il Fatto Quotidiano, 17 dicembre 2022
Un Vespa ogni 180 minuti
L’espressione vale una carriera. Forse di più: racchiude lo spirito stesso di un giornalismo basato sull’ostensione quasi disperata di sé. Si materializza a Roma, in via Asiago, la mattina del 14 dicembre 2022. Esterno giorno, ore 7 e 30: è la faccia di Bruno Vespa, sotto al diluvio, che tiene l’ombrello aperto sopra ai Jalisse, il duo sanremese che vinse l’edizione del 1997 per poi sparire nel nulla (si dice che quest’anno la loro candidatura all’Ariston sia stata rifiutata per la 26esima volta consecutiva).
In diretta, ospite di Fiorello e di Viva Rai 2, Vespa è al tempo stesso carnefice e vittima di se stesso: è lì perché sente ancora il bisogno di presentare il suo ultimo libro natalizio: La grande tempesta. Mussolini, la guerra civile. Putin, il ricatto nucleare. La nazione di Giorgia Meloni. La crudele contingenza, prima della marchetta, l’obbliga quindi a fare da portaombrelli a una coppia di artisti leggendariamente dimenticati da dio. La sua espressione è così corrucciata e perplessa, marmorea, che diventa immediatamente virale, un meme fatto e finito. Fiorello stesso si esalta: “Il programma potrebbe terminare qui, ho visto un’immagine onirica: i Jalisse che cantavano e quel signore che teneva l’ombrello”. Poi, finalmente, lo lascia parlare della sua ultima fatica letteraria.
Cosa c’è nel motore di Bruno Vespa – che qualche soddisfazione nella vita se l’è tolta e qualche soldino deve averlo messo da parte – per sottoporsi ancora, anno dopo anno, a questo tour de force? Ogni Natale la stessa storia: puntuale come le bollette arriva il suo libro e un massacrante giro promozionale su tv, telegiornali, giornali, siti, radio, talk-show, varietà, convegni, fiere, battesimi e comunioni. Quale incredibile motivazione interiore muove quest’uomo?
Per tenere conto di tutti gli eventi promozionali a cui si è prestato nell’ultimo mese e mezzo servirebbero almeno due giornali. Ecco un elenco non esaustivo delle ultime comparsate: Unomattina, Buongiorno benessere e Oggi è un altro giorno su Rai Uno; Tg2 Post; #Cartabianca e Quante storie su Rai Tre; Quarta Repubblica e Zona Bianca su Rete Quattro; Mattino Cinque News e Pomeriggio Cinque (di Barbara D’Urso) su Canale 5; Piazzapulita, Tagadà, Non è l’arena e Omnibus su La7; Accordi & disaccordi sul Nove. Vespa copre ogni fascia oraria: il 3 dicembre, stoico, non ha rifiutato la marchetta quasi all’alba de Il Caffè di Rai Uno, iniziato alle 6 di mattina.
Vespa è reattivo a ogni esigenza di palinsesto: nelle pause in cui non si parla del libro, può intervenire sul disastro di Ischia (Oggi è un altro giorno, 28 novembre), lodare Giorgia Meloni (“Una donna adatta alle imprese impossibili”, Buongiorno benessere, 10 dicembre), dare il calcio dell’asino ad Aboubakar Soumahoro (Quarta Repubblica, 28 novembre), ironizzare sul reddito di cittadinanza (“Io so cos’è la disoccupazione, mio padre faceva il rappresentante di commercio”, Zona Bianca, 4 dicembre).
Vespa è multitasking, mica solo tv: si fa intervistare da Massimo Giletti in radio (11 dicembre, Rtl 102.5), si fa vezzeggiare dal sito di Tv, sorrisi e canzoni (“Bruno Vespa: un libro ricco di retroscena”, 13 dicembre), si concede pure ai vecchi giornali cartacei, con un lungo e benevolo ritratto su Repubblica dell’8 dicembre, sobriamente titolato: “A casa di Bruno Vespa, Roma dall’alto e la tv dietro un quadro: ‘Perché toglie l’armonia. Da qui domino la grande bellezza’”.
Vespa è un maratoneta: secondo il giornalista Marco Zonetti, a cavallo tra martedì 12 e mercoledì 13 dicembre è comparso in quattro trasmissioni nell’arco di 12 ore: un Bruno ogni 180 minuti. Vespa è generoso: si fa coinvolgere in città (Bookcity, Milano, Castello Sforzesco, 19 novembre) e in alta quota (Una montagna di libri, Cortina d’Ampezzo, 27 dicembre). Bruno Vespa è un professionista monumentale.