la Repubblica, 17 dicembre 2022
Jolanda Renga parla sotto voce ai suoi odiatori
Jolanda Renga, figlia di Francesco Renga e Ambra Angiolini, si è rivolta a i suoi odiatori con un video su Tik Tok. Lo ha fatto con parole assennate e pacate, e questa sua giudiziosità ha attirato l’attenzione, costringendoci ad ascoltarla. Si dice che solo urlando si riesce a farsi ascoltare nei social, solo gli sguaiati e gli esagitati riescono a farsi notare. Jolanda Renga ha scelto una strada diversa, e ha avuto ragione. Usando la stessa tecnica di Marlon Brando nell’interpretare don Vito Corleone: più basso è il tuo tono di voce, più l’interlocutore dovrà chinarsi per sentire quello che dici.
Non vi agitate: non sto dicendo che Jolanda Renga è un’abile manipolatrice, né tantomeno che Jolanda Renga è don Vito Corleone (è sempre meglio essere chiari). Credo anzi che sia una giovane donna coraggiosa e intelligente. Non è la prima volta infatti che si esprime con un raziocino fuori dagli schemi. Era successo poco tempo fa, in occasione della burrascosa separazione della madre dal compagno. Allora Jolanda aveva attaccato Striscia la notizia, colpevole di aver consegnato il tapiro ad Ambra e non a lui, il traditore, Massimiliano Allegri. La madre, Ambra, sempre sui social aveva scritto un post col quale ringraziava la figlia per il suo coraggio.
Stavolta Jolanda Renga prende di petto la questione della bellezza. Spiega infatti, sempre in modo pacato, che da anni riceve offese sul suo aspetto fisico, e che questo all’inizio le faceva male, anche perché lei stessa, guardandosi allo specchio, si trovava brutta. Ma che adesso le cose sono cambiate. «Il mio sogno per fortuna non è essere bella e neanche essere la sosia dei miei genitori. Il mio desiderio nella vita è fare cose che contano. Mi piacerebbe migliorare il mondo, quindi sono felice di me stessa perché ogni giorno cerco di fare qualcosa, dando il massimo. Penso che se la cosa peggiore che si dice di me è che sono brutta, allora posso stare tranquilla. Di certo non si può dire di me che sono cattiva o egoista. Io vorrei dire a tutti quelli chesi sentono come me che, finché avranno cura e rispetto di se stessi e degli altri, brilleranno sempre di una luce diversa. Le persone gentili sono belle per davvero». Il suo discorso ha avuto una grande eco, finalmente la voce limpida di una donna che rinuncia alla scorciatoia del mostrare il proprio corpo, ad usare tette e culo per affermarsi. Che gran sospiro di sollievo sentire che c’è anche chi non cerca la bellezza a tutti i costi, non la considera l’unico denaro contante nelle tasche di una donna. Ma siamo sicuri che stiamo davvero parlando di questo, del sottrarre il corpo alla legittima corsa per l’affermazione di sé? I social sono pistole col colpo in canna date in mano a bambini. Pericolosissimi spazi vuoti, riempiti gratuitamente da ognuno di noi. Si professano del tutto innocenti, perché non propongono niente. Semplicemente sono lì, e accolgono. Come se fossero uguali al mare, all’aria, a qualsiasi elemento naturale. Non lo sono. Sono macchine infernali, il cui carburante sono le cose che ci mettiamo noi. Girano g razie ai nostri sforzi. Perché lo facciamo? Per noia, perché ci sentiamo soli, per creare un archivio di memorie, per rimorchiare… tutto vero. Ma quello che facciamo davvero, e lo dico senza alcun giudizio morale, è pubblicità. Pubblicità di noi stessi e quindi buona o cattiva.
Jolanda Renga ha diciotto anni, vuole fare cose importanti emigliorare il mondo, qualcun altro vuole far saltare in aria il Campidoglio e nel frattempo non trova di meglio da fare che insultare una ragazzina dicendo quanto è brutta. Il bene e il male. Ma purtroppo entrambi non sono per strada, o a scuola, o a una cena. Non stanno parlando davvero, non stanno parlando punto e basta. Stanno facendo pubblicità, e, ripeto, non c’è nessun giudizio morale. È un fatto ovvio e oggettivo: i social non sono la piazza virtuale, sono enormi fabbriche di trasformazione di dati, dati che noi consegniamo spontaneamente. Mettere pensieri e fotografie in condivisione con chiunque voglia vederle e commentarle non è un gesto innocente o innocuo. È un gesto pericoloso, con enormi conseguenze. Proprio come mettere un nudo in rete. Passa uno e fa il suo commento idiota, poi ne passa un altro… Cercare di educarli mi sembra tempo sprecato per chi ha voglia di fare cose che contano: meglio starne fuori.