la Repubblica, 17 dicembre 2022
I 15 obiettivi da raggiungere in meno 15 giorni per ottenere la terza tranche del Pnrr
Ancora 15 obiettivi su 55 da portare a termine entro il 31 dicembre ma, assicura il governo alla fine della cabina di regia sullo stato di avanzamento del Pnrr, «sono stati tutti avviati e in corso di finalizzazione». Tanto che da fonti vicine al dossier si apprende che non ci sarà bisogno di un decreto per accelerare i tempi e semplificare le procedure, ipotesi che nei giorni scorsi era stata presa in considerazione dal ministro del Pnrr e degli Affari europei Raffaele Fitto. Proprio nel Consiglio dei ministri successivo alla cabina di regia arriva il via libera a due obiettivi cruciali in calendario per il 31 dicembre: il decreto di riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) e il decreto legislativo attuativo della legge sulla concorrenza sui servizi pubblici locali,milestone cruciale che ridefinisce la normativa degli affidamenti senza gara, includendovi anche il trasporto pubblico locale, e stabilendo dei confini molto più rigidi agli affidamenti diretti.
Un’accelerazione sugli obiettivi si era registrata anche nei giorni precedenti: giovedì il ministero dell’Ambiente aveva annunciato di aver portato a termine il traguardo dei “Porti Verdi”, (il piano di riduzione delleemissioni diretto alle Autorità Portuali) ed è pronto nelle prossime ore a chiudere altri due obiettivi. Anche il dipartimento dell’Innovazione tecnologica, che aveva il numero maggiore di obiettivi in questo semestre, ha appena annunciato l’istituzione di 3-I Spa, la nuova società pubblica dedicata allo sviluppo di software per le pubbliche amministrazioni, e la messa online del portale per l’Anagrafe Digitale. Nei prossimi giorni il completamento dei progetti legati alla cybersecurity.
Se il capitolo 2022 è quasi chiuso, rimane aperta la questione della revisione del Pnrr, anche alla luce dei ritardi già accumulati sulla spesa: nel corso della cabina di regia su questo aspetto non ci sono stati aggiornamenti, e dunque si dovrebbe essere ancora al di sotto dei 15 miliardi, meno della metà della cifra prevista inizialmente. Il ministro Fitto, si legge nel comunicato di Palazzo Chigi, «come metodo per il futuro ha suggerito di concentrarsi su valutazioni complessive che abbraccino una visione di tutto l’arco di Piano al 2026». Significa che andranno affrontate al più presto le questioni aperte anche con Bruxelles: una revisione dei progetti alla luce dei ritardi e degli aumenti dei costi delle materie prime, e delle pressioni legate alla transizione energetica.