Gad Lerner per il Fatto Quotidiano, 19 dicembre 2022
GIU’ LE MANI DAL "PARTIGIANO" ENRICO MATTEI – GAD LERNER VS REPUBBLICA: ASPIRA ORMAI A PRESENTARSI COME L'HOUSE ORGAN DEL PENTAGONO E RIPORTA “UNA BUFALA COLOSSALE COME QUELLA DI ENRICO MATTEI FASCISTA DOPPIOGIOCHISTA CHE SI COMPRA PER 5 MILIONI IL TITOLO DI PARTIGIANO” – LA BORDATA A GIORGIA MELONI – LA NIPOTE DEL FONDATORE DELL’ENI: “UNA STORIA FANTASIOSA FRUTTO DELLA POLITICA DELEGITTIMATORIA DEI SERVIZI INGLESI E AMERICANI” – POI ATTACCA: “AL DELITTO MATTEI HANNO PARTECIPATO..." -
Va bene che Repubblica aspira ormai a presentarsi come l'house organ del Pentagono. Ma riportare in prima pagina, senza evidenziarne la palese inverosimiglianza, una bufala colossale come quella di Enrico Mattei fascista doppiogiochista che si compra per 5 milioni il titolo di partigiano francamente può far piacere a Giorgia Meloni, ma offende l'intelligenza dei suoi lettori.
Dunque, il titolo suona così: "La Cia contro Mattei: 'Era un fascista. Si è finto partigiano pagando la Dc". La fonte? Un rapporto di tale Lester Simpson datato 1955, dieci anni dopo la Liberazione, al tempo cioè in cui il fondatore dell'Eni era diventato la bestia nera delle compagnie petrolifere statunitensi perseguendo l'autonomia energetica del nostro paese, finanziando la componente di sinistra dello scudocrociato e apprestandosi a pubblicare Il Giorno, quotidiano progressista diretto dal partigiano Italo Petra con Giorgio Bocca tra le sue firme di punta.
Com' è noto a tutti, ma non a Repubblica, Enrico Mattei nel pieno della lotta partigiana fu incaricato di rappresentare la Democrazia Cristiana nel CLN Alta Italia al fianco di Ferruccio Parri e Luigi Longo. Vi svolse incarichi militari e politici di grande responsabilità. Un po' difficile sostenere, com' è scritto nel rapporto Usa, che ancora nel 1945 egli fosse fascista, che si fosse comprato l'incarico e che sua moglie fosse l'amante di un ufficiale nazista. Eppure questo riporta Repubblica, senza neanche il beneficio del dubbio.
Va bene l'ignoranza, ma un poco di malizia ci sia concessa.
Dacché Giorgia Meloni cerca di impossessarsi della figura dell'antifascista Mattei per farne un'icona del suo sovranismo, cosa c'è di meglio di una spolverata di revisionismo storico per completare l'opera? Un po' come quando condanna le leggi razziali trascurando di citare chi le ha promulgate. Per favore, giù le mani dal partigiano Enrico Mattei.
LA NIPOTE: "SONO FANTASIE NEL SUO PASSATO SOLO UNA FOTO DA BALILLA" A.gr. per la Repubblica
Rosangela Mattei è la nipote del fondatore dell'Eni, e la presidente femminile dell'Associazione partigiani cristiani, da lui fondata nel 1947. Sta per pubblicare un'opera sul Mattei partigiano. Perché la Cia scrive che era un fascista? Che rapporti ebbe col fascismo? «Da ragazzo come tutti alla sua età si era fatto una foto vestito da balilla, da qualcuno sfruttata per dire che fu fascista. Nessun elemento è stato mai trovato che lo ricolleghi al fascismo. Ma conservo migliaia di carte che attestano, invece, il suo ruolo nella Resistenza».
Come vi aderì? «La sua amicizia con Boldrini e i gruppi del cattolicesimo milanese lo introdussero nel gruppo che fu costituito dopo l'armistizio. Prese il posto di un capo cattolico morto, dopo un accorato invito dello stesso Boldrini a mettersi in gioco, prima nelle Marche poi a Milano. Le sue qualità apprezzate da Cadorna lo fecero poi diventare uno dei capi della resistenza cattolica. Rischiò anche la vita diverse volte».
Comprò il titolo di partigiano per 5 milioni di lire? «Storia assolutamente fantasiosa, di certo frutto della politica delegittimatoria dei servizi inglesi e americani. Ci vorrebbe un po' più di rispetto per chi ha sacrificato la propria vita per creare lavoro e sviluppo migliori per tanti popoli».
Qual era la finalità di queste politiche di informazione? «È molto chiaro l'intento, sono tutti tentativi di offuscare l'immagine di un Mattei che era diventato un personaggio inattaccabile per le sue qualità».
Gli americani ebbero responsabilità per la morte di Mattei? E se non loro, chi? «Essendo inattaccabile, l'unico modo per toglierlo di scena è stata l'eliminazione fisica. Come si può ben leggere nelle conclusioni del pm Vincenzo Calia, al delitto hanno partecipato servizi deviati italiani e stranieri e gruppi politici vicini anche a Mattei, nonché personaggi importanti all'interno dell'Eni».