Corriere della Sera, 20 dicembre 2022
Intervista a Massimiliano Gallo
Il debutto a teatro quando aveva 5 anni. Poi una lunga carriera sul palcoscenico e in tv, mai da protagonista. Ma il successo, per Massimiliano Gallo, è arrivato a 54 anni. Prima con la serie «Vincenzo Malinconico, avvocato d’insuccesso». Ora la nuova scommessa: «Filumena Marturano» (stasera su Rai1 in prima serata) accanto a Vanessa Scalera nel ruolo del titolo e l’attore in quello di Domenico Soriano.
Misurarsi con un capolavoro del genere non è facile...
«Diciamo la verità: è un’autentica sfida. Perché se Vanessa ha dovuto confrontarsi con Titina De Filippo e poi con Sophia Loren, per quanto mi riguarda il problema è stato analogo: ho alle spalle l’interpretazione di Eduardo e di Mastroianni».
Come si è preparato per incarnare il celebre personaggio di Soriano?
«Quello di De Filippo è un macro-testo da prendere con le pinze. Io ho svolto un lavoro analitico per capire le intenzioni dell’autore. Ovviamente mi sono rivisto con attenzione i film precedenti, proprio per non scimmiottare i due “mostri” che mi hanno preceduto. Ho cercato di prenderne le distanze, cercando di esprimere le mie fragilità».
Non è la prima volta che lei interpreta un’opera eduardiana.
«È il mio quarto Eduardo, stavolta non in teatro ma in forma cinematografica. Non ho mai avuto la fortuna di conoscerlo personalmente, mentre mio padre Nunzio Gallo sì, perché ne interpretò “Bene mio, core mio” proprio diretto dall’autore, alla sua ultima regia nel 1984, poco prima della scomparsa. Papà si era preparato per il provino e andò a trovarlo a casa, ma Eduardo usò una tattica. Lo accolse in salotto e cominciarono a parlare di tutt’altro, soprattutto di musica, essendo papà un noto cantante. Quando la cameriera arrivò con il caffè, Eduardo glielo offrì utilizzando però una battuta del testo. Mio padre capì l’antifona e rispose con un’altra battuta della commedia, poi aggiunse: Commendatore, se devo fare un provino, non c’è problema. E lui rispose: non è necessario, lo avete già fatto adesso».
Si aspettava gli ottimi risultati di «Vincenzo Malinconico...»?
«Era un ruolo che mi intrigava molto. E pensare che...».
Ha rischiato di farselo sfuggire?
«In realtà, all’inizio, avevo mandato un mio video all’autore Diego De Silva e quando feci il primo provino, non l’avevo convinto al 100 per cento...»
E invece?
«Poi è andato tutto bene. Era la prima volta che mi veniva affidato un ruolo da protagonista assoluto, oltretutto sulla prima rete Rai, e ho avvertito tutto il peso della responsabilità, a cui si aggiungeva l’angoscia quando, il giorno dopo le varie puntate, arrivava la mannaia dei dati dello share. Che stress! Ora, però, siamo pronti per lavorare al sequel».
Insomma: lei che è nato in teatro, niente più palcoscenico?
«Come no? A breve porto in scena un mio testo, “Stasera punto a capo”, divertente riflessione su come vivevamo, bene, negli anni Ottanta. E a metà gennaio sarò protagonista di un testo inedito di Ivan Cotroneo, al suo debutto da drammaturgo e da regista teatrale: “Amanti”, dove si racconta l’amore dal punto di vista maschile e femminile.. e i personaggi finiscono tutti dallo psicoanalista».