la Repubblica, 16 dicembre 2022
I supereroi russi
È iniziato tutto perché la studiosa ultrasettantenne Natalia Narochnitskaja non riusciva a trovare «una t-shirt con un eroe russo» da regalare ai nipotini. Cercava in particolare Ilja Muromets, un “Bogatyr”, sorta di cavaliere errante della tradizione slava. «Nei negozi per bambini c’erano solo Batman, l’Uomo ragno e ogni sorta di mostro», si è lamentata lo scorso 4 novembre incontrando il presidente russo insieme ad altri storici e ai rappresentanti religiosi russi. Vladimir Putin non solo ha annuito, ma ha rincarato: «Ecco, qui Batman è noto, ma alcuni dei nostri eroi no. Dovrebbero essere nei cartoni animati, nei film, nella letteratura per bambini. A partire dall’asilo». E ha promesso che ne avrebbe parlato col governo. Detto, fatto.
Un mese dopo ha siglato un decreto che incarica il premier Mikhail Mishustin di adottare entro il maggio 2023 «misure che promuovano gli eroi della storia e del folclore russi che soddisfano i valori tradizionali» anche attraverso la produzione di «opere d’arte, materiali stampati, souvenir e altri beni di consumo». E, più o meno contemporaneamente, la Duma, la Camera bassa del Parlamento russo, adottava in prima lettura un disegno di legge che vieta «l’uso eccessivo di parole straniere» in istituzioni, tribunali, media, cinema e pubblicità.
Dopo la legge che di fatto ha messo al bando l’omosessualità, le campagne contro Batman e gli anglicismi non sono che le ultime «nuove nobili cause» nella crociata russa contro l’Occidente collettivo e i suoi valori depravati. Un altro fronte della cosiddetta “operazione militare speciale” in Ucraina. Iniziative che hanno scatenato un intenso dibattito susocial, giornali e persino durante il seguitissimo talk show Serata con Vladimir Soloviov in onda su Rossija 1.Per il professore Vladimir Kozyrkov bisognerebbe seguire l’esempio dei francesi che hanno difeso la loro lingua dagli innesti stranieri e, allo stesso modo, «sostituire Batman» con Ivan Tsarevich, il “principe azzurro” delle fiabe slave. Elena Jampolskaja, presidente della Commissione Cultura della Duma, vorrebbe promuovere anche le figure della Grande guerra patriottica come i partigiani ucraini anti-nazisti della “Giovane guardia” e dell’omonimoromanzo di Aleksandr Fadeev, mentre Jana Lantratova, vicepresidente della Commissione Istruzione, vorrebbe andare oltre e sponsorizzare i nuovi eroi dell’offensiva in Ucraina come la “babushka con la bandiera dell’Urss” o il “bimbo Aljosha che saluta i carri armati”.
A dire il vero, tentativi di promuovere il folclore russo sono stati già fatti. I tre Bogatyr più famosi, Ilja Muromets, Aljosha Popovich e Dobrynja Nikitich, hanno ispirato il cartone animato I tre eroi e non a caso sono stati riconosciuti come i «personaggi che meglio incarnano lo spiritorusso» in un sondaggio di Komsomolskaja Pravda. Non tutti però sono convinti che la passione per l’Occidente, i suoi miti e il suo slang possa essere abolita per decreto. Persino un commentatore allineato come l’editorialista di Kommersant Dmitrij Drize ha riconosciuto che il folclore russo avrebbe pure i suoi “mostri” come la vecchia strega Baba Jaga, il cattivo delle fiabe Koshchej l’Immortale o Zmej Gorynych, il Serpente a tre teste, ma «tutto questo perde contro Disney e Hollywood» e «il Batman americano batte facilmente il nostro Koshchej». Il rischio, temono in molti, è che il decreto di Putin finisca col fare gli interessi di quelli che chiamano “maestri del segare”, vale a dire del sottrarre denaro pubblico. Tanto che Dmitrij Petrov, ex presentatore bollato come “agente straniero”, ha commentato: «Non ci resta che fare come l’Orso nella fiaba: sederci su un ceppo e mangiare un panzerotto...».