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 2022  dicembre 20 Martedì calendario

L’80% delle televisioni è connesso alla rete

Smartphone, televisioni connesse, computer: sono le uniche voci di spesa che continuano a trainare i consumi e la spesa degli italiani. Il loro numero all’interno delle famiglie continua a crescere e ha raggiunto i 120 milioni. Anche nella fase della pandemia gli schermi nelle case sono continuati a crescere. Ma c’è di più, e di più sostanziale. Televisione e telefonini sono la porta per la modernità digitale, con oltre 93 milioni di schermi che sono effettivamente connessi in rete e utilizzati sempre di più per entertainment, relazioni, acquisti, studio, lavoro... È questa l’immagine che emerge dall’ultimo Rapporto Auditel-Censis, il quinto, presentato ieri al Senato dal presidente di Auditel Andrea Imperiali. Il Rapporto costituisce un appuntamento essenziale per capire come si trasforma la società, specie in un periodo di grandi cambiamenti come la fine della pandemia e il processo inarrestabile di digitalizzazione del Paese che abbiamo sotto gli occhi. Si tratta di un ricchissimo documento che si basa su una delle ricerche più articolate realizzate durante il corso dell’anno e analizzata con gli occhi esperti di Censis: la cosiddetta «ricerca di base» Auditel monitora infatti, con oltre 40 mila interviste «face to face» realizzate lungo tutto il corso dell’anno, la reale fisionomia delle famiglie, i loro consumi mediali, le abitudini che cambiano. La ricerca è funzionale a comporre il campione Auditel (quello che misura, 365 giorni l’anno, i consumi della tv), ma serve anche per restituire una fotografia ad altissima definizione delle dotazioni mediali, dell’uso di questi apparecchi, delle evoluzioni sociodemografiche e comportamentali che caratterizzano l’Italia proiettata verso il futuro. Tre sono i dati che il presidente Imperiali ha sottolineato nella sua relazione, che sono poi i punti fondamentali per capire dove sta andando il Paese. Il primo è relativo agli schermi connessi in rete: non siamo infatti semplicemente «sommersi dagli schermi» (sono 120 milioni nelle case degli italiani, come si è detto, fra televisori, cellulari, tablet, pc...), ma questi sono ormai la nostra porta per essere collegati al mondo. Infatti, quasi l’80% di questi schermi (oltre 93 milioni) sono connessi alla rete. In cinque anni sono cresciuti di 23 milioni proprio gli schermi connessi, un balzo clamoroso. La crescita più rilevante è quella delle smartTv, che sono quasi 17 milioni, cresciute di 13 milioni nell’ultimo quinquennio, una crescita baldanzosa che sta trasformando anche i modi di vedere la tv (nelle case con SmartTv, almeno il 20% del tempo speso è dedicato allo streaming); 48 milioni sono invece gli smartphone. Attraverso la televisione e i telefonini la stragrande maggioranza della popolazione (ovvero l’87,2%) è oggi dunque digitale. Sono appunto gli apparecchi per la comunicazione a trainare la spesa degli italiani, ha sottolineato come secondo punto Imperiali: se nel 2021 gli acquisti complessivi delle famiglie sono scesi per la situazione di incertezza pandemica, quelli per i device sono cresciuti invece con forza. Infine, all’ordine del giorno quel che occorre fare: lo switch-off e la sostituzione di oltre dieci milioni di televisori di vecchia generazione e la spinta definitiva verso reti ad altissima velocità che viene dai 6,7 miliardi previsti dal Pnrr. Così l’Italia entra davvero nella modernità digitale.