ItaliaOggi, 20 dicembre 2022
Il vino di ghiaccio svedese conquista gli chef stellati
Una vendemmia a metà dicembre è più che tardiva. E se il vigneto in questione si trova in Svezia, non lontano da Stoccolma, non è difficile immaginarlo immerso nella neve e nel ghiaccio. Ed è proprio così: in questo periodo le temperature sono di diversi gradi sotto lo zero e il terreno è ricoperto da un candido strato di quindici centimetri di neve: ma è proprio quello che cerca Göran Amnegård, il vitivinicoltore fondatore dell’azienda Blaxsta, che vanta uno dei vigneti più a nord del mondo. Nel suo podere coltiva il vitigno Vidal blanc e queste condizioni sono fondamentali per ottenere il cosiddetto vino di ghiaccio, ottenuto dalla fermentazione di uve congelate e raccolte tardivamente.
I grappoli durante l’estate possono godere fino a 23 ore di luce a queste latitudini, poi arriva l’autunno con le forti escursioni termiche e il gelo di dicembre. Così, come ha raccontato il quotidiano inglese The Guardian, nasce un vino pluripremiato che dalla cantina svedese raggiunge i ristoranti stellati Michelin di mezzo mondo. L’imprenditore ha messo a dimora le prime viti 22 anni fa, è stato un apripista del vino svedese. La sua intuizione, probabilmente favorita dagli effetti del cambiamento climatico che hanno reso più mite il clima nordico di queste zone, sta facendo scuola.
Non si può parlare della Svezia come patria del vino, visto che ad oggi i terreni vitati sono appena 150 ettari, ma questa superficie è aumentata del 50% negli ultimi due anni. Un trend crescente, tanto che nel prossimo lustro dovrebbe più che raddoppiare e, dicono gli esperti, a lungo termine la nazione scandinava potrebbe ospitare fino a diecimila ettari di uva da vino e generare una filiera da un miliardo di euro.
Cresce il mercato del vino a Stoccolma, come confermano i dati di Systembolaget, l’azienda pubblica che detiene il monopolio delle bevande alcoliche: nel 2017 sono stati venduti 19.388 litri di vino, mentre quest’anno, con il dato aggiornato al 30 novembre, si è raggiunta quota 34.495. Sebbene la produzione interna sia ancora ridotta, la quantità, la qualità e l’interesse dei consumatori svedesi è in crescita.
Lotta Nordmark, ricercatrice all’Università svedese di scienze agrarie, ha detto che il territorio svedese si presta alla produzione di vini bianchi, frizzanti e rosati; ma in futuro potrebbe esserci spazio anche per i rossi.
I vini svedesi stanno guadagnando terreno nelle competizioni internazionali di degustazione ha concluso l’enologo Felix Åhrberg, segretario dell’Associazione industriale svedese per l’enologia e la viticoltura.