La Stampa, 16 dicembre 2022
Maria Arena non è l’amante di Panzeri
«Panzeri era un amico e sui di lui mi ero indubbiamente sbagliata. Ma voglio che una cosa sia chiara: non ero la sua amante». Il nome di Maria Arena è stato sin da subito accostato alla vicenda del Qatargate. Uno dei primi a emergere ai margini dell’inchiesta giudiziaria. Ex ministro belga, di origini siciliane, l’esponente socialista è alla sua seconda legislatura al Parlamento Ue. Nei corridoi la definiscono «una della cricca di Panzeri», alludendo – al di là dei gossip – alla sua vicinanza quantomeno politica col protagonista dell’indagine. Come dimostrano foto e video pubblicati in Rete, era una presenza fissa agli appuntamenti dell’ong “Fight Impunity”, con la quale si era spesa in prima persona in una serie di attività all’interno del Parlamento. «Conoscevo il signor Panzeri come molti altri lo conoscono al Parlamento europeo» taglia corto l’eurodeputata, infuriata perché nei suoi confronti «i media hanno costruito una presunzione di colpevolezza su chissà quali informazioni sbagliate». Maria Arena non risulta essere nell’elenco degli indagati, ma la sua attività politica e la sua vicinanza a Panzeri hanno subito concentrato l’attenzione su di lei. «Non sono citata in questa indagine – insiste – non ho ricevuto perquisizioni, non sono stata interrogata. Il mio nome proprio non figura».
Gli uffici e la casa della sua assistente, l’italiana Donatella Rostagno, sono stati perquisiti dagli inquirenti. E per questo lei si è autosospesa «temporaneamente» dal ruolo di presidente della sottocommissione Diritti Umani, quella che il 14 novembre scorso ha ricevuto in audizione il ministro del Lavoro del Qatar. Il gruppo del Ppe ha chiesto la sua rimozione definitiva. «Conosco la mia assistente dal 2014 perché abbiamo lavorato insieme su questioni relative all’Africa – continua l’eurodeputata –. Lei era stata chiamata da Fight Impunity nel 2021 per una consulenza di sei mesi e io l’ho reclutata nel 2022, ma non per questo, bensì per la sua esperienza sull’Africa. Le perquisizioni sono legate al periodo in cui lei ha lavorato con Fight Impunity. Ma non hanno proprio nulla a che vedere con me». MA. BRE. —