato la direzione artistica dello spettacolo che portò a teatro la bambina dalle calze spaiate, le lentiggini e le trecce rosse. La regia fu affidata a Fabrizio Angelini, che la riprende oggi con la collaborazione di Gianfranco Vergoni. Poi proprio Carlotta Proietti e la madre alla traduzione e adattamento, la sorella Susanna alla rielaborazione scenica e ai costumi e infine la fresca diciannovenne Margherita Rebeggiani nel ruolo di Pippi. Per trovarla c’è voluta un’estate, più di cento ragazzi a provino. “È perfetta, come Luca Nencetti per Tommy e Caterina Fontana per Annika”, confessa Carlotta soddisfatta. “Quando il libro uscì nel 1945, chiesero ad Astrid Lindgren, che aveva scritto la storia, se una bambina che vive da sola non fosse diseducativa, ma lei ripeteva che voleva vedere ridere i bambini e ricordare agli adulti che si può ancora scherzare”. Era uno dei personaggi preferiti da Gigi Proietti “proprio perché è una persona buona e semplice com’era lui”, dice Carlotta. Pippi infatti è un personaggio positivo, è una bambina autonoma che vive da sola e cerca sempre di comunicare con gli adulti, che però non la capiscono. “Una delle battute più belle ce l’ha Annika: ‘Ma gli adulti non giocano’”, prosegue Carlotta, e racconta dell’affetto del padre verso questo spirito libero, di come appena possibile riportasse il discorso su Pippi: “Dobbiamo rifarlo”, diceva. Dal tono della figlia si sente che lo spettacolo è l’occasione per rendere omaggio a Gigi Proietti: “Lo facciamo per papà, c’è anche lui con noi”, e descrive il dietro le quinte, dove le Proietti lavorano ai costumi, al testo, a Villa Villacolle che si apre e diventa un circo, un prato. In tutto lo spettacolo, soprattutto nel grande cavallo a pois neri per cui i bambini (e Gigi) stravedono, c’è una parte del grande mattatore romano. “Pippi è il massimo dell’essere se stessi, della libertà – chiude Carlotta – e ci invita a ragionare che da grandi non si gioca più tanto mentre forse dovremmo farlo”. Uno spettacolo per bambini che piace agli adulti, forse questa è la descrizione migliore.