la Repubblica, 18 dicembre 2022
L’arte è un puzzle di capolavori
Un critico d’arte si mette a disegnare. Lo consiglia spesso ai suoi studenti: copiate le opere che studiate, così le capirete meglio. Con la matita si mette perciò lui stesso a rifarle. Non una opera sola per volta. Mentre disegna pensa infatti a due artisti contemporaneamente e traccia un’opera sopra l’altra – o sotto l’altra. Sono sovrapposizioni che nella sua mente rinviano a un lavoro che ha scritto, dedicato a Marcel Duchamp: Infrasottile (Postmedia). Si tratta di una “esperienza” dell’artista francese che una volta ha detto: il fumo che esce dalla bocca ha l’odore del tabacco bruciato e insieme della bocca stessa. Come si fa a distinguere l’uno dall’altro? Le sovrapposizioni fanno parte dell’esperienza visiva d’ogni giorno: una vetrina in cui il vetro riflette la strada e intanto mostra quello che è esposto: interno ed esterno, davanti e dietro: “interazione tra le figure che danno vita a scene significative”. Il critico si chiama Elio Grazioli e il libro Album. L’arte contemporanea per sovrapposizioni (Johan & Levi). Insieme ai disegni di due opere d’artisti diversi Grazioli ha scritto testi lunghi due pagine in cui racconta le due opere e dà conto della ragione della sovrapposizione stessa. La prima coppia è Edouard Manet e Pablo Picasso e le opere rifatte con matita blu e con matita grigia sono Déjeuner sur l’herbe (1863) e Demoiselles d’Avignon (1907), due capolavori. Quale è il nesso tra loro? E cosa serve averle disegnate insieme? L’etimo della parola “sovrapposizione” è semplice: porre sopra; ma esistono altri significati di tipo “tecnico”; in tipografia, ad esempio, si stampano dei colori usando altri colori sovrapposti, il verde ottenuto dal giallo e dall’azzurro; in fisica esiste un “principio di sovrapposizione” per cui ci sono fenomeni descritti da equazioni differenziali lineari come l’elettromagnetismo. Che inAlbum interagiscano forze diverse (disegno, parola, conoscenza, sapere) è fuor di dubbio, così come questa è un’operazione originale e unica. Non è infatti consueto fare critica d’arte disegnando, dal momento che il disegno in sovrapposizione non serve a illustrare o a chiarire l’opera. Anzi, a volte la complica, per cui lo scritto sottostante è una sorta di scioglimento di ciò che la mano ha legato. Il risultato è di una grande libertà interpretativa, così che il libro si presenta come la passeggiata di un flâneur attraverso l’arte contemporanea. Forse non è un caso che questo volume sia stato redatto durante il lockdown: in un regime di costrizione si manifesta una libertà mentale. Come scrive l’autore stesso, qui “una forma sostituisce le regole del rigore metodologico”. Niente è prestabilito, non c’è progetto, si procede per associazioni o analogie. Luca Maria Patella e Robert Gober hannorealizzato entrambi dei letti. Il primo scopre alcuni “errori” in un lavoro di Duchamp del 1916,Apolinère Enameled e realizza sia l’opera giusta che quella sbagliata: right e wrong.Mentre Gober faPitched Crib nel 1986: “lettino inclinato”, deformato e reso romboidale.
Francis Picabia e Maurizio Cattelan sono sovrapposti in un inusuale parallelo beffardo e sarcastico. Il disegno permette di mettere a fuoco – o a sfuocare, se si vuole – il modo di essere di Picabia, la sua joie de vivre spiegata attraverso una frase di Duchamp: “Non esistono soluzioni perché non esistono problemi”. Così, in un sorprendente accostamento, Paul Gauguin è posto accanto – sotto in verità – a Nan Goldin: la meravigliosa e sensuale donna sdraiata a pancia in giù nuda di Manao Tupapau (1892) in Polinesia e la foto con gli occhi neri pesti di Nan causati dal suo compagno inThe Ballad of Sexual Dependency, suo capolavoro fotografico del 1986. Oppure Munch dell’ Urlo accanto alle sculture di Richard Serra: l’angoscia e l’incombenza del destino. Le sovrapposizioni evocate da Grazioli sono naturalmente arte e vita, vita e morte, morte e sesso, temi che punteggiano le parti scritte del libro, dove si legge in trasparenza cosa c’è dietro alla “vetrina” dei suoi disegni sovrapposti. Un pensiero attraversa, probabilmente a lavoro concluso, l’idea che ha provocato questo lavoro (“inconscio ottico”?): “la peculiarità dell’arte è di essere un autoritratto doppio, dell’autore e del medium”, poiché nell’arte contemporanea, come ha scritto nel 1964 il critico d’arte e filosofo Arthur Danto decretando la fine dell’arte fondata sulla mimesi, tra opera e oggetto non c’è più alcuna distinzione. Tutto appare, come in Andy Warhol accostato al fotografo italiano Franco Vimercati, determinato dalle intenzioni, dal contesto, dal paratesto. Cosa è allora questo libro? Un esempio di critica d’arte. Sì, anche questo. Ma è soprattutto un’opera d’arte stampata in numerose copie, realizzata mettendo insieme due stili espressivi diversi. Cosa importa come disegna Elio Grazioli? I suoi disegni sono perfetti, e anche le parole che si riferiscono a quelle sovrapposizioni sono perfette. L’importante è pensare, disegnare e scrivere in libertà. Cosa rara farlo insieme.