il Fatto Quotidiano, 18 dicembre 2022
Se è la Befana che prende il posto di Babbo Natale
Come da tre anni a quella parte avevano fatto, mamma e papà avevano chiesto a un amico di famiglia di presentarsi a casa loro non più tardi delle 23 la sera della vigilia mascherato da Babbo Natale per godere della meraviglia del figlioletto settenne. Alla festicciola sarebbero stati presenti una decina di invitati tra amici e parenti, sempre quelli, sempre i soliti, come da tre anni a quella parte. E, come da tre anni a quella parte, sia la mamma sia il papà speravano fortemente che la di lei zia, Solaia, benché doverosamente invitata, rifiutasse mettendo in campo a mo’ di scusa uno dei suoi variabili acciacchi: l’anca, la cervicale, le vertigini e, extre – ma ratio, la nostalgia al pensiero degli anni passati. In effetti, dopo la telefonata d’invito, i due s’erano messi l’animo in pace: all’elenco delle patologie note se n’era aggiunta una nuova nuova, sorta di obnubilamento della vista che si faceva intenso sul far del crepuscolo. Un sospiro di sollievo, con buona pace della zia Solaia, era sorto nell’animo di mamma e papà, considerando che il rischio di un’accettazione dell’invito era pur sempre presente. Con una drammatica conseguenza poi, quella di imporre a tutti i presenti il resoconto puntuale di segni e sintomi d’ogni malattia di cui la zia era afflitta, senza dimenticare le relative terapie e gli eventuali effetti collaterali dei farmaci impiegati. Con un oratore siffatto tra i presenti, si poteva ben dire addio alla magica atmosfera natalizia. Tutto bene quindi, come da tre anni a quella parte, fin quando, attorno alle 22 e 30 il campanello di casa era squillato. Il papà aveva schiacciato l’occhio alla mamma: come da tre anni a quella parte la mamma aveva invitato il piccoletto ad andare a vedere chi fosse a quell’ora. E il piccoletto, emozionato, s’era avviato per ritornare poco dopo piangente poiché si aspettava il Babbo e non, come aveva segnalato tra le lacrime, la Befana, perfettamente interpretata dalla zia Solaia, in attesa sulla soglia di casa.