Corriere della Sera, 18 dicembre 2022
Lo sfogo di Berlusconi
Nessun ruolo istituzionale in questo governo. «Anche se me lo meritavo». Siamo alle Stelline, luogo caro alla Forza Italia del 1994. Silvio Berlusconi prende la parola per l’apertura della campagna delle Regionali in appoggio al governatore uscente Attilio Fontana. Va avanti spedito per più di 40 minuti perché non ci sono solo le elezioni nella sua agenda. C’è anche la voglia di parlare di sé e di sfogarsi. Eccolo il passaggio: «In questo governo non ho preso nessun ruolo istituzionale, me lo meritavo, anche pensando alla caduta che ho fatto il secondo giorno di campagna elettorale. I medici hanno detto che sono vivo per miracolo e che forse passerà». Pochi minuti e scatta la caccia al «ruolo istituzionale» a cui avrebbe ambito l’ex premier. Ministro della Giustizia? Vicepremier? Nessuno è pronto a mettere un euro nel piatto. Se c’è una carica su cui i bookmaker sarebbero pronti a fare una puntata riguarda la presidenza del Senato. In realtà anche questo assomiglia a un azzardo perché più volte Berlusconi ha ripetuto ai suoi di non essere interessato.
Nel pomeriggio è lo stesso leader di Forza Italia a rettificare la frase del mattino. Lo fa nel messaggio inviato a Giorgia Meloni per i 10 anni di Fratelli d’Italia: «Non ho voluto ricoprire alcun ruolo istituzionale, ma naturalmente la mia esperienza e le mie relazioni internazionali sono a disposizione del governo e del Paese». Nello stesso messaggio l’ex premier loda la nuova premier e cerca di mettere fine – senza grande successo – alle frizioni passate: «La vittoria di Giorgia Meloni è davvero una svolta storica, e non soltanto perché, per la prima volta, è una donna a ricoprire questo ruolo. Questo è importante ma è ancora più importante il fatto che alla guida del Paese ci sia, per la prima volta nella storia della Repubblica, un leader politico espressione diretta della destra».
Ieri, per il centrodestra lombardo è stato il giorno della mobilitazione per Attilio Fontana. «Vincerai, vinceremo» dice Berlusconi abbracciando il governatore uscente della Lombardia. Snobba Letizia Moratti. Punta dritto contro il candidato del centrosinistra, Pierfrancesco Majorino: «Non possiamo pensare di consegnare una Regione come la nostra all’alleanza tra i 5 Stelle e il Pd. Due forze dall’identità molto confusa, unite solo da una generica matrice di sinistra e dal timore di subire, come subiranno, un’assoluta sconfitta». Ad attaccare Moratti ci pensa la senatrice Licia Ronzulli: «Non si baratta la propria storia per una poltrona. A chi pensa di sprecare il proprio voto per votarla voglio chiedere: quale Moratti voterete? Quella ministro del governo Berlusconi o quella disposta a rinnegare 30 anni di storia solo per appagare la propria ambizione?». Da parte sua, Fontana si limita a ricordare a Moratti, senza mai nominarla, che la Lombardia continua a crescere così come continuano ad arrivare gli investimenti esteri.
Berlusconi spazia. Annuncia un’inserzione sui giornali per spiegare quali sono i valori azzurri, fa un excursus di politica estera. Mette nel mirino «l’espansione globale» della Cina. «Se l’Italia venisse occupata da 4 milioni di soldati cinesi che cosa succederebbe? Nulla, resteremo sotto la dominazione cinese». È il gancio per parlare di Putin e della Russia. «Speravamo di poter convincere la Russia ad entrare nella nostra Europa mettendo fine all’espansionismo del globalismo cinese. Ottenni da Putin il via libera. Erano tutti d’accordo tranne Germania e Francia che temevano di perdere la primazia in Europa. È stato un gran peccato. Adesso è tornata la Guerra Fredda con la Russia isolata e con tutto l’Occidente unito contro la Russia». Poi il passaggio sulla guerra in Ucraina: «È una guerra che suscita ipotesi assurde di utilizzo delle armi nucleari come fatto da Putin quattro giorni fa». E a chi chiedeva se l’Italia debba o meno tornare ad armarsi risponde: «L’Europa deve coordinare le proprie forze militari, le proprie forze di difesa». È tempo di tornare alle elezioni. «Ripartiamo dalla Lombardia ancora una volta per vincere. Governiamo dal 1995 e da trent’anni i lombardi scelgono noi». «E meno male che il centrodestra governa la Lombardia da 28 anni – replica Fontana —. Dove governa il centrodestra si vola».